A sud




Recensione di Patrizia Argenziano


Autore: Roberto Capocristi

Editore: Giovane Holden Edizioni

Genere: noir

Pagine: 168

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Jacopo è un giovane disoccupato che sbarca il lunario vendendo la mobilia di casa e grazie a qualche soldo che gli passano gli anziani genitori. In un pomeriggio di noia, con l’estate incipiente che comincia a scaldare la città, si rifugia in una mostra di fotografie e lì conosce Anna. È un colpo di fulmine e i due passano la notte insieme a casa di lei. Anna divide l’appartamento con Nastassja, una bellissima ragazza russa di poche parole, con un talento smisurato per la fotografia e la passione per il sud. Qualche giorno dopo, Jacopo scopre che Anna è a capo di una banda di rapinatori e accetta di partecipare al colpo alle poste con l’incarico di fare il palo. Nel frattempo la ragazza russa parte per il sud, senza telefono al seguito e senza dire dove. La rapina naufraga tragicamente ma Jacopo riesce a defilarsi e a passare inosservato. Purtroppo per lui, Nastassja gli aveva scattato numerose fotografie in compagnia di Anna e si è portata via la vecchia macchina fotografica analogica con l’intenzione di fare una mostra. Jacopo deve rintracciare Nastassja e recuperare il rullino con le foto compromettenti, che dimostrerebbero senza ombra di dubbio la sua complicità con i rapinatori. Nastassja, che non ha detto a nessuno dove avesse intenzione di andare e che ha un concetto di sud che racchiude un’area compresa dalla Lunigiana all’Africa subsahariana, è partita senza nemmeno salutare il suo fidanzato. Spinto dalla disperazione e dalla paura e con poche, sommarie indicazioni, Jacopo comincia un viaggio alla ricerca di Nastassja, con un’auto sgangherata presa a prestito da un amico e con le idee confuse. In compagnia di vecchia musica, con pochi soldi in tasca e con la paura di non fare in tempo a salvarsi, viaggia attraverso la provincia italiana, conosce la notte, la bellezza incantata del paese e l’amore. A sud, più a sud di quello che avrebbe voluto, forse c’è la soluzione del suo problema…

Recensione

Una scrittura chiara, precisa e senza fronzoli accompagna il lettore in un viaggio attraverso l’Italia e l’animo umano. È il viaggio che nessuno si aspetta, nemmeno Jacopo il protagonista, è il viaggio che capita come un fulmine a ciel sereno, che arriva quasi come un dono, un’offerta, una seconda possibilità, è il viaggio della speranza, della riconciliazione con se stessi e con il mondo, è il Viaggio, per eccellenza.

Eppure, per Jacopo, in un primo momento, è semplicemente “la fuga” alla disperata ricerca di quell’elemento che, portato alla luce, lo può incriminare. Con il trascorrere delle ore diventa il viaggio che segna inesorabilmente il suo destino, che determina le sue scelte, le sue risposte, persino le più banali. È il viaggio attraverso i luoghi ma soprattutto il viaggio che attraversa gli uomini fino al loro essere più profondo.

In questa reale pellicola in bianco e nero, dove Jacopo diventa fautore del proprio destino, costruendoselo pian piano, chilometro dopo chilometro, incontro dopo incontro, la telecamera inquadra perfettamente tutti i personaggi, senza trucco e senza imbroglio.

Le immagini sono nitide, perfette, riprese da un’abile mano ed è per questo che ciascun personaggioè inserito in un contesto che lo rappresenta appieno.

Nonostante ciò non esiste una netta linea di demarcazione tra buoni e cattivi, amici e nemici, falsità e sincerità, giustizia e giustezza perché la situazione è un continuo divenire che troverà pace, forse, solo nel finale.

L’autore svolge indagini minuziose dell’animo umano e “scatta” le sue personali fotografie che rappresentano una società fatta di uomini alle prese con i piccoli e grandi problemi della quotidianità, uomini che fanno fatica a sbarcare il lunario, che vivono di apparenze, che sono alla ricerca di un posto nel mondo, di una seconda possibilità perché la prima l’hanno persa per strada, uomini che incontrano l’amore, ah l’amore, ma anche la morte.

Una pellicola in bianco e nero che scorre veloce perché è tutta questione di tempo, una pellicola chea tratti confonde: tu lettore stai con Jacopo oppure no?

Con il fiato sospeso fino all’ultima pagina, consigliatissimo.

 

A cura di Patrizia Argenziano

instagram.com/patrizia.arge

 

Roberto Capocristi


E’ nato a Susa (To) nel 1966. Vive in Val di Susa, dove da oltre vent’anni esercita la professione di geometra. Lettore bulimico e consumatore instancabile di cinema e musica, ha già scritto sotto il medesimo pseudonimo: Chilometro 53” (2017), “ L’occhio del cervo” (2018), “ Una notte per non morire” (2018), “ La sesta destinazione” (2018), “Freezer” (2019), “ Solo le donne degli altri” (2019), “ A sud” ( 2019), con quest’ultimo ha vinto la quinta edizione del Premio Bukowski. È animato da un amore incondizionato verso la natura, gli animali e lo sport.

 

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