Acqua di fiume




Sinossi. Il re degli stracci, nonché l’ex avvocato Andrea Massimi, continua la sua vita da “invisibile”: nonostante abbia risolto il caso dell’omicidio di sua moglie e sua figlia, non se la sente di tornare nella vita “civile”. Troppi i sensi di colpa. Non ci riesce, nonostante il rapporto – per la verità molto complicato – con Anna Ungaro, il sostituto procuratore che, con coraggio, aveva creduto in lui, e l’aveva aiutato nella prima indagine. Ora, la vita del re degli stracci viene scossa da una strana richiesta cui lui vorrebbe, ma non può, sottrarsi: è scomparso Sandor, bambino zingaro, suonatore di strada di straordinario talento. È stato rapito, ma la famiglia non vuole denunciarne la sparizione, la polizia non può indagare, il bambino e la famiglia non hanno documenti, sono invisibili, proprio come Andrea Massimi. Andrea decide di seguire il suo istinto mettendosi contro non solo i rapitori del bambino, ma anche la polizia e la morale corrente. Nemmeno Anna Ungaro questa volta è dalla sua parte. Andrea potrà fare affidamento solo su sé stesso, sui suoi pochi, fidati, amici e, naturalmente, sulla sua invisibilità: perché nessuno nota un barbone. In questa seconda indagine, Stefano Vicario ci accompagna ancora più profondamente in una Roma sconosciuta, sotterranea, maledetta, ai bordi del Tevere, tra i suoi odori e i suoi colori opachi, eppure splendente e palpitante di vita, in compagnia di un personaggio controcorrente, intelligente, che ha deciso di stare fuori da tutto, anche da sé stesso.

 ACQUA DI FIUME

di Stefano Vicario

La nave di Teseo 2024

Thriller, pag.272

 Recensione di Giusy Ranzini

Acqua di fiume”, la nuova indagine del re degli stracci, emerge come una narrazione profondamente avvincente e commovente che intreccia mistero, dramma umano e redenzione.
Attraverso gli occhi di Andrea Massimi, un tempo rispettato avvocato caduto in disgrazia, il lettore è invitato a esplorare le profondità della società, quelle ombre dove i dimenticati e gli invisibili cercano di sopravvivere lontano dagli sguardi del mondo.

Andrea Massimi, ormai trasformato nell’invisibile re degli stracci, porta il peso dei sensi di colpa per la perdita devastante della sua famiglia. La sua decisione di vivere ai margini della società, rifiutando il ritorno a una vita normale, è descritta con una tale intensità emotiva che il lettore non può fare a meno di empatizzare profondamente con il suo dolore e la sua lotta interiore. Il personaggio di Andrea è costruito con cura, mostrando le sue complessità, le sue contraddizioni e il suo inarrestabile desiderio di fare giustizia, anche quando il mondo intorno a lui sembra aver perso ogni senso di moralità.

L’elemento che fa scattare la trama, la scomparsa del giovane Sandor, un talentuoso suonatore di strada zingaro, introduce una dimensione aggiuntiva al romanzo, portando alla luce temi di invisibilità sociale, disumanizzazione degli emarginati e la fallacia di un sistema che fallisce nel proteggere i più vulnerabili. La riluttanza della famiglia di Sandor a cercare aiuto dalle autorità, per paura di ritorsioni o peggio, è un potente commento sulle realtà affrontate da molti in situazioni simili.

L’indagine di Andrea per trovare Sandor è tesa e avvincente, un viaggio che lo porta ad affrontare non solo i rapitori ma anche le proprie battaglie interne e un sistema che sembra lavorare contro di lui. L’assenza del sostegno di Anna Ungaro, suo precedente alleato, aggiunge un ulteriore strato di tensione e disperazione alla sua missione, sottolineando la sua solitudine e il suo isolamento dal resto del mondo.

Ciò che rende la lettura del romanzo notevole, è la capacità dell’autore di creare un equilibrio tra la narrazione cupa e momenti di pura umanità e speranza.

La resilienza di Andrea, la sua determinazione nel non arrendersi di fronte all’avversità, e la sua lotta per ritrovare un senso di giustizia in un mondo che sembra averlo dimenticato, sono temi universali che risuonano profondamente.

In conclusione, “Acqua di fiume” è un romanzo che sfida il lettore, costringendolo ad affrontare le ingiustizie della nostra società attraverso la lente di un uomo che, nonostante tutto, si rifiuta di rinunciare alla speranza e alla lotta per ciò che è giusto.

Con personaggi indimenticabili, una trama che cattura fin dalle prime pagine e una scrittura che tocca il cuore, questa storia è un promemoria potente e toccante dell’importanza di vedere e proteggere coloro che sono stati resi invisibili.

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Stefano Vicario


è uno sceneggiatore, regista e autore italiano. Debutta nel 1973 come aiuto regista del padre, Marco Vicario, e di altri registi come Damiano Damiani. Tra i suoi successi televisivi, trasmissioni e fiction, Il pranzo è servito, La corrida, I Cesaroni e molti altri. È stato il regista di svariate edizioni del Festival di Sanremo, e ha curato la regia di spettacoli di Roberto Benigni di grande successo (Tutto l’Inferno, I dieci comandamenti, La più bella del mondo). Vicario ha anche diretto un lungometraggio cinematografico nel 2001 intitolato Sottovento! con Claudio Amendola e Anna Valle, di cui ha curato anche la sceneggiatura. Del 2018 è sua la regia di Conversazione su Tiresia, di e con Andrea Camilleri. Presso La nave di Teseo nel 2021 è uscito il romanzo Il re degli stracci e nel 2024 Acqua di fiume.