Recensione di Laura Piva
Autore: Pierre Lemaitre
Editore: Mondadori
Pagine: 297
Genere: Thriller
Anno Pubblicazione: 2015
Il rapimento è un crimine di un genere abbastanza particolare: la vittima non è sotto i tuoi occhi, come nel caso di un omicidio, devi immaginarla. E’ ciò che tenta di fare Camille. Ed è quello che esce dalla sua matita: la silhouette di una donna che cammina per strada.
Parigi, Rue de Falguière.
Dopo una serata solitaria al ristorante, una trentenne affascinante e misteriosa viene aggredita per strada.
Un energumeno la picchia brutalmente e la carica a forza su un furgone bianco per poi segregarla in una piccola gabbia sospesa nel vuoto.
Il rapitore è determinato a guardarla morire lentamente e sembra essere animato da un’implacabile sete di vendetta. Il comandante dell’Anticrimine Camille Verhoeven, suo malgrado, riceve l’incarico di indagare su questo rapimento e per andare avanti nelle indagini dovrà farsi violenza e fare i conti con il suo drammatico passato.
Superato il dolore, acquisirà il distacco necessario a guardare le indagini in corso con più lucidità: scoprirà che nel caso di questa donna dall’identità sfuggente e che sembra connessa con un gran numero di efferati delitti, nulla è come appare in superficie e che, tra il ruolo di vittima e quello di carnefice, il confine può essere davvero molto labile.
Alex è il secondo romanzo di quella che, ad oggi, è una quadrilogia di thriller che hanno per protagonista il comandante Camille Verhoeven dell’Anticrimine parigina, irascibile poliziotto-artista, caratterizzato da un acume inversamente proporzionale alla sua altezza di solo un metro e quarantacinque centimetri.
In questo secondo capitolo che segue l’opera di esordio IRENE, troviamo un protagonista invecchiato nel corpo e nell’anima, segnato in modo indelebile dai tragici eventi narrati nel libro precedente e caratterizzato da una profonda solitudine, mitigata in parte dalla solidarietà e dal sincero affetto dei collaboratori più stretti.
Questo romanzo è, a mio avviso, un vero e proprio esercizio di stile di un grande maestro, non solo per l’uso sapiente della prosa e della logica nel dipanare la trama, ma, anche e soprattutto, nella costruzione delle tre parti dell’opera in cui si alternano tre diverse chiavi di lettura, che identificano la persona oggetto di indagine prima come vittima, poi come colpevole ed infine di nuovo come vittima. Il lettore viene sempre sorpreso da nuove rivelazioni e, man mano che la storia si sviluppa, ogni tassello dell’indagine trova posto in un puzzle in cui nessun dettaglio è casuale e solo la risoluzione finale della vicenda permette di dare una lettura veritiera e sensata agli eventi raccontati.
Il lessico e lo stile sono molto eleganti e fluidi: si alternano vari registri, con parti tristi e malinconiche intercalate a pagine di ironia pungente. Ho amato molto le descrizioni di luoghi e atmosfere che fanno riferimento a famose opere pittoriche, come per esempio le nubi temporalesche alla Géricault e che tradiscono la provenienza accademica dell’autore. I personaggi sono cesellati alla perfezione, sia nella loro esteriorità che nelle loro peculiarità psicologiche ed hanno la caratteristica di evolvere nel tempo e di suscitare grandi emozioni nel lettore. Il tema dell’amicizia tra i componenti della squadra funge da leitmotiv del libro ed è sviluppato in maniera delicata e commovente.
Nel complesso, direi che si tratta di un romanzo raffinato e di grande classe, destinato a diventare un “cult” del genere crime.
Pierre Lemaitre
Nato a Parigi il 19 aprile del 1951. Ha insegnato per molti anni letteratura, ed è approdato tardi alla carriera di scrittore e sceneggiatore.
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