Alzati e corri, direttora




Recensione di Sabrina De Bastiani


Autore: Silvia Volpi

Editore: Mondadori

Collana: Narrative

Genere: noir

Pagine: 228 p.

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Con grande ironia e felice leggerezza, Silvia Volpi ha scritto un giallo delizioso, spumeggiante, tutto al femminile, da leggere con il sorriso sulle labbra.

«Morotti, questo omicidio sa di femmina. Lo senti il profumo?» Boia de’, se lo sento… pensa Tommaso senza muovere le pupille da quelle di lei.
La direttora ritrae tutto il corpo e si mette in posizione eretta e composta sulla scrivania.
«Ora smetti di scantucciarmi lo scrimolo e vai a lavorare».

Elsa Guidi, quarantasette anni, un marito affettuoso ma distratto, due figli adolescenti che la fanno disperare quanto basta, tutte le mattine si alza e corre: il modo migliore per iniziare la giornata è infilarsi le scarpe da running quando ancora tutti dormono e avviarsi nel quartiere lungo le vie silenziose di Pisa. In realtà, questo momento tutto per sé è una scusa per annusare l’aria in città prima di tutti. Da un paio d’anni Elsa è a capo della “Piazza”, il quotidiano con sede sul Lungarno di fronte alla chiesa di Santa Maria della Spina. La “direttora” comanda a bacchetta tutti e non le manda a dire a nessuno, a partire dalla riunione delle dieci, in cui affida i vari pezzi della giornata. Il suo bersaglio preferito è Tommaso Morotti, “il Moro”, cronista di nera con gli occhi dolci e le spalle larghe. Trentatré anni, livornese, è arrivato da qualche mese al giornale ma ha già creato non poco scompiglio. Innanzitutto nella vita di Paola, segretaria della Guidi, vittima dei suoi occhi neri e dei suoi modi gentili ma impertinenti. Quando, in una bella mattina di primavera, un giovane elettricista precipita dal terrazzo di un condominio in centro, la direttora non ci pensa due volte a scatenare il suo segugio migliore e a chiedergli di raccontare la storia della persona dietro quel corpo sul selciato: un bravo giornalista deve arrivare al cuore del lettore. Le cose si complicano però quando al giornale vengono recapitate un paio di buste anonime apparentemente legate al suicidio dell’uomo. Intervistando alcuni negozianti della zona, il Moro si accorge che qualcosa non torna. Direttora e nerista, in corsa contro il tempo per battere la concorrenza sulla notizia, si buttano a capofitto nell’indagine, non senza punzecchiarsi in continuazione. Chi arriverà per primo alla verità?

Recensione

“Il naso è parte integrante della scrittura, è uno dei talenti che un narratore deve possedere. La capacità d’intuire, di approfondire, di risolvere viene poi affidata a un personaggio che si muove nella storia. Credo che in un giornale fra il cronista e la notizia succeda qualcosa di simile.”

Scrive Silvia Volpi nella sua biografia che per lei la scrittura è una goduria pazzesca.

Ebbene, la lettura di Alzati e corri, direttora lo è altrettanto.

E lo è a 360 gradi, perchè le pagine di Volpi sono un balsamo per il cuore fatto di sane risate e di sguardo sensibile a attento sul circostante, che sia persone, ambiente, mood o trend. Non è solo la vita di un quotidiano, “La Piazza”, che qui viene raccontata, bensì la vita quotidiana di chi questa piazza anima.

Il tutto a pungolare il lettore con una trama mai banale ed un plot giallo efficace e catturante, che stuzzica il cervello con intelligenza e sagacia e che offre un distinto ma sinergico spazio sulla scacchiera delle indagini sia alle forze dell’ordine che ai giornalisti

Risente precise nelle orecchie le parole della dottoressa Ponimonte al telefono: “Andiamo tutte e due alla ricerca della verità, scaviamo e indaghiamo per poter procedere. Ciascuno al proprio posto.”                         

“Pensate a questo. Se una notizia riesce a nutrire gli strati più profondi del lettore, la sua sensibilità, il suo cuore, l’anima insomma, vuol dire che quella notizia è fatta a punta, buca, entra, penetra, raggiunge.”

E allora Alzati e corri, direttora è un romanzo proprio fatto a punta, così come lo è la protagonista, lei, la direttora del titolo, Elsa Guidi.

La Guidi ha negli occhi l’acume di una lince, la determinazione di una leonessa. Emana energia come se avesse la spina di una centrale elettrica attaccata ai polsini della camicia

Guidi è un turbine, sempre un passo avanti a tutto e tutti, a partire dalla quotidiana corsa al mattino presto, unico momento della giornata in cui resta con se stessa, un ricarico di energia che la porta ad essere nelle ventiquattr’ore   giornalista professionista

La riunione della mattina comincia sempre con i dati della redazione web, con la notizia che ha tirato di più per numero di clic, con I post che hanno fatto il maggior numero di visualizzazioni, i video più guardati

madre

Si ritaglia spazi dal lavoro e da tutti per passare ore con i figli, annusarne l’odore che cambia veloce, a volte ha la sensazione di sentire il rumore della loro pelle che crescendo si allunga

moglie, donna che tiene le redini, ma sebbene spesso sferzante, non frusta, non vessa, ma riconosce il potenziale nelle notizie così come nelle persone, e lo stimola, e se lo esaspera è per farlo uscire in piena luce.

È un personaggio potente e impattante, Elsa Guidi, ma improntato al gioco di squadra, perché sa che così le cose funzionano, in una redazione, in casa, nella vita.

E funzionano benissimo, infatti, anche i personaggi accanto, dal cronista di nera Tommaso il Moro Morotti, alla segretaria Paola, al marito Pierpi.

E funziona benissimo, infatti, anche Pisa, inedita e pur riconoscibile, nuova sebbene non snaturata, controcanto e soprano, cornice e quadro.

Battono cuori in questo romanzo, pulsano vita le pagine, e con loro la città.

Corre e pensa che a volte la sua Pisa sia particolarmente trasparente, come una pelle sottile che lascia intravedere il cuore.

Silvia Volpi


Silvia Volpi È una giornalista, lavora al quotidiano Il Tirreno come segretaria di redazione. Ha scritto Alzati e corri, direttora (Mondadori, 2019).

 

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