Amatissimi




Recensione di Laura Salvadori


Autore: Cara Wall

Editore: Fazi Editore

Traduzione: Silvia Castoldi

Genere: narrativa straniera

Pagine: 382

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Greenwich Village, anni Sessanta. La storica Terza Chiesa Presbiteriana fatica a tenere il passo con i tempi turbolenti e rischia di allontanarsi dalla comunità dei fedeli. Per risollevarne le sorti vengono scelti, insieme, i due pastori Charles Barrett e James MacNally, giunti a un approdo comune attraverso cammini molto diversi. Charles, destinato a succedere al padre come professore di Storia ad Harvard, fugge ogni imposizione con l’arrivo improvviso della vocazione religiosa. James, che per tutta la sua giovinezza ha dovuto fare i conti con un padre alcolista, nella Chiesa vede la possibilità di una battaglia per la giustizia sociale. Diverse sono anche le mogli al loro fianco: Lily, fieramente intellettuale, elegantemente severa, ma soprattutto convintamente atea, ha instaurato col marito un rapporto basato su una continua negoziazione; Nan, di tutt’altra formazione, cresciuta nel Mississippi, figlia amata e devota di un ministro del culto, ha fatto sua la missione del coniuge. Saranno quarant’anni di vita condivisa a unire i quattro in maniera indissolubile, tra incomprensioni, divergenze e sfide affrontate insieme, a partire da quella più difficile di tutte: la genitorialità. E laddove l’amicizia al maschile si rivelerà sempre un porto sicuro, il legame tra le due donne si mostrerà più arduo, continuamente minacciato da malintesi e rivalità. Un romanzo dal passo classico, in cui la talentuosa esordiente Cara Wall, grazie a una penna sicura e capace di dar vita a una prosa di raffinata semplicità, ha creato quattro personaggi che, dopo averli accompagnati per decenni, sarà difficile salutare.

Recensione

Un esordio acclamatissimo, che pretende l’uso del superlativo, alla stessa stregua del suo titolo.

Una scrittura fine, calma. Accurata, pedante, che non tralascia niente. Un incedere senza scossoni, per un prosa che tuttavia spacca l’intimità del lettore e lo introduce nel cuore della vita dei quattro protagonisti.

Cara Wall scrive un romanzo sulla vita e contempla l’esistenza di quattro persone, dalla nascita alla maturità.

Quattro storie diverse,  che giungono ad intrecciarsi a trecentosessanta gradi,

visto che si risolveranno in due matrimoni e in una missione svolta, gomito a gomito dai due uomini, Ministri del Culto della Chiesa Presbiteriana.

Tutta la narrazione ruota intorno alla religiosità, alla percezione del divino, al diverso bisogno di riversare la propria vita tra le braccia di un essere supremo, onnisciente, inclusivo. Dio, che viene percepito in modo assai diverso dai quattro protagonisti.

Per Charles, che proviene da una famiglia abbiente di accademici, Dio è la risposta ad ogni dubbio. E’ un abbraccio che consola, ma anche la spiegazione di ogni sentimento e di ogni inclinazione. Per James, che ha dovuto lottare con le difficoltà di un’infanzia complicata e un padre alcolista, Dio è ribellione, desiderio di giustizia sociale, bisogno estremo di agire per cambiare la società. E poi c’è Lily, moglie di Charles, che ha perso i genitori in un incidente quando era adolescente e che non crede in Dio. Lily è cresciuta chiusa in se stessa, ergendo una fortezza inespugnabile intorno alla propria vita. Nan invece è figlia di un Pastore e ha una visione semplice della vita e anche della Fede, che per lei è incrollabile, un caposaldo che porta solo gioia e completezza.

I quattro si completano a vicenda, ognuno ha in sé la tessera di un puzzle che costruisce senza fretta, a indicare la soluzione esatta per una vita perfetta. Ma la perfezione non è di questo mondo e Dio stesso non sarà la risposta a tutte le domande. La vita, in realtà, è anarchia. E’ un percorso tortuoso che non si può imbrigliare, né prevedere.

Charles e James, chiamati a condurre a quattro mani una congregazione presbiteriana nella New York degli anni sessanta, contemplano ognuno un Dio diverso. Per l’uno è il dubbio, per l’altro è lotta a favore delle nuove istanze sociali che caratterizzano quel momento storico: la povertà, la lotta di classe, il femminismo, l’aborto. Solo insieme riusciranno a tenere le briglie di una congregazione ugualmente disorientata e divisa. Anche Lily e Nan rappresentano due opposti modi di vivere. Lily, libera, indipendente, desiderosa di inseguire le sue inclinazione. Nan, che incarna la tradizione e il desiderio potente di maternità.

Cara Wall ci regala un viaggio intimissimo dentro l’anima di due uomini e due donne in un’epoca in cui tutto cambia alla velocità della luce e in cui tenere il passo diventa difficile. Il ruolo della donna, della religione, della tradizione viene messo in discussione fino al raggiungimento di un equilibrio precario e delicato, che un solo sussurro può rompere. Eppure, in fondo, tutto trova la sua soluzione nell’intreccio, nella compenetrazione, quasi ad indicare che l’uomo può esistere degnamente solo in mezzo agli altri uomini. Una indicazione, forse? O un monito? Beh, quale che sia, sicuramente di questi tempi c’è un assoluto bisogno di compenetrazione, di comprensione, di desiderio di mettersi in discussione.

Un romanzo che consiglio a chi parte per viaggi interiori e ha voglia di capire e di comprendere l’altro. A chi è certo di poter attingere agli altri per completarsi. A chi crede nell’esperienza come palestra di vita. A chi professa il potere della suggestione ed è pronto a sacrificare la propria visione in nome del bene comune.

 

 

Cara Wall


è nata a New York, si è laureata a Stanford e ha studiato Scrittura creativa all’Università dell’Iowa. Ha iniziato a scrivere mentre insegnava Inglese e Storia in California e i suoi racconti sono stati pubblicati da varie riviste. Amatissimi è il suo primo romanzo. Attualmente vive a New York insieme alla sua famiglia.

 

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