Amico mio




 AMICO MIO

di Gianmarco Perale

NN Editore 2023

narrativa, pag.204

Sinossi. Tom ha tredici anni, è in terza media e nutre un’amicizia esclusiva e totalizzante per il suo compagno Poni. In classe e agli allenamenti di calcio gli riserva attenzioni costanti, che l’amico ricambia con affetto genuino ma sempre più prudente. Un giorno, per difendere l’amico, Tom spacca il naso a un compagno di classe: finiscono tutti dal preside ed è Tom a pagarne il prezzo. Preoccupata e sola, la madre non riesce a decifrare i comportamenti del figlio e si affida a uno psicologo, ma gli adulti rimangono ai margini del mondo di Tom, convinto che il suo modo di dimostrare l’amicizia sia l’unico possibile. Incompreso e angosciato dalla distanza che Poni comincia a mettere fra loro, Tom si scopre pronto a tutto pur di tenerlo vicino. In un crescendo senza tregua, Gianmarco Perale ci conduce in un viaggio dentro un sentimento d’amore nuovo, indicibile, che ha i tratti di un’ossessione prepotente e disperata. Amico mio è un romanzo vivido e commovente, di dialoghi fittissimi, che ci ricorda le emozioni feroci e le ferite invisibili dell’adolescenza, quelle scintille di verità, a volte spaventose, capaci di rivelare la nostra natura più autentica. Questo libro è per chi amava vestirsi da pirata a carnevale, per chi ricorda i pomeriggi passati a vedere Harry Potter alla tv, per chi scrive poesie senza preoccuparsi delle rime, e per chi ha inventato un mondo nuovo, di terra e di acqua e di cielo, dove gli uomini e le donne si capiscono e si proteggono.

 Recensione Barbara Aversa

 – Ma tu mi credi?

Quante volte lo abbiamo chiesto o avremmo voluto farlo?

Essere ascoltati, essere scelti, essere i migliori del globo. Non per tutti ma per una persona sola. Quanto è importante tutto questo?

Tom ha un amico del cuore, si chiama Poni. La loro amicizia è viscerale, totalizzante. Quando Tom per difendere il suo amico ha una reazione a dir poco eccessiva, non si sente difeso da nessuno. Perché è convinto che un attacco per protezione non sia grave come un attacco tout court. 

Tom non si sente compreso da sua madre e vede Poni allontanarsi, al punto che inizia a ragionare su nuovi escamotage per incrementare il loro rapporto esclusivo, fino ad arrivare alla “casa della nonna” da trasformare in una sorta di nido per questo legame struggente che lo attanaglia e che reclama prepotentemente un’esclusiva assoluta e senza appello.

Tom si sente solo contro tutti e soprattutto non si sente accolto, mai.

Le bugie inizialmente soffici poi brutali inizieranno ad essere i suoi cuscinetti, quella base (in)sicura dove sprofondare il terrore di abbandono e rifiuto.

Ma tu mi credi? 

 È una scrittura asciutta quella di Gianmarco Perale perché come la migliore letteratura vuole, ciò che si può  dire con poche parole deve essere detto proprio così.

È però tagliente, una lama.

Dialoghi che non perdono mai di potenza e che raccontano espressioni, fruscii, sospiri, gesti arrendevoli, pur senza descriverli.

E quando i sentimenti vanno fuori controllo, quando l’amore straripa senza avere il giusto contenitore, quando ci si sente frantumati da una forza intrinseca che frulla, mischia, confonde, divampa come si può fare se si hanno solo tredici anni?

Questo è un libro magico e doloroso, per coloro che ricordano i banchi di scuola, quando il nostro migliore amico (o colui che volevamo lo fosse) non ci difendeva quando volevamo, non ci fa sentire primi, unici. 

È un libro sulla morbosità e l’ossessione sì, ma è anche un romanzo sul bisogno disperato di essere amati, di trovare la giusta forma per riempire i vuoti emozionali in una modalità soddisfacente e per non aprire quella finestrella sul mondo che vorremmo, mentre la realtà è un dirupo impervio e non confortevole.

E se si socchiude quello spiraglio inquietante, prima di rado e poi sempre più spesso, si sentirà solo il gelo che ci ritroverà disgregati, scissi, frantumati.

L’unico modo che abbiamo per riequilibrare è quello di unire il più possibile il reale e l’irreale e trovare un punto di accordo si, ma con noi stessi. 

E iniziare a crederci noi per primi.

E amarci, e sceglierci.

Frammento dopo frammento.

Il dono più grande è quello di dare alla luce noi stessi nella nostra pienezza.

E solo allora, tra le ciglia socchiuse e lucide, guardare nella direzione dell’altro.

E vedere noi, e vedere lui. 

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Gianmarco Perale


vive fra Milano e Venezia. Ha frequentato la scuola di scrittura Belleville. Il suo romanzo d’esordio “Le cose di Benni” (Rizzoli 2021) è stato finalista al Premio POP, al Premio Severino Cesari e nella cinquina finale del Premio Flaiano under 35. Ha lavorato con Walter Siti al podcast Perché Pasolini? realizzato da Chora Media. Amico mio è il suo secondo romanzo.

A cura di Barbara Aversa 

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