Archetipi horror “Il vampiro”




A cura di Alessandro Chiometti


Quando gli ho chiesto se conosceva il Conte Dracula, e se sapeva dirmi qualcosa del suo castello, sia lui che la moglie si sono fatti il segno della croce, hanno detto che non ne sapevano assolutamente niente, e si sono semplicemente rifiutati di dir altro.”

Così Jonathan Harker viene accolto in Transilvania mentre si reca dal famigerato Conte per una questione di acquisti immobiliari a Londra.

Questo per lo meno ci racconta Bram Stokernel suo romanzo epistolare (non facile da leggere all’inizio ma che è delizioso una volta capito il meccanismo) del 1897 che ha lanciato in tutto il mondo la figura del Vampiro aka Conte Dracula innestato sulla figura ( a metà fra storia e leggenda del Conte Vlad III di Valacchia noto come l’impalatore).

Bram Stoker

In realtà la figura del vampiro e più in generale del non-morto ha origini molto più antiche.

Già i persiani parlavano di creature che succhiavano il sangue degli uomini mentre in Babilonia e in Assiria era ben nota la figura di Lilitu (Lilith in ebraico) che si nutriva di sangue di bambini.

Le mitologie greche e romane parlavano di Strigi, (uccelli notturni che si nutrivano di sangue e carne umane; notare l’assonanza con la parola “streghe”) di Empuse (creature demoniache che si trasformavano in donne per sedurre gli uomini e bere il loro sangue) e di Lamie (che banchettavano sui letti dei bambini nutrendosi del loro sangue).

Dal Ghoul asiatico al Loogaroo africano, dal Braamarsascha indiano al Peuchen dell’America centrale, dal Chupacabra messicano al Mandurugo delle Filippine praticamente nessuna cultura è immune dalla presenza mitologica e misteriosa di esseri più o meno notturni che succhiano il sangue  alle persone o agli animali. A questo poi si aggiungono conseguenze diverse a seconda della mitologia, si accoppiano con gli esseri umani facendoli impazzire, li rendono schiavi in loro potere, mettono in cinta le donne per partorire i figli del male etc. etc.

Tuttavia la figura vampiresca così come la conosciamo nel romanzo di Stoker comincia a differenziarsi dalla sovrapposizione con quella del semplice “non morto” all’inizio del 1700 con leggende che si diffondevano soprattutto dall’est.. e nonostante fossimo già nell’era dei lumi perfino Voltaire era convinto della loro esistenza infatti  scrive nel suo “Dizionario Filosofico”:

Questi vampiri erano cadaveri, che uscivano dalle loro tombe la notte per succhiare il sangue dei vivi, sia dalle loro gole che dai loro stomachi, e poi tornavano nei loro cimiteri. Le persone a cui succhiarono il sangue si indebolivano, divenivano pallide e iniziavano a consumarsi, mentre i cadaveri che succhiavano il sangue prendevano peso, la loro carnagione si faceva rosea e godevano di un grande appetito.”

Se Stoker è quello che gli regala fama mondiale (ed eterna) con il suddetto romanzo citato all’inizio è John Polidori nel 1819 con il suo racconto breve e geniale “Il vampiro” a dargli tutte le basi che servono al suo successo. L’aggiunta di sovrapporre il Conte Dracula con la figura storica di Vlad III  fa probabilmente il resto.

Vlad III

Nel corso degli anni la cinematografia ha regalato infinite vite ai “principi della notte” dal Nosferatu di Morneu al Dracula di Bela Lugosi che per entrare nella parte dormì per anni nelle bare (o per lo meno così vuole la leggenda), all’indimenticabile Cristopher Lee che lo interpretò nei sette film della mitica Hammer Productions dal 1958 al 1974 immancabili in tutte le cineteche degli amanti del genere, alla rivisitazione di Herzog del primo Nosferatu, all’AmmazzaVampiri degli anni ’80 sempre troppo sottovalutato, al fantastico Intervista col Vampiro con Brad Pitt e Tom Cruise.

L’ultima generazione di vampiri che siamo inevitabilmente costretti a far risalire al “Bram Stoker’sDracula” di Francis Ford Coppola, ha introdotto la moda (che speriamo sia solo tale) del “Vampiro Innamorato”.

Bram Stoker’sDracula di Francis Ford Coppola

Se ciò era presentato in modo decente sul film di Coppola e tollerabile almeno in Underworld non possiamo che maledire per l’eternità Twilight e la sua demolizione perpetrata ai danni di una mitologia millenaria. (Ovviamente le parole di chi scrive sono solo dettate dall’invidia del numero di copie venduto da Stephenie Mayer, lo ammettiamo senza remore[1]).

Fortunatamente nello stesso anno di Twilight (il 2008) uscì al cinema anche il bellissimo film svedese “Lasciami entrare” che mostrava come si possono unire anche i sentimenti in una storia di vampiri senza massacrare un intera mitologia.

Alessandro Chiometti

[1] Ovviamente non siamo così impudenti da ricordare in questa sede che il nostro romanzo “Il Mastino di Darwin”, menzione d’onore al premio Holmes Award 2018, è probabilmente frutto della rabbia scaturita durante la visione di Twilight che ha scatenato in noi qualcosa del tipo “ora ci pensiamo noi a scrivere una bella storia sui vampiri”.

Sarebbe davvero di pessimo gusto… ops.

A cura di Alessandro Chiometti

Autore di alcuni romanzi e di molti racconti brevi, cura con l’Associazione Civiltà Laica di cui è presidente la Direzione Artistica del Terni Horror Fest.