Arcipelago




Recensione di Marina Toniolo


Autore: Inger-Maria Mahlke

Editore: La Nave di Teseo Editore

Traduzione: Francesca Gabelli

Genere: Narrativa straniera

Pagine: 512

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Julio Baute ha 94 anni e fa il portiere nella residenza per anziani in cui vive a La Laguna, l’antica capitale delle Canarie, è un uomo tranquillo a cui non piace ripensare al passato e ama la routine del suo lavoro. Sua figlia, Ana, è membro del Partido popular ma il suo coinvolgimento in uno scandalo e nella morte poco chiara di un collega complicano la sua carriera politica nella quale aveva investito tutta se stessa. La sua vita privata, infatti, è già difficile a causa del marito, Felipe Bernadotte, ultimo erede di una delle famiglie più importanti dell’isola, che ha rinunciato alla cattedra universitaria e passa le sue giornate a bere al club, l’unico modo che ha trovato per punire i suoi nobili avi e per superare i traumi che la famiglia gli ha creato. Anche la loro giovane figlia, Rosa, non sta vivendo un momento felice: è ritornata da poco a La Laguna, insoddisfatta e insicura, dopo aver rinunciato a studiare arte a Madrid. Come sono arrivati a questo punto? Cosa ha fatto in modo che le loro vite, fatte di incomprensioni, silenzi, insicurezze ma anche di amore, consuetudini e piccole gioie siano così come sono? Inger-Maria Mahlke, che a Tenerife ha vissuto a lungo, racconta in un viaggio a ritroso le vite e le storie dei suoi personaggi e delle loro famiglie allargate che, inevitabilmente, si intrecciano con la storia dell’Arcipelago e della Spagna.

Recensione

Eccomi!

Sono pronta con le valigie per partire alla volta di Tenerife, l’isola protagonista di questo romanzo. La Mahlkeha uno stile tutto particolare, molto punteggiato e con frasi interrotte. Questo all’inizio quando ho conosciuto il Portiere Julio che a 94 anni lavora all’ingresso dell’Asilo, ospizio della città.

Sua figlia Ana è sposata con Felipe ed hanno una figlia, Rosa, che è tornata da Madrid e dai suoi studi di arte senza fornire alcuna spiegazione. Felipe è l’erede di una lunga dinastia di Bernadotte, l’ultimo conquistador. Le loro vite si sfiorano e colludono, ognuno insoddisfatto e travolto dagli eventi. Al di sopra aleggiano le atmosfere europea ed africana fatte di finanziamenti per opere mai concluse, cultura, e, in modo più prosaico, di caldo, di sole, di venti, di natura.

La scrittura acquista forza e ritmo mentre la pellicola si riavvolge e vengo trasportata nei decenni passati e conosco i genitori dei protagonisti, i loro nonni e la famiglia di domestiche che da sempre si prendono cura della famiglia Bernadotte. Tre nuclei diversi tra loro: chi discende da immigrati europei, chi è autoctono come i Baute ma gode di un certo status e chi invece è figlio della miseria e dell’ignoranza.

Non vado solo a ritroso nell’isola, conoscendola senza le moderne strutture, ma mi tuffo nel passato storico con la fine del franchismo fino ad arrivare al suo inizio. E ciò che ha comportato per gli abitanti, lontani migliaia di chilometri da Madrid capitale e a un tiro di schioppo dall’Africa. Ah sì, giusto, l’Africa, perché anche lì c’è stata l’occupazione del Sahara Occidentale e vengo a conoscenza del Fronte Polisano.

Sono tornata indietro negli anni per comprendere al meglio il presente. Con una profonda conoscenza la Mahlke mi ha fatto sentire del luogo mentre prendevo il tramvia verso La Laguna. Ho conosciuto uomini che hanno finanziato le grandi opere e rimodernato l’aspetto della città. Ho compreso che esiste una natura selvaggia che accompagna l’uomo con luoghi infidi come burroni. Tutto può essere.

Come dice uno dei molti personaggi secondari, il tedesco Heinrichche deciderà negli anni 50 di coltivare fiori nell’isola, per una questione di luce, per la giusta distanza dall’Equatore dice. Perché “ogni pianta della terra qui germoglia. Se poi sopravvive è un’altra questione”. In effetti i protagonisti nascono, ma se sopravvivono e come, rimane il quesito centrale di tutto il romanzo.

C’è molta delicatezza in ogni storia: un’empatia costante che non permette giudizi negativi neppure quando veniamo a conoscenza di fatti brutali.

Può essere che a inizio lettura sia complicato “entrare a regime” ma con il passare delle pagine ci si rende conto che il tempo vola e che in definitiva non ci si riesce a staccare da queste immagini così vivide e da questi paesaggi così uniciche vogliono solo essere urgentemente visitati.

Eccomi! Ho la valigia pronta e sto per partire verso Tenerife alla scoperta dei luoghi dei Baute e dei Bernadotte.

A cura di Marina Toniolo

https://ilprologomarina.blogspot.com/

Inger-Maria Mahlke 


(nata nel 1977 ad Amburgo, Germania) è una scrittrice tedesca. Nel 2018 ha ricevuto il GermanBook Prize . Mahlke è cresciuto a Lubecca , nello Schleswig-Holstein, nella Germania settentrionale. Ha studiato giurisprudenza alla Libera Università di Berlino , dove ha lavorato nel dipartimento di Criminologia. Vive a Berlino. Nel 2009 ha vinto il premio Open Mike ,  un premio letterario internazionale in lingua tedesca istituito nel 1993 per i nuovi scrittori. Il suo primo romanzo è stato Silberfischchen (Silverfish) pubblicato nel 2010,  per il quale è stata insignita del Premio Klaus-Michael Kühne inaugurale dell’Hamburg Harbour Front Literaturfestival, un premio per romanzieri esordienti istituito nello stesso anno.   Nel 2012 le è stato conferito il Premio Ernst Willner del Festival della Letteratura in Lingua Tedesca . Sono seguiti altri premi, tra cui una rosa dei candidati per il German Book Prize 2015 per il suo romanzo Wie Ihr wollt. Nel 2018 è stata insignita del German Book Prize per il suo romanzo ArchipelMahlke è un membro del PEN Center Germany .

 

Acquista su Amazon.it: