Bella mia




Recensione di Valeria Martellotti


Autore: Donatella Di Pietrantonio

Editore: Einaudi

Collana: Super ET

Pagine: 182

Genere: Romanzo

Anno edizione: 2018

Questa è la storia di due sorelle gemelle, Olivia e Caterina, nate e cresciute a L’Aquila, la città leggendaria delle novantanove chiese e delle novantanove fontane. Questa è la storia della loro vita e della loro diversità. Olivia solare e accattivante, Caterina ordinaria e introversa. Questa è la storia di come, crescendo, le loro strade si siano divise per poi ritrovarsi. Olivia si è sposata con Roberto, insegna e vive a Roma, poi il matrimonio è finito e lei è tornata all’Aquila col figlio Marco.Caterina invece è rimasta a L’Aquila e qui ha un laboratorio di ceramiche. Questa è la storia di come il terremoto dell’aprile 2009 abbia spezzato il racconto della loro vita.

“Se fosse rimasto con lei non sarebbe tornata a l’Aquila a morire”

Un libro difficile da leggere e ancor più da recensire per chi, come me, vive in zone ad alto rischio sismico e col terremoto ha dovuto confrontarsi in diverse occasioni.

Il terremoto, questo mostro sotterraneo, non è l’argomento principale del libro, di lui si parla quasi alla fine, con rispetto, rabbia, rassegnazione.
Poche righe per descrivere la fine del mondo.
A farla da padrone, nel romanzo della Di Pietrantonio, sono i sentimenti nati dalle rovine del sisma, con i quali i personaggi non riescono a venire a patti.

Olivia, sua mamma, Marco, la vicina che ha perso una figlia, sono sopravvissuti, anime ferite e un po’ sbiadite, persone cacciate dalle loro case, private delle loro cose, ora vivono nelle c.a.s.e., nei m.a.p., vanno a scuola nei m.u.s.p. fuori dalla zona rossa.
Ma in questi moduli abitativi, dai nomi freddi e impersonali e dai tetti gocciolanti è difficile parlare e confrontarsi, curare le ferite e ritrovare il calore familiare.

Caterina soffre, per la perdita della sorella, per questo nipote/figlio che deve gestire e non ne è capace; come altri, infrange le leggi ed entra nella zona rossa in cerca della vita di prima, dei vicini di casa, in cerca di ricordi passati che diano un senso a questa vita spezzata e incompleta.

Una storia dura, cupa, angosciante, che toglie il respiro, resa alla perfezione dall’autrice che, con uno stile essenziale e crudo, sembra trasferire su carta il flusso di coscienza dei personaggi, così, direttamente, senza opporre filtri.
Una prosa diretta dove le parole, usate con parsimonia, delineano in modo chiaro l’intenso travaglio interiore post terremoto ed il senso pratico da cui tutti sono animati.

Con l’arrivo della neve e del gelo il paesaggio sembra sigillarsi, si ha l’impressione che non ci sia via di scampo.

Ma come spesso accade durante il disgelo, è facile che un fiore più tenace degli altri, riesca a mettere fuori la testa e a splendere.

Così, dopo mesi di resilienza, un fiore dolce e inaspettato sboccia nella vita di Caterina restituendo equilibrio alla sua vita e donando a noi lettori un piacevole senso di riconciliazione.

IL TERREMOTO DELL’AQUILA

Il terremoto dell’Aquila del 2009 consiste in una serie di eventi sismici, iniziati nel dicembre 2008 e terminati nel 2012, con epicentri nell’intera area della città, della conca aquilana e di parte della provincia dell’Aquila. La scossa principale, verificatasi il 6 aprile 2009 alle ore 3:32, ha avuto una magnitudo pari a 6.3, con epicentro42.3476; 13.380111 (Terremoto del 6 aprile 2009) in località Colle Miruci, a Roio, nella zona compresa tra le frazioni di Roio Colle, Genzano e Collefracido, interessando in misura variabile buona parte dell’Italia Centrale. A evento concluso, il numero definitivo è di 309 vittime, oltre 1.600 feriti e oltre 10 miliardi di euro di danni stimati.

 

Donatella Di Pietrantonio


è nata e ha trascorso l’infanzia in un paesino della provincia di Teramo e vive a Penne.

 

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