Bell’abissina




 Un’indagine del commissario Marino


di Carlo Lucarelli

Mondadori, 2022

Collana: Il giallo Mondadori

Pagine: 192 p., Brossura

Sinossi. Nella “Presidenziale”, la sezione della polizia che si occupa della sicurezza di Mussolini, c’è un gruppo molto particolare chiamato “Squadra Fognature”, comandato a perlustrare il sottosuolo di strade e piazze su cui passerà il Duce, a caccia di eventuali bombe. Ed è durante una di queste perlustrazioni che agli inizi degli anni ’30 gli agenti della Fognature trovano le ossa dello scheletro di una donna, sgozzata e scarnificata. Dieci anni più tardi, a Cattolica, il commissario Marino, segretamente e attivamente antifascista col nome di battaglia “Locàrd”, riceve le confidenze di uno degli ex agenti della Fognature: forse la morte della ragazza, e di tante altre, ha a che fare con la famiglia di Francone Brandimarzio, un ricco imprenditore che ha fatto fortuna nelle Colonie, e che adesso si è ritirato a Cattolica, insieme al figlio Attilio e a una giovane e affascinante ragazza eritrea. Una famiglia all’apparenza irreprensibile, e soprattutto intoccabile, dal momento che foraggia gerarchi corrotti e ladri di regime, occultando e distribuendo fiumi di denaro sporco. Il commissario Marino si rende conto che, oltre a smascherare un assassino seriale, questa indagine può mettere in grave difficoltà il regime, ma il filo su cui si muove è davvero sottile, e il rischio di cadere dietro l’angolo.

 Recensione di Daniele Cambiaso


Il 28 novembre 1993 fa la sua comparsa in edicola il Giallo Mondadori n. 2339, nel quale viene pubblicato il romanzo vincitore del Premio Tedeschi di quell’anno: si tratta di “Indagine non autorizzata”, scritto da Carlo Lucarelli. Ne è protagonista il vicecommissario Marino della questura di Rimini, che indagando nel 1936 sull’uccisione di una prostituta scoperchia una faida interna al fascismo.

Nella prima metà degli anni Novanta, Lucarelli si sta facendo notare e apprezzare perché tenta qualcosa che nessuno ha provato a fare prima: raccontare in una serie di romanzi la difficile transizione dal regime fascista all’Italia democratica e repubblicana attraverso la narrativa di tensione, aprendo di fatto una strada che verrà poi percorsa da diversi altri autori, con esiti talvolta estremamente interessanti. 

Tra il 1990 e il 1991 aveva già dedicato al commissario De Luca “Carta bianca” e “L’estate torbida”, aprendo così un ciclo fortunato che amplierà e riprenderà pure in tempi più recenti con altre quattro storie, ma non vanno dimenticati i più visionari, ma altrettanto suggestivi, titoli one shot “Guernica” e “L’isola dell’angelo caduto”. Con quest’ultimo, Lucarelli tenterà anche la strada della regia cinematografica.

Nonostante il prestigioso riconoscimento del Premio Tedeschi, il vicecommissario Marino sembra destinato a essere fagocitato dal successo del più celebre collega, al punto che gli sceneggiatori della serie tv su De Luca, interpretata nel 2008 dall’ottimo Alessandro Preziosi, di fatto annettono la trama di “Indagine non autorizzata” al ciclo, rendendolo una sorta di prequel.

Titoli di coda per Marino?

Neanche per idea. 

Con uno di quegli scarti improvvisi e geniali che contraddistinguono gli autentici fuoriclasse, Lucarelli lo riporta oggi all’onore del mondo e sugli scaffali delle librerie con “Bell’abissina”. E ce lo restituisce nuovo fiammante, diverso pur nella sua continuità di personaggio. 

Le somiglianze con De Luca, se mai c’erano state nel primo romanzo, qui subito spariscono: siamo nell’aprile del 1940, Marino nel frattempo è stato promosso e regge il commissariato di Cattolica. È anche un antifascista militante, ha assunto un nome di battaglia e ha operato una scelta di campo netta e decisa, che lo porta a iniziative pericolose. Non è l’ingranaggio volenteroso e asettico di un meccanismo ben oliato, è piuttosto il granello di sabbia che lo fa inceppare. E fa di tutto per riuscirci. In fondo, lui è sempre stato così.

«È uno bravo» disse indicandolo agli altri, «promosso e rimosso per aver fatto una cazzata che non piaceva al governo. Dicevano così, quello bravo che ha fatto una cazzata, anche se nessuno sapeva qual era. Ho ragione?»

Marino annuì.

Marino è uno bravo e ciò che sa fare meglio sono le indagini. Il caso che gli capita è di quelli che scottano, fin dall’inizio. In “Bell’abissina” ritroviamo il classico avvio bruciante del miglior Lucarelli, capace di afferrare il lettore per il bavero e trascinarlo nel gorgo di una storia martellante, che non fa sconti fino all’epilogo. 

Labruna fece un altro passo avanti e l’occhio rotondo della torcia illuminò un corpo. Mezzo mangiato, scarnificato dai morsi dei topi, doveva essersi incassato sulle gambe in equilibrio contro i mattoni, perché sembrava stesse in piedi. A giudicare dall’altezza poteva essere quello di un bambino. Una bambina, considerando i capelli lunghi che si arruffavano stopposi attorno a quello che restava del volto.

Ma questo la guardia Labruna lo pensò molto dopo.

Sul momento vide soltanto il buco nero di un occhio che sembrava fissarlo e il dito di una mano socchiusa, che puntava dritto su di lui, scivolò sui tacchi cadendo a sedere nella melma e cominciò a urlare.

Non troviamo solo una scrittura incisiva e quasi cinematografica, però. Abbiamo anche una storia che affonda nella melma di un regime che non ha saputo mutare la natura intrallazzatrice di chi gestisce il potere nel nostro Paese, anzi l’ha fatta propria, al punto che verrebbe da pensare mutatis mutandis a certi scandali economici e finanziari dell’Italia più recente.

Siamo, però, nell’Italia fascista che sta per entrare in guerra e nella quale sono in vigore le leggi razziali. Non c’è solo la solita corruzione endemica, le discriminazioni razziali portano in emersione altri aspetti, ancora più inquietanti. Si parla dell’Italia coloniale, si parla di mentalità e di culture, di superomismo. E, forse, ci accorgiamo che un po’ di razzismo è pure lui endemico; magari si manifesta a livello di cliché, di riflesso condizionato, di gaffe, come può capitare allo stesso Marino, che pure è un acceso antifascista.

«Weinì» disse lei, «Tzegè Weinì Lombardi, piacere», e salutò col braccio teso, che anche quello, tra sguardo e sorriso, sembrava una presa in giro. «Il commissario mi ha scambiato per la domestica » disse al ragazzo, che rise. 

Marino arrossì.

Giallo storico, romanzo sociale e di costume? “Bell’abissina” riesce a essere ancora altro. È anche una sapiente modulazione di sfumature narrative, per cui a un certo punto passiamo dall’inchiesta poliziesca alla suspense del thriller di qualità. Giunti al colpevole, infatti, non è finita. Bisogna incastrarlo, inchiodarlo, e non è facile. Soprattutto, bisogna salvare la prossima possibile vittima.

Una vittima che sembra voler fare di tutto per esserlo.

E, alla fine, quello di Lucarelli diventa un romanzo di sentimenti e scelte assolute, maturate in bilico sull’abisso della possibile sconfitta più cocente e definitiva.

Sul filo tagliente di questa suspense incessante si vola verso il finale di una storia la cui lettura diventa un po’ un’inchiesta sul nostro passato che non passa, sui nostri meccanismi collettivi, sul potere, sulle nostre scelte individuali. Un’inchiesta che ci fa riflettere sull’oggi.

Mai come in questo caso, si tratta di un’indagine autorizzata. Anzi, vivamente consigliata.

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Carlo Lucarelli


 (Parma 1960) esordisce nel 1990 con Carta Bianca per la Casa Editrice Sellerio. sempre per Sellerio escono L’estate torbida (1991) e Via delle Oche (1996), ristampati da Einaudi. Della serie con l’ispettore De Luca escono anche Intrigo italiano (2017) e Peccato mortale (2018). Dal 1990 ad oggi ha pubblicato oltre 20 romanzi, diversi saggi e raccolte di racconti. Per Einaudi ha pubblicato anche la serie di romanzi con protagonista l’Ispettrice Grazia Negro, Lupo Mannaro, Almost Blue (1996), Un giorno dopo l’altro(2000), Il sogno di volare (2013), e la serie con l’Ispettore Coliandro, Falange armata e Il giorno del lupo. Sempre per Einaudi sono usciti anche: L’isola dell’angelo caduto, Guernica, Laura di Rimini, L’ottava Vibrazione, Albergo Italia e Il tempo delle Iene. Molti suoi racconti sono stati raccolti nell’antologia “Il lato sinistro del cuore”. Per la RAI è stato autore e conduttore del programma Mistero in Blu (1998), Blu Notte, Blu Notte Misteri Italiani, Lucarelli Racconta e La tredicesima ora. Dal 2014 al 2018 è autore sul canale Sky Arte HD del programma Muse Inquietanti e dal 2019 di Inseparabili. Dal 2015 al 2016 cura sul canale Crime Investigation “Profondo Nero”. Due suoi personaggi, L’Ispettore Coliandro e Il commissario De Luca, sono approdati in TV dando il nome alle serie omonime di sceneggiati televisivi per la RAI. Ha scritto per la radio (Radiobellablù, deegiallo), per il teatro (Via delle Oche, Tenco a tempo di tango, Pasolini un mistero italiano). Ha pubblicato alcuni libri per ragazzi (Nikita, Il trillo del diavolo, Febbre gialla) e nel 2015 è uscito il suo primo libro per bambini: Thomas e le gemelle, per Rrose Sélavy Editore, le cui protagoniste sono le sue gemelline: Angelica e Giuliana.