Intervista a Brunella Schisa




A tu per tu con l’autore

A cura di Rob Forconi 


 

Brunella Schisa 

 

 

Iniziamo quest’oggi una bellissima chiacchierata con un’autrice fresca fresca di nuova pubblicazione: Brunella Schisa con il thriller Anatomia di un Mostro. Buongiorno, è un piacere averti tra di noi!

«Sono molto contenta di essere con voi e vorrei ringraziarti per la bellissima recensione che hai fatto sul blog.» 

 

Dopo aver letto il libro mi sono preso del tempo per cercare di capire dove inizia il Mostro e dove finisce l’uomo. Qual è il punto di rottura in cui avviene il cambiamento, è davvero un qualcosa di fisico che si muove dentro il corpo e che la mente percepisce come una mutazione necessaria, oppure è un gene del male che vive sopito dentro, solo, si nutre in solitario e solo in alcuni casi esci fuori?

Bella domanda! Io penso che il mostro non è mai visibile, non a caso Medusa è un personaggio mitologico. Dal volto, dalla postura, dai movimenti di Adolf Eichmann al processo di Norimberga, non avremmo mai pensato che fosse lo spietato nazista che aveva mandato a morte migliaia di ebrei, ma piuttosto un mite burocrate. Hannah Arendt  seguendo il processo coniò l’espressione “La banalità de male”. Il Male sa nascondersi molto bene ed esplode per motivi diversi. Non penso che un gene maligno si annidi in tutti noi. Ovviamente conta il vissuto. Ma i  dolori patiti nell’infanzia non giustificano atti violenti.  Secondo me il Male annida le sue radici nel sadismo, nella precisa volontà di sottomettere l’altro. Sia fisicamente che psicologicamente. Col romanzo ho provato a esplorare due facce del Male. Ma ne esistono molte altre.

 

Nel libro possiamo definire la Psiche e la Società come i veri protagonisti della vicenda, senza tralasciare lo spessore dei personaggi che si muovono all’interno del mondo da te creato. Lo chiamo “Mondo”, perché la visione che un autore ha è sempre personale, magari demonizzata da ciò che vive, vede, assapora, ma è pur sempre una finzione. Cosa ne pensi a riguardo?

Il Mondo di cui parli tu, uno scrittore lo ha vissuto personalmente oppure in modo indiretto attraverso libri, fatti di cronaca, cinema, tv. Per questo romanzo, che è pura finzione, mi sono ispirata a figure che ho conosciuto. Nella mia carriera di giornalista sono andata in diversi ospedali psichiatrici giudiziari. Ho parlato con madri assassine, sterminatori di famiglie, ho intervistato il mostro del Circeo Angelo Izzo. Quando ho cominciato a scrivere, tutte le esperienze mi sono tornate alla memoria. È una reazione inconscia. Per quanto riguarda l’altra figura, il mostro psicologico, quello che non fa versare una stilla di sangue ma tortura psicologicamente, l’ho mutuato da una persona che ho conosciuto.

 

Anatomia di un Mostro, come è nata l’idea, a cosa ti sei ispirata per scrivere questo libro?

E soprattutto, quanto della tua persona è presente in questa vicenda?

Nella mia vita privata, come accennavo prima, una persona mi ha fatto molto soffrire, perciò mi sono detta che a distanza di diversi anni potevo avere la mia vendetta cartacea. Ho immaginato un personaggio che si prestava e l’ho fatto torturare. Diciamo che  è stato un romanzo terapeutico. Uno scrittore quando si mette davanti al computer è onnipotente. Può muovere il sole, cambiare l’asse su cui gira la terra, io mi sono trasformata in vendicatrice, ma a differenza della protagonista sono perfettamente consapevole di quanto ho fatto.  Forse per questo ho cercato di rendere Nora una persona molto diversa da me.

 

Uscendo dalle righe del libro, ci piacerebbe conoscere lontano dal testo scritto la vita della scrittrice, come pianifica, decide di scrivere, si lascia influenzare dalle altre arti, o magari separa in maniera netta il momento di “creazione” da quello dell’allontanamento. 

Per scrivere ho bisogno di avere una storia da raccontare. Una curiosità sul personaggio che poi la scrittura mi aiuterà ad approfondire. Il mio primo romanzo, La donna in nero, è nato dalla passione per l’arte (al giornale per alcuni anni ho tenuto una rubrica sulle mostre in corso).  Mi incuriosiva, Berthe Morisot, unica pittrice impressionista, innamorata dello sposatissimo Edouard Manet, e ho deciso di raccontare la loro storia d’amore attraverso gli undici ritratti che Manet le ha fatto. Tutto parte sempre da una scintilla che scoppia dove capita, non pianifico nulla. Il problema è che adesso ho preso gusto a scrivere thriller e potrei pensare a un seguito di Anatomia di un mostro.

Ringrazio davvero Brunella Schisa per questa gentile chiacchierata, sperando di ritrovarla nelle nostre thrilleriane pagine quanto prima!

Rob Forconi

«Grazie a te dello spazio e dell’attenzione».

Antonella Schisa 

 

 

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