Bucaneve




 BUCANEVE

di Melissa Da Costa

Rizzoli 2023

Elena Cappellini ( Traduttore )

narrativa, pag.480

Sinossi. Ambre ha vent’anni e la vita davanti a sé, ma non la vede. Da un anno è l’amante ragazzina di un quarantenne, Philippe, professionista affermato, padre di famiglia. Vive nell’appartamento che lui le ha messo a disposizione, ma è un amore asfissiato che si nutre di scampoli di tempo. Quando Ambre, sopraffatta dal vuoto, tenta di farla finita, Philippe è già distante da quell’amore nuovo e salva il proprio imbarazzo offrendole una via di fuga: le trova una sistemazione ad Arvieux, un paesino delle Alte Alpi francesi, come cameriera stagionale in un albergo. In questa valle azzurra, dove la montagna si presenta allo stato puro e le vetrine dei bar sono appannate dai fumi della cioccolata, Ambre scopre un micromondo di sogni, fragilità, entusiasmi, delusioni. Le persone che incontra hanno, come lei, dolori che pesano e solitudini schierate come scudi. Persone come Tim, l’aiuto cuoco, ventiduenne gay rifiutato dalla sua famiglia; come Rosalie, madre single di una bambina di quattro mesi, che soffre di fobia dell’abbandono. Come Wilson, che preferisce il rumore del vento tra i pini alla compagnia degli uomini. Giorno dopo giorno, tra un turno in sala e una ciaspolata nei boschi di larici, tra incomprensioni e risate leggere, Ambre mette piede nei loro silenzi ed esce dal suo. Come accade quando, sulla superficie di neve invernale, protettiva e muta, riaffiora la vita nei petali di un bucaneve.

 Recensione di Barbara Aversa

Essere felici è riuscire a stravolgere tutto, a rimettere tutto in discussione, anche tutta la vita se lo desideri”.

Ambre è una giovane disorientata, piena di vuoti incolmabili. 

Scampoli di una adolescenza lattiginosa e opalescente che sembra non esserle appartenuta. Mai. Fuori posto, sempre, ovunque.

E Philippe che non può offrirle nulla se non ritagli minuscoli di momenti che non la riguardano davvero e un appartamento dove l’amore diventa claustrofobico, l’aria rarefatta e il tempo dilatato.

Ambre forse non vuole una storia d’amore, vuole una famiglia. Ma Philippe quella famiglia ce l’ha già. Così rivoli di disperazione scorrono lenti sulle vene diafane e tutto diviene flebile sfocato e vitreo.

Da dove si ricomincia quando si ricomincia?

Ambre si ritrova in un paesino delle Alpi francesi come cameriera stagionale in un albergo. Questa realtà, inizialmente così appannata, inizia a illuminarsi lentamente grazie alle voci di Rosalie, Sophie, Andrea Tim e Anton.

Cicatrici pulsanti, realtà senza riferimenti concreti se non quella di ritrovarsi ogni stagione, stretti per ripararsi dal freddo animico nelle pause ritagliate, nel Natale improvvisato, nell’addormentarsi l’uno sulle ferite dell’altro.

Quelle che non devi metterci il cerotto sennò non si cicatrizzano più. Quelle che per tornare pulite devi scardinarle, attraversarle, raccontarle.

Ma sotto voce, quando sei ascoltato solo per metà, quando tra la veglia ed il sonno scendono le difese.

E poi la vita procede.

Lenta e frenetica.

Giorno dopo giorno, con i nuovi equilibri che si instaurano ma poi vengono annientati, e si ricomincia ancora.

Perché l’evoluzione è ciò che fa parte del processo di cicatrizzazione delle ferite che ci portiamo addosso.

È un romanzo “sugli altri”,  su tutto ciò che va oltre noi stessi e che ci permette (miracolosamente, talvolta) di risanarci. Con le piccole cose, con le discussioni furibonde, con chi ti regala l’universo ma poi te lo toglie.

E l’amicizia che fa da collante, crea un intreccio di ramoscelli là dove non esistono radici, e in quell’essere ingarbugliati ci si sente finalmente a casa. 

Ambre è leggera ma intensa e coraggiosa, come un bucaneve quando nessuno aspetta più che sbocci, ci regala la sua storia. Quella di una ragazza che non si arrende e che cerca sè stessa e continua a farlo, perché il vero viaggio è la continua riscoperta. 

Una scrittura emozionante e introspettiva che ci restituisce un romanzo di formazione traboccante sull’adultità, sulle relazioni, e di come queste riescano a fondersi con noi, per lasciarci un senso di pienezza ma nel contempo rendendoci liberi permettendoci di dare alla luce noi stessi.

Ma a nostro modo, con i nostri tempi e il nostro travaglio.

Un romanzo bellissimo, magnetico, toccante.

      

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Mélissa Da Costa


è una scrittrice francese. Dopo aver studiato economia e management all’Institut d’administration des entreprises de Lyon (IAE) (2008-2011), si occupa di comunicazione in ambito energetico e climatico. I quaderni botanici di Madame Lucie, pubblicato in Francia con grande successo di pubblico, è il suo primo romanzo tradotto in Italia. Il suo esordio letterario, Tout le bleu du ciel, è stato tra i dieci libri più venduti in Francia nel 2020 ed è stato pubblicato da Rizzoli in Italia nel 2022.

A cura di Barbara Aversa 

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