Chiedi al cielo




Recensione di Katia Montanari


Autore: Carmela Scotti

Editore: Garzanti

Pagine: 317

Genere: narrativa

Anno di pubblicazione: 2018

Sinossi. Siamo a Palermo. È passato un mese dalla scomparsa di suo figlio Luca e Anna Oddo “sopravvive” tra disperazione, sensi di colpa, incubi notturni e sospetti. Anna è costretta a vivere nel silenzio più totale a causa di una brutta meningite che a undici anni l’ha privata dell’udito. La sordità ha rappresentato sempre per lei un nascondiglio dal mondo, dal dolore e dalla propria famiglia che, non in grado di accettare il suo handicap e di gestire la situazione, si è allontana sempre di più da lei fino a perderla completamente il giorno che gli assistenti sociali l’hanno condotta in un istituto. Ora Anna non riesce a darsi pace per la scomparsa del suo bambino, unica luce nella sua vita, e, spinta dal sospetto, si avvicina a Giona Grimaldi, suo vicino di casa. Anche lui è rinchiuso come lei in un grande dolore a causa della morte prematura della moglie che non riesce a superare e che lo sta logorando dall’interno. Insieme proveranno a uscire dalla loro disperazione ma i fantasmi del passato sono davvero sepolti per sempre?

RECENSIONE

Questo romanzo mi ha colpito molto per il senso di tristezza, solitudine e disperazione che riesce a trasmettere al lettore. È una storia di dolore che solletica la paura più grande di ogni genitore, la scomparsa del proprio figlio, ma anche quella di ogni essere umano, la solitudine.

Si può diventare tutto, il dolore ti porta dove vuole, ti cancella e ti rimodella come creta

Tratta di quel dolore così “pieno” che non lascia spazio a nessun altro sentimento, né alla compassione né ai sensi di colpa.

Racconta di quando la sofferenza esplode e si può o trasformare in rabbia cieca che va oltre perfino alla ragione e alla morale, o può spingerti a superare le tue paure, i tuoi rancori e a cercare conforto in quei pochi momenti di felicità che la vita, in modo inaspettato, ti mette a “portata di mano”.

L’analisi psicologica dei personaggi principali è accurata ed è proprio dalle loro riflessioni interiori che scaturiscono le azioni e le scelte che fanno evolvere la trama. Anna è figlia di una madre anaffettiva e di un padre troppo debole per rappresentare un punto di riferimento.

Giona invece è figlio di un padre padrone e di una madre troppo impegnata a compiacere il marito per curarsi di lui. Le famiglie li hanno cresciuti apparentemente incapaci di reagire di fronte ai dolori della vita ma insieme, anche se ognuno attraverso un percorso differente, lotteranno per superare questa sofferenza, anche andando contro all’immagine che hanno di loro stessi, alle loro convinzioni e alle loro poche certezze.

Lo stile scelto dall’autrice è fluido e ricercato. In più punti sono presenti descrizioni “raffinate”, a tratti poetiche. È una lettura che fa riflettere soprattutto quando ci si rende conto che alcune azioni, certamente deplorevoli, non vengono avvertite subito come tali poiché nel contesto il primo istinto è quello di giustificarle.

Non è da sottovalutare nemmeno il lato “giallo” del romanzo. Le motivazioni nascoste dietro alla scomparsa di Luca emergono lentamente e in modo inaspettato, creando attimi di suspense. È sicuramente un libro che mi sento di consigliare.

Carmela Scotti


É nata a Messina nel 1973. Si è diplomata a Palermo in pittura e fotografia all’Accademia di Belle Arti. Ha vissuto a Palermo, a Roma e a Milano, svolgendo diversi lavori. Il suo romanzo di esordio “L’imperfetta” è stato pubblicato nel 2016 ed è arrivato tra i finalisti della XXVII edizione del Premio Italo Calvino. Attualmente vive in Brianza e collabora con i settimanali Cronaca Vera e TuStyle.

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