Cieli in fiamme




 Cieli in fiamme

di Mattia Insolia

Mondadori 2023

narrativa, pag.276

Sinossi. Chi è la persona che ogni mattina incontriamo allo specchio? Quanto ci riconosciamo nel nostro sguardo e quanto ci vorremmo diversi da come siamo? Nel 2019 Niccolò ha diciotto anni e una storia famigliare complicata, per lui è impossibile non scorgere sul proprio volto le tracce del passato dei genitori. L’arroganza e la crudeltà con cui agisce lo aiutano a sentirsi libero, ma forse non fanno che spingerlo sempre più in un destino già scritto: quello del padre, Riccardo. Riccardo ha trentasei anni ed è un uomo al capolinea che vorrebbe il perdono del figlio. In auto, i due andranno verso Sud, verso Camporotondo, dove tutto ha avuto inizio diciannove anni prima. Lungo la strada Niccolò cercherà il significato del proprio passato, Riccardo la redenzione. Estate 2000: Teresa è un’adolescente che vive male, soffocata tra una madre incattivita dall’infelicità, un padre depresso e coetanee alle quali crede di doversi uniformare pur sentendosi lontana dai loro interessi e desideri. Quando, in vacanza a Camporotondo coi genitori, incontra Riccardo, diciottenne bellissimo e feroce, capisce che lui sarà il suo salvatore e insieme il suo carnefice. Cieli in fiamme è un romanzo potente, in cui la generazione dei figli guarda i genitori e li scopre inadeguati, adolescenti loro stessi, una visione dura ma nient’affatto priva di pietas. Pur così giovane, Mattia Insolia ha una poetica, la determinazione di esplorare la confusione, le contraddizioni, il furore, la vitalità di due generazioni: genitori e figli. Nella sua scrittura convivono in maniera originale ed esplosiva un’essenza antica, un passo da tragedia, e una sensibilità totalmente contemporanea, vicina al miglior cinema di questi anni.


Cieli in fiamme

A cura di Laura Bambini


 Recensione di Laura Bambini

Lo odiava. Ma riusciamo a odiare solo chi avremmo potuto amare, o chi abbiamo amato e perduto.”

Premetto che invece li ho odiati e amati tutti allo stesso tempo.

Mattia Insolia mette allo specchio due generazioni, ognuna con le proprie contraddizioni, sia quelle identiche per qualsiasi adolescente che quelle della propria epoca, e le sviscera attraverso una scrittura chirurgica che tiene avviluppato il lettore in un vortice destabilizzante.

Con il gioco di due piani temporali in cui sono opposte persino le stagioni (inverno 2019 – estate 2000), ci racconta la storia di Niccolò, diciottenne arrogante con più domande che punti fermi e poca voglia di rispondersi, e Teresa, che diciannove anni prima è un’adolescente vessata alle prese con un’estate e un corpo feroci.

Tra loro c’è Riccardo, prima adolescente arrogante e poi padre che cerca una redenzione da qualcosa che ci viene svelato solo all’ultima pagina.

La ferocia è la compagna sottile di tutto il romanzo.

Teresa è letteralmente soffocata dall’ira materna e dall’inadeguatezza del padre: la madre continua a ripeterle che è sbagliata, qualsiasi cosa che fa o che dice è sbagliata e a ogni sbaglio corrispondono mazzate (a ciò si aggiunge il bigottismo, dettaglio che non mi ha affatto stupita); il padre, invece, non ha spina dorsale e non reagisce a nulla. Ma con Teresa si affronta un tema che in narrativa viene spesso raccontato male e che invece Insolia mostra per quello che è: sentirsi non conformi.

Teresa è grassa, non si piace e si sente sempre inadeguata nel confronto con gli altri; non ha mai fatto alcun tipo di esperienza a causa della madre: non si è mai depilata, non è mai uscita con le amiche, non capisce il linguaggio della sbruffoneria, viene presa in giro, e potrei continuare.

Per superare questo stallo, si autoconvince di dover somigliare alle sue coetanee, ma l’inadeguatezza rimane, come sappiamo bene noi.

Nel 2019 Niccolò guarda la madre e la scopre altrettanto feroce e come lei se ne domanda il motivo e si dà la colpa. Capisce che Teresa vede in lui il padre assente e, quando quest’ultimo gli chiede di intraprendere un viaggio verso sud, Niccolò accetta. Gli sembra di vedere il proprio riflesso in quel padre che non conosce e che chiede una redenzione da qualcosa di imprecisato.

La fine giunge come un colpo di frusta.

La ferocia sta anche nella scrittura: lo stile dell’autore ci sbatte in mezzo ai personaggi senza concederci respiro, in una giravolta in cui ci (ri)scopriamo figli, genitori, adolescenti e adulti con tutte le domande che ci siamo posti e i grandi irrisolti che non avremmo voluto avere. Insolia ci fa riscoprire il desiderio di una guida, di qualcuno che ci fermasse prima dell’irreparabile senza giudicarci.

Il bisogno di comprensione, soprattutto.

Quella che i personaggi non hanno mai avuto e che è più reale di quanto chiunque voglia ammettere.

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Mattia Insolia


Mattia Insolia, nato a Catania, si è laureato in Lettere a La Sapienza di Roma con una tesi sul movimento letterario dei Cannibali italiani, per poi proseguire gli studi in Editoria. Ha pubblicato racconti di vario genere e scritto per diverse riviste di cultura, tra cui «L’indiependente». Nel 2020, per Ponte alle grazie, pubblica il romanzo Gli affamati, candidato da Fabio Geda al premio Strega 2021.

A cura di Laura Bambini

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