Civilizzazioni




Recensione di Francesca Mogavero


Autore: Laurent Binet

Traduzione di Anna Maria Lorusso

Editore: La nave di Teseo

Pagine: 384

Genere: Narrativa

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. 

1492: Cristoforo Colombo non scopre l’America ma viene fatto prigioniero a Cuba, e il futuro non gli promette nulla di buono.

1531: gli Inca invadono l’Europa.

In un romanzo di amori, conquiste, battaglie, tradimenti, tesori, Laurent Binet capovolge la storia delle scoperte: il re degli Inca Atahualpa sbarca nell’Europa di Carlo V, della riforma luterana e dell’Inquisizione, della nascita del capitalismo e della rivoluzione della stampa.

Da Cuzco a Firenze, Atahualpa si allea con Lorenzo de’ Medici e si mostra molto abile nel conquistare il favore dei popoli oppressi, garantendo libertà di culto, un’equa redistribuzione delle ricchezze, un mondo con meno tasse. Il nuovo conquistatore guarda però con sospetto alle stranezze e alle contraddizioni degli europei, uomini vestiti in modo sorprendentemente misero, che combattono tra loro per un uomo crocifisso e vietano la poligamia, ma non rinunciano alle amanti. Dopo il successo mondiale di La settima funzione del linguaggio, Laurent Binet sfida i generi letterari con una trama sorprendente che ribalta la storia che conosciamo: cosa sarebbe successo se fossimo stati noi, gli europei, il nuovo mondo da scoprire e conquistare? Un romanzo su un passato immaginario che somiglia, in modo inequivocabile e inquietante, al nostro presente.

Recensione

La storia non si fa con i se e con i ma”. Ma l’ucronia sì.

Laurent Binet, autore di Civilizzazioni, ipotizza biforcazioni plausibili per dipingere uno scenario alternativo che procede per reazioni a catena rapide, come se il meccanismo, una volta avviato, non contempli il pulsante stop, né tantomeno il rewind.

Un’alternativa preferibile? Agli altrettanto plausibili posteri l’ardua sentenza.

Rapidità, dicevo: e potrebbe essere altrimenti, in un periodo che in ogni caso non potrebbe mancare sulla linea del tempo, pare suggerire l’autore di cambiamenti tanto radicali?

L’uscita dal Medioevo, la scoperta di nuove terre, il Rinascimento, il fiorire della letteratura, delle arti, delle scienze e delle correnti religiose, la sete di riforme dal basso mentre la fame espansionistica cala dall’alto: una rivoluzione in tutti i campi, in tutti gli strati sociali che non può non verificarsi, indipendentemente dal porto da cui si salpa per veleggiare verso mondi sconosciuti, come una tappa obbligata nel progredire dell’umanità. E se tutto questo si compie con il benestare del Sole, del dio inchiodato”, di Allah o dell’ingegno meramente terreno e mortale è indifferente.

Cosa sarebbe successo se i Vichinghi fossero arrivati ben oltre la Terra Verde e la Terra del Vino, portando altrove i loro martelli, il dio del Tuono e l’irrefrenabile smania del viaggio? Forse, anni dopo, all’arrivo di un certo Genovese, l’accoglienza sarebbe stata ben diversa. Forse, ancora più tardi, un giovane sovrano, anziché prendere Cuzco, si sarebbe ritrovato col suo seguito a peregrinare da Quito fino a Baracoa e al di là dell’Oceano, non solo per salvarsi, ma spinto da un desiderio inspiegabile che sussurra e strepita nel sangue. E forse, nelle lune e nei raccolti a venire, sempre affiancato dalla splendida e saggia principessa nuda”, l’Inca avrebbe incontrato contadini vessati da tasse insensate e banchieri, altri sovrani e artisti, brindando con un calice di bevanda scura tinta di rosso a una nuova alba. Infine, magari, qualcun altro, attirato proprio da quelle botti inebrianti, da quelle navi cariche di prodotti mai assaggiati, di quadri, racconti di ricchezze e di sogni, sarebbe stato tentato di partire oltremare, rimettendo in discussione equilibri e credenze.

L’opera di Binet conquista, sa di rotte leggendarie e di onde, di crocevia di storie e possibilità, di vento, ardore, frutti tropicali e chimere. È un grande romanzo di avventura composito, un insieme di cronache, ciascuna con il proprio stile, che ricalca la voce e lo spirito del tempo, in cui vere citazioni e invenzione narrativa si intrecciano senza soluzione di continuità (lo spiega bene la nota della traduttrice Anna Maria Lorusso, il cui lavoro è davvero straordinario). Come capita tra mondo onirico e realtà, tra desideri e azioni, tra storia e ucronia.

 

A cura di Francesca Mogavero

 

Laurent Binet


Laurent Binet è ricercatore e professore di Letteratura in Francia. Il suo romanzo di debutto, HHhH, ha vinto il Prix Goncourt opera prima ed è stato pubblicato in oltre quaranta paesi. La settima funzione del linguaggio (2018) è stato tradotto in venticinque paesi e ha vinto il Prix Interallié e il Prix du Roman Fnac. Con Civilizzazioni, in corso di traduzione in diciassette paesi, ha vinto il Grand Prix du Roman de l’Académie française.

 

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