Come tutto è cominciato




Recensione di Elsa Flacco


Autore: Luisa Menziani

Editore: Edizioni Artestampa

Genere: romanzo di formazione

Pagine: 320

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. L’estate indimenticabile, quella del primo amore, del tempo lento e incantato, della vaga e assoluta libertà di un futuro ancora possibile. Quella del 2001 è un’estate che Lollo non dimentica facilmente, anche se sono passati quasi vent’anni. Qualcosa di quell’istante meraviglioso è rimasto incastrato nella sua memoria, o forse qualcuno. E sarebbe rimasto lì per sempre, nelle pieghe di un tempo che si fa sempre più remoto e fatato, se non fosse stato per un banale messaggio arrivato a bruciapelo. Un messaggio che in un attimo riporta tutto di nuovo lì, davanti ai suoi occhi. Come in un sogno pieno di luce, il racconto ci porta là dove tutto è cominciato, a decifrare un passato che lambisce ancora il presente con le sue promesse di felicità.

Recensione


Lollo, Chuck, Tommy, Ida, Alice, Elena, Bruno. Il misterioso Boss. E poi Walter e zia Italia.

Ceresina, a.D. 2001, la bella estate, per citare un grande. L’estate dell’affacciarsi alla vita e del primo grande amore, quello che mai si dimenticherà. L’incontro con la bellezza, quella pura e assoluta della ventenne Alice Boniverti, almeno agli occhi del diciassettenne Lollo.

Alice la forestiera, l’irraggiungibile, la ricca altoborghese che viene a passare le vacanze nel piccolo borgo incassato tra le montagne dell’Appennino, fuori del movimento della grande città, di metropoli come la Parigi dove lei sta per trasferirsi. Ma per adesso è qui, a Ceresina, dove sconvolge i placidi ritmi di un paese tutto dedito a organizzare il locale festival del rock.

La bella Alice e la sua amica Elena, gelosa e a tratti scostante, e l’atletico e attraente Bruno, innamorato della prima, scompigliano con la loro presenza rapporti di amicizia e di affetti già collaudati, inserendo quell’elemento di novità che movimenta l’ambiente chiuso e placido del borgo. Fulcro delle dinamiche sentimentali è sempre lei, Alice, centro dell’attenzione e oggetto del desiderio, capace di determinare svolte narrative e turbamenti interiori anche solo con un gesto, un’occhiata o la decisione capricciosa di scombinare i programmi della serata.

Il filtro del tempo, interposto tra quella estate e il presente, sedici anni dopo, con l’improvvisa e inspiegabile ricomparsa di Elena, l’ospite allora diffidente verso i ragazzi di paese, animata da una sospetta possessività verso l’amica Alice, che propone una rimpatriata della comitiva a Parigi, crea una distanza dal punto di vista del narratore Lollo, che ci restituisce l’atmosfera magica di quella prima giovinezza trascorsa e finita per sempre.

Il senso di perdita e malinconia sotteso al ricordo di quell’amore sospirato e mai vissuto, dona alle pagine un incanto leggero, una tenerezza che non si fa mai tristezza, conferendo al racconto un fascino avvolgente.

Efficace la scelta di alternare il punto di vista interno di Lollo con un narratore esterno onnisciente, espediente che offre al lettore la possibilità di leggere gli sviluppi della vicenda secondo la duplice prospettiva oggettiva e soggettiva, immedesimandosi con i patemi amorosi di Lollo ma, al tempo stesso, riuscendo a distanziare la propria visuale abbastanza da comprendere nello sguardo le ragioni e i moventi degli altri personaggi.

Scelta vincente, questa dell’autrice, capace di attrarre il lettore nel vortice di relazioni, conflitti, passioni che via via collegano e oppongono i personaggi, in una rete di rapporti complicata come la vita stessa.

La vicenda si dipana tra passato e presente, con l’estate di sedici anni prima che rivive nelle sue giornate lunghe e calde, negli incontri, i giri in bicicletta, le serate in compagnia; e il presente, con i protagonisti ormai cresciuti e lontani tra loro, con esistenze indipendenti, più o meno realizzate, più o meno scialbe.

Fino a quella telefonata di Elena che li raggiunge uno per uno, mettendo in crisi, in qualche caso, le certezze e la stabilità conquistata. Alla fine andranno a Parigi, ma un’assenza peserà sul loro ritrovarsi.

E allora è tutto svaporato come il sogno perduto della giovinezza? Forse. O forse no. Forse c’è ancora una speranza di ritrovare l’amore. Quello che non muore e riemerge quando meno te l’aspetti.

A tenere insieme i fili della narrazione, le oscillazioni tra passato e presente, focalizzazione interna e prospettiva onnisciente, le intricate relazioni tra i personaggi, c’è la scrittura sapiente e delicata, leggera e insieme densa, evocativa e nello stesso tempo capace di restituire nei dettagli colori, profumi ed emozioni, della scrittrice Luisa Menziani, che ancora una volta stupisce e delizia.

 

Luisa Menziani


Luisa Menziani dopo la maturità classica ha conseguito la Laurea in Lettere Moderne presso l’Università di Bologna con una tesi sui Disegni di figura del Cinquecento modeneseVive a Modena dove attualmente insegna Lettere presso il Liceo scientifico Wiligelmo. Con le Edizioni Artestampa ha pubblicato nel 2015 FanteCavalloeRe e nel 2017 Ci vorrebbe una mappa.

 

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