Cuori Neri




 CUORI NERI


  • Autore: Luca Telese
  • Pagine: 800
  • Editore: Solferino
  • Genere: Saggio storico-politico
  • Pubblicazione: 2022 (nuova edizione)

Sinossi. Ventuno morti, un’unica guerra: quella, tra opposte ideologie, che per quasi quindici anni sconvolse l’Italia. Cominciando da Genova 1970, Ugo Venturini: «Il primo passo verso gli anni di piombo. Così, quasi per caso». Per finire a Roma 1983, Paolo Di Nella, il «fascista grunge», che chiude con un sigillo di sangue quell’epoca. In mezzo, il rogo di Primavalle, destinato a bruciare per decenni; il «western metropolitano» per le strade di Roma in cui rimane ucciso il greco Mikis Mantakas; l’escalation di tensione nella Milano del 1975 che porta all’omicidio di Sergio Ramelli; e molti altri. Storie come romanzi neri, per anni precipitate nell’oblio, riemerse tra le polemiche con la prima edizione di questo libro, riaccolte nella memoria storica di un’Italia che i conti con il passato sembra farli sempre in modo parziale o sbagliato, a colpi di fucile o a colpi di spugna. Per questo Cuori neri, che torna in libreria con una nuova prefazione, è un libro prezioso: perché offre un’analisi non elegiaca né contundente; perché porta in luce la dimensione umana della rabbia e della perdita; perché strappa dal passato il velo ingannevole di tragedia e di destino per restituire la verità delle scelte, delle catene di cause ed effetti e anche delle colpe. Non ci sono angeli e demoni, non ci sono disgrazie inevitabili e nessuno è innocente in Cuori neri, un libro di storia che nella sua lunga vita editoriale non ha mai perso di attualità. Ci sono i fatti, le voci dei protagonisti di ieri e di oggi, lo scavo nelle fonti tra giornali e documenti. C’è una voce appassionata d’autore che scandisce con ritmo di fiction il passo inesorabile della realtà. C’è il dovere crudo della memoria e l’appello alla responsabilità delle classi politiche e dei cittadini verso il più grande e più fragile dei beni comuni: la democrazia.

 Recensione di Gabriele Loddo

Recensire il libro di Luca Telese, “Cuori neri”, non è un compito facile. Successo editoriale che vanta numerose ristampe, l’opera è nota per essere uno dei saggi letterari italiani di maggiore riferimento per l’analisi dell’autore sulle dinamiche politico-sociali degli anni di piombo.

Nel 2022, il lavoro viene pubblicato in una edizione aggiornata per Solferino Editore, ed è annunciata da una prefazione rinnovata in toto. Il motivo della scelta è da ricercarsi nelle recenti elezioni italiane, suffragio che ha portato le formazioni della destra politica alla guida del governo nazionale.

Perché: “Se vuoi capire il retroterra politico della destra che ha vinto le elezioni…”, “Se vuoi scoprire il cemento culturale che tiene uniti i nuovi fratelli della Repubblica…”, “Se vuoi capire chi sono i nomi del Pantheon che disegna l’identità di un intero popolo…”, recita testualmente la prefazione, non bisogna esaminare gli eventi che caratterizzarono i tempi della Repubblica di Salò, ma frugare tra le “pagine più cupe degli anni di piombo”. In effetti, molte delle figure citate negli spaccati storici descritti dall’autore, si sono spesso affacciati in qualità di attori protagonisti o di comparse secondarie nei fotogrammi che li hanno documentati.

Non essendo un’opera prima, sono andato a vedere i pareri di chi in passato l’avesse già presa in esame. Come immaginavo, tra critici esperti, giornalisti famosi e personaggi più o meno politicizzati, ho rinvenuto pareri numerosi e contrastanti. C’è chi la ritiene precisa, obbiettiva e dettagliata e chi, al contrario, la giudica ingiusta o di parte. In modo particolare, chi ha vissuto in prima linea gli eventi trattati, asserisce che non sia possibile comprendere le logiche, gli stati d’animo e i metodi usati, se non la ritiene, a tutti gli effetti, una lotta o, ancor di più, una guerra sociale.

Vero, le storie raccontate nel testo descrivono avvenimenti di quando ancora indossavo il grembiule e i nastri colorati che lo decoravano negli anni delle scuole elementari, e non avevo la maturità adatta a comprendere il clima sociale e quanto mi stava accadendo intorno. Per questo motivo, per quanto mi sia documentato e per quanto abbia studiato in seguito, non mi ritengo la persona più adatta a esprimere un giudizio politico nei confronti del periodo storico in esame. Al massimo, dopo aver letto le 800 pagine del libro, ringrazio il destino di non essere annoverato tra gli effetti collaterali delle tante stragi elencate e di non essere caduto sul terreno di tale guerra, come fantasticato nel romanzo di Vincenzo Cerami nel suo “Un borghese piccolo piccolo”, come successo nella realtà ad altri. Ad ogni modo, anche non potendo dare un giudizio politico, ammetto che il testo spinga a farsi numerose domande. Personalmente, mi son chiesto se sia giusto immedesimarsi nelle scelte di chi ha combattuto questa guerra fratricida. Se sia corretto accettare la legittimazione politica della violenza o, anche, se ci si debba sempre arrendere alle armi, alle morti e alla sofferenza, per arrivare a uno stato sociale democratico. O, mi domando ancora, perché non si scelga mai la strada più breve e meno cruenta, che coincide con la diplomazia e il confronto dialettico. 

Ritengo il testo di Luca Telese un’opera formativa e uno stimolo utile a ragionare sugli eventi storici passati. Mi è piaciuto perché integra fedelmente gli articoli dei giornali dell’epoca, i commenti degli attori in causa, elenca gli atti processuali degli indagati e dei testimoni, racconta la storia degli anni più bui dell’Italia attraverso le interviste a chi, quei momenti, li stava vivendo sulla pelle. È una testimonianza importante, può o meno piacere, perché può o meno collimare con i propri ideali o con il proprio credo politico. Ad ogni modo, contiene 800 pagine descrittive che ricordano il dolore, il cinismo e i tanti dubbi che ci hanno lasciato in eredità:

So che adesso provo solo un grande senso di pena, penso che sia noi che loro, i rossi e i neri, siamo diventati strumenti del sistema che combattevamo.

Ci hanno fregati tutti

(Maurizio Lupini: riflessione da “Cuori neri” di Luca Telese)”.

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Luca Telese


(1970) è giornalista, scrittore, autore e conduttore del talk show di Canale 5 Matrix. Per Sperling & Kupfer ha diretto la collana «Le radici del presente» e pubblicato La lunga marcia di Sergio Cofferati (2003), Qualcuno era comunista (2009), Giusva (con Andrea Colombo, Nicola Rao, Francesco Patierno, 2011) e Gioventù amore e rabbia (2011).