Da domani mi alzo tardi




Recensione di Clementina Di Branco


Autore: Anna Pavignano

Editore: Edizioni E/O

Genere: narrativa

Pagine: 194

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. Questo libro ripercorre la vita personale e artistica di Massimo Troisi. Per fare ciò l’autrice usa un pretesto narrativo e finge che l’attore non sia morto, com’è noto, nel 1994, subito dopo aver finito di girare “Il Postino”, ma abbia scelto invece di ritirarsi a vivere in una misteriosa località di campagna, lontano dai palcoscenici e dalla notorietà, tagliando i ponti con tutto quello che è stato prima, comprese le persone con cui ha condiviso la propria esistenza. Il romanzo comincia nel momento in cui, dopo anni di esilio volontario in cui non si è saputo più nulla di lui ed è stato, in qualche modo, dimenticato, Massimo Troisi decide di tornare alla sua vecchia casa di Roma per riallacciare il filo con il suo passato. Ma non è facile. Non ha voglia di cercare nessuno, lo imbarazza dover spiegare come e perché se n’è andato, come mai è tornato. Nei primi giorni del suo ritorno vive un’esistenza solitaria, finché Gaetano e Anna, il suo amico più caro e la donna con cui ha condiviso anni di lavoro e di amore, lo convincono a ricominciare scrivendo un nuovo film. Per realizzare tale progetto, Anna e Massimo affittano una casa fuori città, dove si trasferiscono insieme. Qui, mentre cercano un’idea per una storia, Massimo scopre che Anna ricorda tutto di lui, molto più di quanto non ricordi egli stesso: la famiglia, gli episodi dell’infanzia in cui lei non c’era, ma che lui le ha raccontato in passato; ricorda il lavoro che hanno fatto insieme e come lo hanno fatto, gli incontri e, soprattutto, ricorda il loro amore. Anna comincia a narrargli ogni cosa , riempiendo i giorni di racconti intensi che portano alla luce non solo gli episodi divertenti e dolorosi della vita che hanno condiviso, ma la personalità, il modo di pensare e anche di far ridere di Massimo. I due ritrovano in questo modo anche il piacere di stare insieme, il loro linguaggio scherzoso, l’allegria e il sentimento che li ha uniti in passato: il loro rapporto sembra ricominciare. Col passare del tempo – un tempo vissuto con pigrizia, alzandosi tardi, stando sveglio fino a notte inoltrata ad ascoltare i racconti che lo riguardano – Massimo si coinvolge e comincia lui stesso a ricordare e a parlare di sé, riuscendo in questo modo a ritrovare il filo della propria esistenza.

Recensione

Iniziando a leggere il libro di Anna Pavignano si ha l’impressione di venire a conoscenza di un segreto a lungo tenuto nascosto, di quelli che si raccontano sulle famose star americane che inscenando la propria morte possono finalmente vivere una vita serena. Nel nostro caso è quello che possiamo definire un segreto di Pulcinella – detto ovviamente con affetto nonché vana speranza – perché, nonostante il libro ci illuda abilmente che la morte di Massimo Troisi sia stata una finzione, purtroppo per tutti noi, non è così. Massimo Troisi se n’è andato molto tempo fa lasciandoci orfani soprattutto di poesia così rara allora come oggi nella nostra vita.

Il libro di Anna Pavignano esce la prima volta nel 2007 per raccontare Troisi a più di dieci anni di distanza dalla sua scomparsa ed oggi, leggendolo, è ancora un libro necessario per conoscere e capire questa figura da un punto di vista privilegiato, quello della donna che è stata a lungo la sua compagna nonché preziosa collaboratrice.

Lasciandosi sedurre dal gioco che sta alle spalle di questa narrazione un po’ biografia, un po’ memoria, il libro ci cattura e ci porta dove vuole, nello specifico in una casa fuori Roma dove Anna e Massimo si ritrovano e si raccontano.

L’abilità della Pavignano è indiscutibile. I ricordi, i dialoghi e le riflessioni si fondono armoniosamente riuscendo ad abbattere il muro tra sogno e realtà e creando una nuova dimensione, quella letteraria, appunto, dove tutto appare possibile. La scrittrice fa parlare l’attore attraverso quelle frasi e quelle battute che chiunque ne abbia visto i film ha ben impresse nella memoria e quelle parole, a lui magicamente ridate, riecheggiano nella nostra mente e ci rubano ancora una volta un sorriso.

Forse inconsapevolmente chiunque abbia amato o apprezzato Troisi, lo sapeva già, se non altro lo intuiva, ma con questa opera abbiamo la certezza che persona e personaggio sono la stessa cosa.
Da domani mi alzo tardi è un’opera sicuramente significativa da un punto di vista conoscitivo, tuttavia essa possiede anche una propria identità letteraria. È infatti soprattutto il racconto tenero e delicato di una storia d’amore, tanto più intensa in quanto frutto della memoria.

Nel silenzio della casa fuori Roma, lentamente emergono dalle ombre del passato Anna e Massimo, giovani, innamorati e fuori gli schemi. Entrambi pieni di talento, si prendono e si lasciano come i personaggi che mettono in scena nei loro film.

Anna e Massimo non hanno niente della saggezza degli adulti; nella vita vera, come molti di noi, hanno probabilmente sbagliato i tempi, forse i modi, ma da parte della scrittrice non ci sono accuse verso i ragazzi che furono. Forse le cose sarebbero potute essere diverse… forse. O forse è così che dovevano andare, perché chi è rimasto potesse continuare a raccontare.

 

 

Anna Pavignano


è piemontese. La sua attività di sceneggiatrice con Massimo Troisi è iniziata con il film ​Ricomincio da tre,​ a cui sono seguiti ​Scusate il ritardo​, ​Le vie del Signore sono finite​, ​Pensavo fosse amore invece era un calesse e ​Il postino​, per la regia di Michael Radford, che ha ricevuto cinque candidature agli Oscar, tra cui quella per la miglior sceneggiatura non originale, oltre a numerosi altri premi. Ha continuato a scrivere per il cinema e per la televisione, per la radio e il teatro e si è dedicata alla letteratura per ragazzi. Con le Edizioni E/O ha pubblicato ​In bilico sul mare​, da cui è stato tratto il film ​Sul mare del regista Alessandro D’Alatri, e ​Venezia, un sogno​. ​Da domani mi alzo tardi è diventato un film, per la regia di Stefano Veneruso.

 

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