Delitto alle saline




Recensione di Patrizia Argenziano


Autore: Danilo Pennone

Editore: Newton Compton Editori

Genere: thriller

Pagine: 320

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. Aprile 2017. A Marina di Ragusa, sulla costa sud-orientale della Sicilia, un uomo è stato assassinato nella sua casa al mare. È l’ex assessore all’urbanistica Domenico Capriolta, erede designato di uno dei più ricchi uomini dell’isola, l’imprenditore del sale Rosario Capriolta. I primi indizi sembrano condurre all’amante della vittima: Isabella Cannì. Ma l’emergere di nuovi fatti indirizza i sospetti su Vitale Moncada, un immobiliarista che si era visto rifiutare dall’assessore un’importante concessione edilizia. Mario Ventura, ex commissario a riposo, inizia per conto proprio un’indagine parallela a quella ufficiale, in nome di un vecchio conto in sospeso con i Capriolta. Quello che viene alla luce, però, è un giro di affari illeciti, di mazzette e autorizzazioni per costruire in un’area a ridosso del litorale. Intorno alla vittima si concentrava un gorgo di loschi interessi, corruzione, gelosie: chi si è lasciato dominare dalla passione fino a uccidere Mimmo Capriolta? La verità è crudele, scoprirà presto l’ex commissario, e non fa prigionieri…

Recensione

È la Sicilia sud orientale che scorre tra le pagine e rapisce il lettore con il suo mare, il suo stile barocco, il latte di mandorla e le scacce ragusane. Rapisce il lettore con l’intento di mostrarsi in tutta la sua bellezza, in tutto il suo essere. Chiudi gli occhi e ci sei, sei sul lungomare di Marina di Ragusa, a Ragusa ad apprezzare il Duomo di San Giorgio, tra i vicoli di Modica a camminare,semplicemente in Sicilia a gustare una scaccia o a fare indigestione di caponata.

È una Sicilia malinconica quella che si presenta al lettore perché questo romanzo è soprattutto l’incrocio in cui più solitudini si incontrano e tentano disperatamente di aggrapparsi l’un l’altra per non affogare, nuotano ciascuna con il proprio stile nella speranza di vincere il confronto con il tempo, con la malattia o semplicemente con il destino.

I nostri protagonisti sono anime fragili che cercano un barlume di calore umano che li faccia sentire ancora vivi.

Tra loro il commissario Ventura, vestito di solitudine, costretto alla pensione, si scopre ancora pienodi energie nel momento in cui la vita comincia, forse, a sorridergli, a dargli la possibilità di chiudere i conti con un passato abitato da fantasmi che non l’hanno mai abbandonato. Burbero, freddo, al limite della maleducazione a volte, si infiltra dove può e anche dove non può, senza guardare in faccia a nessuno come se fosse un commissario in azione a tutti gli effetti, ancora in servizio conl’ex collega Beninata.

Eppure dietro questa scorza dura si nasconde un uomo che non ha mai smesso di soffrire, un uomo che attraverso gli occhi ormai stanchi riconosce anime sue simili, un uomo che grazie al lavoro ma soprattutto grazie alla spasmodica ricerca di giustizia può sentirsi ancora se stesso.

Il commissario Ventura, Totò, Anita, il professor Benegò sembrano “abitare” in una Sicilia d’altri tempi, che riguarda pochi, sospesa nell’aria. Eppure nel romanzo c’è anche la Sicilia dei delitti, della corruzione, delle tangenti e dei loschi traffici e così ne esce questo giallo moderno dal sapore antico che tiene gli occhi del lettore incollati alle pagine ma non solo, lo accompagna per mano attraverso vicoli oscuri, reclama a gran voce un passato lontano e condanna un presente sporco e disonesto.

A cura di Patrizia Argenziano

instagram.com/patrizia.arge

 

Danilo Pennone


 È nato a Roma, dove vive e insegna. Ha esordito nella narrativa nel 2008 con il romanzo Confessioni di una mente criminale (Newton Compton), da cui è stato tratto l’omonimo spettacolo teatrale, rappresentato, tra l’altro, al Todi Arte Festival 2009 con la direzione artistica di Maurizio Costanzo e nelle carceri romane di Regina Coeli e Rebibbia con il patrocinio del Garante per i Detenuti del Lazio. Ha scritto per riviste specializzate diversi saggi sul cinema, lavorando come assistente alla cattedra di Storia del Cinema presso l’Università “La Sapienza” di Roma. È autore musicale e teatrale. Nel 2019 un suo racconto è stato tra i finalisti del Premio letterario “Giallo Ceresio”. La Newton Compton ha pubblicato anche Il cadavere del lago”.

 

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