Dell’anima non mi importa




Recensione di Laura Bambini


 Autore: Giorgio Montefoschi

Editore: La nave di Teseo

Genere: Narrativa

Pagine: 320

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Enrico e Carla Rubbiani sono una coppia felice e affiatata tanto da far dimenticare i vent’anni d’età che li dividono e hanno una figlia, Maddalena, che entrambi adorano. La loro vita familiare nella casa dei Parioli, fatta di cene e ricorrenze passate con gli amici, passeggiate, vacanze a Sabaudia e concerti a Santa Cecilia, sembra perfetta, almeno finché Enrico non è colpito da una crisi cardiaca che lo costringe a un breve ricovero in clinica. Il suo ritorno a casa innesca qualcosa d’inaspettato, la noia e la ripetitività della vita di coppia diventano un peso per Enrico che cerca in una storia con una collega una via di fuga alla monotonia del matrimonio. L’equilibrio della relazione tra Carla ed Enrico e la famiglia che formavano sembrano essersi definitivamente spezzati ma, forse, c’è ancora il tempo per tornare a essere quelli di prima. Un romanzo sulla forza del corpo e del desiderio in cui la scrittura attenta e precisa di Giorgio Montefoschi porta il lettore fin dentro la vita, le gioie, i dubbi e le difficoltà di una famiglia come tante, racchiusa in una normalità borghese che nasconde molte più sfaccettature e oscurità di quelle che appaiono all’esterno.

Recensione


C’è l’anima.” “A me dell’anima non mi importa.”

Giorgio Montefoschi ci porta dentro la borghesia romana, dipingendone con grande maestria il provincialismo fatto di dialoghi vuoti e priorità che il resto della società definirebbe sciocchezze, se non scoppierebbe addirittura a ridere.

L’autore delinea la tranquillità di una normale famiglia, interrotta da un malore del protagonista Enrico, che dà il via alla domanda intrinseca se sia giusto o meno accontentarsi di quanto si ha, o se sia meglio “buttarsi” e cercare il pepe che spesso manca alle coppie sposate da tanto.

La narrazione si snoda per lo più attraverso i dialoghi, inframmezzati da rare battute di servizio e brevi sommari. I dialoghi sono statici e se all’inizio le battute che non mandano avanti la storia hanno lo scopo (riuscitissimo) di mostrare la noia borghese, a un certo punto affaticano la lettura e tolgono tensione.

A ciò si aggiunge la scelta del narratore esterno che rimane un po’ “troppo” fuori dai personaggi: il passaggio più bello del romanzo, quando Carla ed Enrico sono al punto di svolta del loro matrimonio e si comportano in maniera diametralmente opposta a ciò che pensano, è quello più carico di tensione e anche quello in cui l’autore ci fa sentire, e non solo vedere, i personaggi. Avrei gradito conoscere un pensiero, ogni tanto, non soltanto “guardarlo” e interpretarlo a modo mio.

I protagonisti, in alcuni punti, sembrano fluttuare nel vuoto, in altri vediamo la scena senza “sentirla”: mancano gli odori, pochi suoni, niente gusto, poco tatto, solo vista.

I cambi di scena sono repentini e segnati da passaggi bruschi che mi hanno portata a rileggere più volte i paragrafi per capire dove fossimo, se due righe prima eravamo in salotto, poi in barca e adesso in acqua, per dire.

In alcuni momenti, sulla scena, compaiono oggetti non segnalati prima, con l’intenzione chiarissima di rendere partecipe il lettore e stimolare una lettura attiva, ma con il risultato di renderla poco chiara e zoppicante.

Quanto ai personaggi, Enrico è caratterizzato molto bene: all’inizio affronta la vita con calma, con altrettanta tranquillità tradisce la moglie, nello stesso modo tenta di riprendersela. Un uomo da paturnie non elargite e una serenità da prendere a modello. Vorrei avercela io, davvero.

Carla, invece, risulta prima capricciosa, poi viziata, infine un po’ fuori di testa: parte sostenendo di non piacere più a Enrico, glielo ribadisce a metà narrazione, glielo ripete alla fine. Incarna il tema del “desiderio”, ma con un marito senza sbattimenti, lo è anche quel lato della coppia, che viene estremizzato tanto da continuare a leggere solo per sapere se finalmente succede qualcosa.

La nota veramente positiva, lo ribadisco, è che l’autore è riuscito a rendere la mentalità borghese alla perfezione, senza nessuna sbavatura.

In breve, se cercate un romanzo pacato, non inquieto, che vi mostri cause e conseguenze di un tradimento, è il libro che fa per voi.

 

A cura di Laura Bambini

Libri di mare

 

Giorgio Montefoschi


Giorgio Montefoschi è nato a Roma. Tra le sue numerose opere ricordiamo La casa del padre (1994, Premio Strega), Il segreto dell’estrema felicità (2001), La sposa (2003), Lo sguardo del cacciatore (2003), L’idea di perderti (2006), Le due ragazze con gli occhi verdi (2009), Eva (2011), La fragile bellezza del giorno (2014), Il volto nascosto (1991, 2015) e Il corpo (2017). Ha pubblicato con La nave di Teseo Desiderio (2020) e Dell’anima non mi importa (2022) e le nuove edizioni di Ginevra (1974, 2019) e Il Museo Africano (1976, 2019), L’amore borghese (1978, 2020), La felicità coniugale (1982, 2021) e La terza donna (1982, 2021).

 

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