Diavoli di sabbia




Recensione di Davide Piras


Autore: Elvira Seminara

Editore: Einaudi

Genere: Romanzo

Pagine: 160

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. È una notte di tuoni e fulmini: dopo qualche bicchiere di troppo, Dora ansima nel sonno e urla il nome di un uomo. Accanto a lei, Rodolfo si rigira nel letto e sogna di ucciderla. Si svegliano insieme, di soprassalto: è cosí che s’innesca la macchina del dispetto, che travolge i destini di tutti. La catena di dialoghi che si rincorrono tra le pagine di questo libro è un meccanismo inesorabile, un ottovolante panoramico sul mistero comico e drammatico delle relazioni umane. Un gioco infantile e perverso che riguarda chiunque abbia, almeno una volta, iniziato una frase con la parola «io». «Ma quanti sono i giorni felici in tutta una vita, secondo te? Un mucchietto cosí. Tutti gli altri servono a fare massa, come la paglia nei cesti di Natale». Tutti conosciamo l’alchimia difficile delle coppie, i segreti, le bugie, la voglia di felicità e la forza corrosiva dei tradimenti. In ogni istante della nostra vita siamo amanti, figlie, fratelli, compagni, amiche. Una notte, dopo un’accesa discussione, Rodolfo si chiude in una stanza nella casa di Dora per non uscirne più. Indecisa se ignorarlo o chiamare la polizia, lei ne parla all’amica Manuela, che poi torna a casa e si confida con Livio, che poi si precipita dal fratello Tommaso in ospedale, che poi telefona al fidanzato Samuele, che poi riceve una strana proposta da una cliente, che poi… Elvira Seminara dà vita a una struttura originalissima e vertiginosa, un susseguirsi di dialoghi che fanno il girotondo, dove i personaggi e il lettore rimbalzano da un ruolo all’altro, da un inciampo al successivo, senza mai fondersi né perdersi davvero. Siamo dialogo incessante, sempre in relazione con qualcun altro, anelli malfermi e lucidi di un interminabile giro di parole. E poi siamo diavoli di sabbia, violenti e fragili: ci solleviamo nel vento pronti a graffiare.

Recensione 

Diavoli di sabbia è un romanzo che gioca con le percezioni del lettore, il quale si trova proiettatoin una trama in cui tutto sembra quadrare per poi scompaginarsi in continuazione rendendo difficile inquadrare quale sia la realtà degli accadimenti.

Ciononostante, alla fine, emerge la contraddizione dell’essere umano sempre impegnato a cercare un’unica strada, ignaro del fatto che non esiste mai una sola verità, ché i fatti si giudicano in basa alla prospettiva dalla quale si osservano.

La struttura dell’opera è molto particolare e si snoda seguendo uno schema ripetitivo: i capitoli contengono sempre due protagonisti ma solo uno di essi rappresenta la eco di quella parte che risuona nella storia seguente. Ciò che ne scaturisce è una moltiplicazione dei personaggi, invischiati in mille ruoli e mille vicende.


Elvira
Seminara dissemina nel romanzo tutti gli archetipi delle figure sociali e familiari che man mano vestono abiti differenti: una madre può essere anche amante e sorella, e di sicuro è figlia; un figlio può essere padre e fratello
.


Attraverso
l’utilizzo di dialoghi particolarmente riusciti, il carattere dei personaggi affiora nella sua crudezza: una persona si può descrivere in tanti modi ma solo il modo in cui si relaziona e interloquisce con gli altri soggetti può darci un quadro completo di essa. Se è vero che siamo ciò che facciamo, è altrettanto vero che siamo quel che diciamo.

L’argomento centrale sembra essere la fragilità del raziocinio umano in questi tempi moderni fatti di tutto meno che di sentimenti veri. L’autrice accende i riflettori sulla solitudine e su quanto sia difficile vivere in simbiosi con gli altri, con quel resto del mondo che spesso è profondamente diverso da noi.

Lo stile è scarno, asciutto, con rare descrizioni che, essendo così poche, colpiscono nel segno e permettono ai dialoghi di risaltare in maniera ancora più forte. I personaggi sono umorali e per questo si legano al titolo, muovendosi come diavoli di sabbia, vorticosi e pronti a svilupparsi anche quando il cielo è limpido.


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Elvira Seminara


fa la giornalista e vive ad Acicastello. Ha pubblicato: Bayt al-Rih (Casa del vento) nel 2004 con Siciliano, L’indecenza (2008 Mondadori), I racconti del parrucchiere (Gaffi 2009), Scusate la polvere (Nottetempo 2011), La penultima fine del mondo (Nottetempo 2013).