Dove i cani abbaiano




Sinossi. Brașov, Transilvania, anni ’60. La grande casa di via Majakovskij, con il suo cancello a forma di bocca e le finestre come due occhi, gloriosamente sopravvissuta a terremoti, guerre mondiali e bombardamenti, per la piccola Ana rappresenta un universo da esplorare, una miniera di storie e segreti di cui va alla scoperta con il fratello Matei e due cuginetti. Un romanzo sull’innocenza dell’infanzia e sulle sue trasformazioni che parla di passato e di famiglia, di oggetti, ricordi e testimonianze dove l’ingenuità comica e il candore della Ana bambina superano e sconfiggono la sottile malinconia della donna ormai adulta. 

 DOVE I CANI ABBAIANO IN TRE LINGUE

di Ioana Pârvulescu

Voland edizioni 2023

Anita Paolicchi ( Traduttore )

Narrativa, pag.304

 Recensione di Patrizia Argenziano

Il mondo visto con gli occhi di una bambina, con gli occhi della piccola Ana. Il suo passato scorre lento come certe giornate uggiose perché solo la lentezza ci permette di ritrovare i sassolini nascosti nelle scarpe, i profumi sospesi nell’aria, le immagini sbiadite in un angolo del cuore, le emozioni mai sopite. Ana è come un pescatore, i suoi ricordi vengono a galla come pesci presi all’amo. Ricordi che donano un’altra vita a un mondo che è stato e non esiste più, a persone e oggetti in fondo mai dimenticati. 

Ed è così che le pagine vibrano di quella leggerezza infantile che ci fa tanto sorridere, brulicano di pura ingenuità che fa rima con semplicità. Che bella la spontaneità di Ana nella sua quotidianità, questo attraversare la vita in tutta la sua bellezza anche nelle sue giornate più tranquille in compagnia dei cugini e del fratello! 

Che bello affrontare le giornate senza percepirne i pericoli veri, senza angustiarsi per questioni politiche, ma semplicemente vivendo! Vivendo in un guscio protettivo chiamato casa. Si, perché in tutto il suo andirivieni di bambina Ana ha sempre una casa con occhi e bocca che la attende, una casa resistente, martoriata dagli eventi ma ancora in piedi, pronta a dare rifugio, calore, ma anche a custodire segreti meritevoli di una vera e propria caccia al tesoro.

Casa: il punto di riferimento per lei, un contenitore prezioso che accoglie la sua grande famiglia, i fatti narrati e tramandati come storie, i primi insegnamenti del vivere, il sapore dei buoni piatti della tradizione preparati insieme. E ti trovi a invidiarla perché ha avuto una sola casa, un solo mondo da far rinascere, a cui aggrapparsi, in cui rifugiarsi nei momenti freddi.

Ana adulta ci ha raccontato la sua storia, ci ha aperto la sua dimora in Transilvania, con il cuore in mano e gonfio d’amore.

Ma quante come lei?

Quanti ricordi, quante immagini di noi stesse, del nostro passato riviste con gli occhi di adulte ci fanno sorridere?

Quanta sana ingenuità e bellezza fanciullesca!

Un viaggio nel tempo, a tratti nostalgico, anche se l’esuberanza di una piccola donna profuma le pagine di speranza e voglia di vivere. Grazie piccolina, in questo periodo storico così travagliato, è stato un piacere incontrarti e tuffarmi nei tuoi occhi. 

Mi ci è voluta una vita a impararlo: nulla è come credi”

A te, ormai cresciuta, ricordo che, ogni volta che un lettore si avvicinerà a queste pagine farà rivivere il tuo mondo così da renderlo indimenticabile.
La storia nella Storia non si perderà mai.

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Ioana Pârvulescu


Scrittrice e saggista, è docente alla facoltà di Lettere di Bucarest. Già redattrice della rivista “România literară” e responsabile editoriale per Humanitas, è autrice di saggi sulla vita quotidiana romena del XIX e XX secolo e di romanzi tradotti in più di 10 lingue. “La vita comincia venerdì” ha vinto nel 2013 il Premio dell’Unione Europea per la letteratura.