Dove si nasconde




Ayelet Gundar-Goshen 


DETTAGLI:

Traduttore: Raffaella Scardi

Editore: Neri Pozza

Genere: thriller

Pagine: 352

Anno edizione: 2022

Sinossi. «Vedo ancora quelle minuscole dita di neonato e cerco di capire se siano diventate le dita di un assassino». Il mondo di Lilach Shuster sta crollando. Tutto è cominciato il giorno in cui un uomo afroamericano armato di machete è entrato nella sinagoga riformata di Palo Alto e ha versato il sangue di innocenti. Lilach pensava di avere tutto: una casa con piscina nel cuore della Silicon Valley, un marito di successo, un impegno nel volontariato e la sensazione di vivere in un luogo dove non è necessario difendersi sempre, come nel loro paese d’origine, Israele. La vita sotto il sole carezzevole della California non aveva nulla a che vedere con quella condizione di allarme permanente in cui sono nati Lilach e suo marito Michael, ma in cui non volevano crescere il loro figlio Adam. Dopo i fatti di Palo Alto, quella sensazione di pericolo è tornata, come se fosse sempre stata lì. La preoccupazione per Adam, quell’adolescente introverso e gracile come un uccellino, è diventata ansia protettiva, terrore per la sua incolumità. Ogni sera Lilach scruta il volto del figlio in cerca di uno spiraglio in quel guscio che lo racchiude, con la domanda inespressa tra le labbra: cosa hai fatto, figlio mio, nelle lunghe ore in cui siamo stati separati? Poi una sera, a una festa, un compagno di scuola di Adam, Jamal Jones, muore e c’è chi pensa che sia stato lui a ucciderlo. Sui muri della scuola compaiono scritte antisemite che lo accusano. Lilach non sa più chi è suo figlio, ma teme di conoscere più di un motivo per cui Adam avrebbe voluto uccidere Jamal.
Ayelet Gundar-Goshen costruisce il suo nuovo romanzo intorno alla paura, la paura del futuro, la paura dell’altro, ma anche la paura di chi ti sta più vicino e può rivelarsi estraneo, il lupo nella tua casa. Un romanzo in cui non ci sono confini netti tra innocenza e colpa, sopruso e giustizia, e la verità appare complessa e inafferrabile come nella vita vera.

 Recensione di Cinzia Passaro

Dove si nasconde il lupo è la storia della famiglia Shuster di origine israeliana, che vive in California. Michael e Lilach hanno un figlio adolescente Adam che pare sia integrato, tanto da preoccupare i genitori che possa sentirsi  più americano che israeliano, ma una serie di eventi metterà in discussione la scelta di vivere in America per sfuggire dal clima di allarme attentati che si respira in Israele. 

È un romanzo che porta il lettore nella testa della protagonista, che narra tutto in prima persona, e che permette di sentire la sofferenza di un popolo perennemente sotto attacco, ma soprattutto il dramma e la sofferenza di una madre che scopre di avere un figlio diverso da quello che pensava di conoscere e che si rivela essere ambiguo nel nascondere gli atti di bullismo subiti e rivelando un indole violenta e perversa, quasi come un lupo cresciuto in casa, di cui non puoi conoscere tutti i pensieri.

Lilach è una madre combattuta dalla paura di scoprire una verità spiacevole e la voglia di sapere,  è una donna ebrea sola in un paese straniero, ha abbandonato la sua carriera accademica per seguire il marito Michael nella Silicon Valley, un uomo che non riesce a essere un padre  attento né tantomeno forte e delega il suo ruolo a un estraneo, Uri, personaggio enigmatico, affascinante e deciso che rivelerà alla fine la sua vera natura di manipolatore e opportunista, un altro lupo fatto entrare in casa.

Vittime e carnefici in questa storia si confondono senza riuscire a stabilire chi realmente sia colpevole e chi innocente.

Particolare attenzione merita la parte in cui Lilach si rapporta con la mamma di Jamal, il  compagno di Adam che muore durante una festa. La protagonista sente il dolore dell’altra madre coinvolta e, pur provenendo da mondi diversi, hanno entrambe la stessa capacità di amare questi figli imperfetti, di tacere su ciò che è preferibile resti un loro dilemma.  

Un romanzo con una trama intrigante e risvolti psicologici con atmosfere gialle pur non essendo un vero e proprio thriller, che portano a meditare sul difficile rapporto genitori figli, specie nel periodo  adolescenziale.

La conclusione è amara e incerta, forse un po’ frettolosa e sembra più affidata al sentire del lettore. Un romanzo che consiglio perché coinvolgente e scritto molto bene, credo grazie anche all’ottima traduzione, con una tensione crescente che lega il lettore senza un attimo di tregua.

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Ayelet Gundar-Goshen 


Ayelet Gundar-Goshen è nata in Israele nel 1982 e si è laureata in Psicologia clinica all’università di Tel Aviv. Ha lavorato in uno dei principali quotidiani israeliani ed è autrice di sceneggiature che hanno riscosso successo di critica e vari premi, tra cui il Berlin Today Award e il New York City Short Film Festival Award. In Italia ha pubblicato Una notte soltantoMarkovitch (che ha vinto in Israele il Premio Sapir per la migliore opera prima), Svegliare i leoni e Bugiarda