El pico de Gallo




Recensione di Claudia Cocuzza


Autore: Alessio Balzaretti

Editore: Zerounoundici edizioni

Collana: LaGialla

Genere: thriller

Pagine: 196

Pubblicazione: 25 giugno 2021

Sinossi. L’ex ispettore di Polizia Luigi Gallinari, detto Gallo, vive da dieci anni in esilio in Ucraina, ospite nella villa di Nikolai Dimitrov, un industriale a cui aveva restituito il figlio rapito. Proprio quando si stava abituando a una pensione dorata e condita da vizi di ogni genere, il Procuratore della Repubblica lo richiama per un incarico di vitale importanza. Durante la sua assenza, Milano è stata messa in ginocchio da un attentato terroristico e c’è il rischio che questo possa ripetersi. Come da copione, Gallo vorrebbe tenersi fuori dai giochi, sia perché l’età non è più verde, sia perché, riguardando la sua carriera, ritiene di aver già dato abbastanza per redimersi. A convincerlo arriverà un suo vecchio compagno di ventura che, con una serie di espedienti, lo trascinerà prima di nuovo nella sua Milano e successivamente in Messico. L’obiettivo sarà rintracciare Marco Travaglini, agente dei Servizi Segreti, di cui si sono perse le tracce nel momento in cui segnalava la presenza di un’importante figura di Al Queda tra i braccianti delle piantagioni di marijuana. Sono tanti i leader internazionali a voler mettere le mani su Nadir Ben Asser e ciascuno con uno scopo ben preciso. Per raggiungere l’obiettivo si affideranno a Gallo e al tempo stesso a una spia che, sopra di lui, muoverà i fili su più fronti, anche a costo di attuare soluzioni estreme, pur di assicurarsi che l’operazione vada a buon fine.

Recensione

El pico de gallo vuol dire “il becco del gallo” ed è il nome di un piatto tipico della cucina messicana.

La nostra storia è ambientata in Messico?

Anche, ma non solo.

Questa storia è complicatissima, ammetto che ho faticato a entrarci ma, una volta dentro, mi sono divertita tantissimo.

Milano diventa il bersaglio di un attentato terroristico di matrice islamica, quello che è l’incubo di tutte le metropoli occidentali da vent’anni a questa parte.

Allo scopo di sventare un possibile attacco successivo, Luigi Gallinari, detto Gallo, viene richiamato in Italia dalla sua pensione forzata ‒ e dorata ‒ in Ucraina.

É un po’ stronzo, e anche datato, ma nel suo campo è il migliore.

Il Gallo prova a rifiutare: non ha nessunissima intenzione di rimettersi in gioco, sta benissimo dove sta, viziato dal magnate Nikolai Dimitrov e coccolato dalle sue prostitute di alto borgo, ma, suo malgrado, poco tempo dopo si trova invischiato in un’indagine internazionale ingarbugliatissima.

Per tutto il tempo, l’ho immaginato come un mostruoso ibrido tra lo 007 Sean Connery, il pistolero Clint Eastwood de “Il buono, il brutto, il cattivo” e il pensionato italiano medio che dirige i lavori di un cantiere edile seduto sulla panchina dei giardinetti e ogni tanto allunga la mano su un pezzo di carne giovane che trova a tiro.

Stare dietro a tutti i personaggi del romanzo ˗ tantissimi e di mille nazionalità, alcuni dei quali con nomi impossibili da memorizzare ˗ non è stato semplice, ma la costruzione dell’intrigo è riuscitissima.

La vicenda si svolge tra l’Ucraina, l’Italia e il Messico e sono coinvolti un po’ tutti, per ragioni diverse ma che a un certo punto si incrociano: i cartelli della droga messicani, gli estremisti islamici, i Servizi segreti italiani, americani e perfino quelli russi.

In mezzo a questo marasma, il Gallo è un mito: scampa a un incidente d’auto, si fa una settimana in coma, poi subisce un infarto e una serie innumerevole di sparatorie e attentati vari che neanche Tom Cruise in Mission impossible, e lui è sempre lì, sornione e irriverente.

E che sia ben chiaro: a lui di tutti questi imbrogli internazionali non può fregare di meno.

Quello che vuole, e ci prova ripetutamente, è tirarsi fuori da tutto questo gran casino, ritirandosi possibilmente a vita privata con la splendida Svetlana, che si è trascinato dietro dall’Ucraina.

A questo proposito, man mano che la vicenda prosegue, il Gallo attira a sé, come una gigantesca calamita sfigata, tutta una serie di personaggi, uno più assurdo dell’altro, che lo accompagnano nell’indagine: da Pino sette bellezze al Paci, è un carrozzone degno di un circo che, non si sa come, alla fine riesce nell’intento.

Si sarà capito che la scrittura è ironica, nonostante il tema trattato sia drammatico e attualissimo, più che mai in questi giorni; il fatto che il narratore sia lo stesso commissario Gallinari e che spesso si rivolga al lettore, con inserti metanarrativi, per chiarirgli qualche punto o spiegargli un antefatto, rende la lettura piacevole come se stessi parlando con un amico un po’ fuori di testa ma dotato di una simpatia straordinaria.

In tutto ciò, alla fine della storia troviamo che il nostro Gallo è pure maturato: a sessant’anni suonati, forse era anche il momento.

Di certo adesso starà pensando che finalmente potrà riposarsi, magari in Messico con Gabriela, ma io non sono così convinta che Balzaretti glielo concederà a lungo.

Goditi la pacchia finché dura, Gallo, noi ti aspettiamo alla prossima indagine.

A cura di Claudia Cocuzza  

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Alessio Balzaretti


Alessio Balzaretti, quarantaquattro anni, è nato e vive a Milano. Nella vita si occupa di progettazione in un’azienda cartotecnica ed è un appassionato lettore di romanzi thriller. Da anni si diverte a buttare giù qualche sua idea e ha pubblicato tre romanzi: “Tesori delle Antille” con LiberArti editore e due gialli/thriller “L’ultimo canto del Gallo” e “Manson” con Zerounoundiciedizioni.

 

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