Elvira




ELVIRA 


Autore: Flavia Amabile

Editore: Einaudi

Collana: Stile libero big

Genere: Narrativa

Pagine: 328

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Amore e maternità, miseria e trionfo, ribellione e rimpianto. La storia vera di una donna che ha sfidato la propria epoca. In questo coinvolgente romanzo, ambientato nella Napoli di inizio Novecento, un’eroina sfrontata e volitiva insegue con la tenacia della pioniera una passione, fare il cinema, che solo gli uomini potevano permettersi. La prima volta che assiste a una proiezione, Elvira Notari si innamora del cinema. E incontra Nicola, che invece si innamora di lei. Dopo una fuga romantica e il matrimonio, lavorano insieme alla coloritura delle pellicole, in una piccola casa nei vicoli. Elvira fatica a conciliare i doveri di moglie e madre con i suoi sogni. Cosí, quando resta per la terza volta incinta e dà alla luce Maria, la lascia alle suore. La scelta la marchia per l’intera esistenza, ma è l’unica strada per diventare quello che lei desidera. Elvira ce la fa: la sua casa di produzione realizza film che riscuotono successo in patria e spopolano negli Stati Uniti. Tuttavia l’ambientazione nei bassifondi, l’allusività erotica e le protagoniste sanguigne si scontrano con la mentalità patriarcale del regime fascista. Elvira non vuole piegarsi alla censura, ma la stessa ostinazione che le ha permesso di conquistare il mondo, sacrificando persino l’amore di una figlia, la costringe a pagare un prezzo troppo caro.

 Recensione di Laura Bambini

 

Un prete può abbandonare la tonaca e una suora al suo legame con Gesù. Un padre può restare per giorni fuori casa ed essere amato e rispettato. Una madre è madre per la vita. […] Una madre può essere solo una madre finché morte non la separi dalla sua condizione. Per quelle come lei che hanno provato a essere anche altro non c’è perdono. Né fuori, né dentro casa.

Sono attratta dalle biografie romanzate e ancor più dai libri che affrontano il tema della maternità, la grande croce e delizia di ogni individuo che nasce biologicamente femmina.

Mi aspettavo una protagonista forte e l’ho avuta, una storia non convenzionale e i pregiudizi della società; ho avuto anche quelli. Ma.

La storia è quella di Elvira Notari, la primissima regista italiana, prima ancora di Lina Wertmüller, quando le pellicole erano appena state inventate, si coloravano a mano, non c’era il sonoro e tutte le tecnologie a cui siamo abituati oggi.

La sua vita e il suo lavoro hanno segnato la storia del cinema, la Dora Film è stata una delle case cinematografiche più acclamate di Napoli a inizio ‘900, capeggiata da “la marescialla”, come la chiamavano in famiglia.

Ecco, che lei abbia avuto un carattere tostissimo è la parte preponderante del romanzo e, ahimé, anche il lato che mi è piaciuto meno. Mi spiego: è chiaro che, in un’epoca misogina, per farsi valere una donna doveva usare gli artigli e ingoiare soprusi e derisioni, ma dall’altro lato la figura di Nicola, troppe volte remissivo, troppe volte con un’esile protesta e un facile scarica barile, l’ho trovata stridente.

Perché, accanto a una donna forte, dobbiamo mettere sempre un uomo debole? Non ce lo vedo Nicola Notari, che in fondo era l’uomo di casa e l’intestatario dell’impresa, nonché colui di cui chiedevano tutti e – soprattutto – il padre di Maria, a dire sempre di sì alla moglie per sfinimento. Va benissimo che un personaggio abbia un carattere debole, ma l’ho trovato poco realistico.

Specie nella parte di Maria: dopo due figli avuti a brevissima distanza, in un contesto povero, con un’azienda nascente da mandare avanti e una società dove le puerpere dovevano restare in casa quaranta giorni dopo il parto, Elvira non se la sente di crescerne una terza.

Scelta che trovo più che legittima. La maternità è una facoltà, non un obbligo.

Elvira ne parla al marito subito, non gli nasconde nulla, e mette in chiaro che non vuole abortire. Anche qui, nulla da ridire.

Elvira e Nicola – entrambi, di comune accordo, – decidono di mandare la figlioletta in un istituto di suore, in modo che sia cresciuta con le cure di cui ha bisogno; decisione che il quartiere, Napoli, la famiglia di lei, disapprovano e che, e questo mi ha dato veramente fastidio, Nicola non rivendica.

Comodo scaricare la colpa sulla donna che si è permessa di proporre un’opzione.

La reazione del quartiere è la seguente:

Mancano soprattutto gli uomini. Nei giorni precedenti hanno salutato con una stretta di mano Nicola in segno di solidarietà. Nessuno di loro ha dubbi, la vittima è lui perché quando una donna cresce due figli ne può crescere anche tre, e di questo passo chissà dove si andrà a finire.

Nicola, poi, nel corso degli anni, si informerà sulla figlia, a differenza della moglie, che in una sola occasione si avvicinerà a lei, per poi rifiutarla categoricamente. Questa reazione estrema, da ambo i lati, l’ho trovata forzata: ci sta che all’inizio Elvira non voglia, ma Nicola davvero rimane zitto, disapprovando?

L’unica a prendere una posizione è la figlia Dora, la quale sin dall’infanzia manifesta il rimorso e la disapprovazione per la scelta della madre, così come Agnese, la madre di Elvira.

Come sempre, donne che affossano altre donne, uomini non pervenuti.

La parte che mi è piaciuta di più è la descrizione del maschilismo: tutti gli uomini sulla scena, estranei alla famiglia, vogliono parlare con Nicola, non con Elvira. Lei non merita neanche un saluto, dovrebbe stare a cucinare la cena al marito e non a parlare di film, a scrivere di donne sofferenti, a mostrare protagoniste che prendono scelte.

Quando mai? Figuriamoci.

Il fascismo, ovviamente, giunge con la censura, ma non poteva essere altrimenti.

Lo stile è schietto e pulito, l’uso del dialetto è gradevole e ha reso la lettura più autentica. Caratterizzati eccellentemente i personaggi di contorno e ben centrato il contesto storico.

La storia di Elvira Notari è una storia che merita di essere raccontata, ma in alcuni punti risulta forzata, non c’è un’evoluzione completa. Comunque, finalmente qualcuno ha raccontato la sua storia.

Acquista su Amazon.it:

 

Flavia Amabile


Flavia Amabile è nata a Salerno e vive a Roma. È scrittrice e giornalista de «La Stampa». Per Einaudi ha pubblicato Elvira (2022).

 

A cura di Laura Bambini

Libri di mare