Erba mala




Recensione di Christian Floris


Autore: Silvana Meloni

Genere: Romanzo storico

Pagine: 326

Anno pubblicazione: 2021

 

Sinossi. Siamo nel 1938, Letizia è rinchiusa nel manicomio di Cagliari. Attraverso i suoi occhi, la verità che si nasconde dietro questa prigionia si svela al lettore in contemporanea allo svolgersi della Storia. La famiglia la piange morta e solo con gli anni ’50 si spingerà alla sua ricerca. Il figlio naturale, Toni, un avvocato dedito come per genetica alla lotta politica, solo dopo innumerevoli peripezie riuscirà a farla tornare a casa. Alternata alla loro vicenda, si dipana nel corso del romanzo la storia di quest’uomo controverso, sempre pronto a schierarsi dalla parte dei perdenti, a costo della sua stessa libertà. Ogni battaglia contro il sopruso che Toni si trova ad affrontare negli anni caldi della contestazione, rivela un uomo che, al pari della madre naturale, si mette di traverso rispetto al sistema per cercare di affermare quei principi di libertà e giustizia su cui si fonda il Paese sopravvissuto alla seconda guerra mondiale. Erba mala è la storia di una doppia ribellione, di uno sguardo sbarrato come la finestra di un manicomio, di un legame distante, che non si ferma di fronte al tempo, ai divieti istituzionali, capace di superare ogni limite e andare contro tutto e tutti, specialmente quel mondo conformista che vorrebbe chiunque vinto, arreso, condannato per follia.

Recensione


Cagliari, 1938. Letizia Mameli è internata ingiustamente in un manicomio da cui non riesce più a uscire. Con l’arrivo dei soldati tedeschi in rotta dall’esercito, lei e le sue compagne vengono prese in ostaggio e trasferite forzatamente in Toscana. Letizia diventerà una delle protagoniste della Resistenza, prima di essere nuovamente rinchiusa a Montelupo.

Toni, uno dei suoi figli, diventa avvocato e intraprende una dura battaglia legale per riportarla a casa dopo trent’anni di prigionia. Ma sullo sfondo delle lotte sociali degli anni Settanta sarà lui stesso a sperimentare un’iniqua detenzione e dovrà imparare a sue spese di chi fidarsi davvero.

Ha tante anime, Erba Mala. È un romanzo storico, ma possiede le tinte del giallo. È il racconto di una denuncia sociale, ma è anche l’affresco di un periodo della nostra storia con cui non abbiamo ancora finito di fare i conti. Coinvolgente nell’intreccio principale, con la descrizione delle vicende di Letizia e del suo inferno, seppellita in un camerone di Villaclara e poi nel manicomio di Montelupo. Su un binario parallelo scorre la vita del figlio Toni Mameli, il suo studio legale che deve trovare un difficile equilibrio con gli impegni famigliari, il calvario del carcere, i tradimenti fatti e subiti, la sua caduta e la sua ferrea determinazione a rialzarsi. Una narrazione lunga che abbraccia a fisarmonica ampi flashback, senza smarginature retoriche e facendo parlare fatti e personaggi. Fino al simbolico finale, coincidente con l’avvento della legge Basaglia, a chiudere una pagina triste e a volte dimenticata dalle cronache di quegli anni.

Le tante sottotrame si dipanano in una struttura complessa e costruiscono una robusta impalcatura narrativa. Forse l’unica pecca è quella di far scorrere troppo velocemente alcune sequenze, come nelle parti di una sceneggiatura. Silvana Meloni però dimostra un grande gusto per i particolari e tratta bene il suo lettore, facendolo districare in una selva giudiziaria conosciuta palmo a palmo. Il romanzo trae la sua linfa anche dalla costante dicotomia tra sfera privata e impegno pubblico, temi che entrano in un cortocircuito perenne.

Una bella storia, nella quale ognuno può individuare le diverse facce dell’erba mala. Si annida nel sospetto e nella diffidenza, cresce nell’equivoco e nella reticenza, prospera nel tradimento e nella vendetta. Infesta la vita e i rapporti umani, fino a far credere che non sia possibile l’alba di una redenzione e di un lieto fine. Che invece, inopinatamente, accadono.

 

Silvana Meloni


nasce e vive a Cagliari. Dopo la laurea in Giurisprudenza, esercita la professione di avvocato e poi sceglie la strada dell’insegnamento nelle scuole superiori. Tra i suoi romanziricordiamo Bagadía (2019), Mia cara Letizia (2019), Era Svedese e Le colpe di Maria (2021).

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