Errore 404




Sacha Naspini


DETTAGLI:

Editore: Edizioni E/O

Genere: mistery fantastico

Pagine: 182

Anno edizione: 2024

Sinossi. Andrea Arcadi, fondatore della rivista Voyeur Italia, viene improvvisamente arrestato con l’accusa di aggressione ai danni di un’ex compagna di scuola con cui non aveva contatti da trent’anni. Com’è possibile? Eppure, è un uomo felicemente sposato, con un figlio bellissimo e una vita professionale di successo… Messo sotto torchio dagli investigatori, racconta aneddoti inverosimili, sembrano i deliri di uno psicopatico. Andrea Arcadi sostiene di avere delle capacità uniche, in particolare questa: sa rivivere episodi del suo passato attraverso il gusto. Gli basta mettere in bocca il tale alimento e “torna” alla prima volta in cui lo ha assaggiato. Di più: avviata “l’immersione”, riesce a modificare il flusso degli eventi, dando nuove direzioni alla sua vita. Agli occhi degli inquirenti, la deposizione dell’imputato si trasforma presto in un caotico moltiplicarsi di linee parallele, ipotesi nelle quali i percorsi sono deviati, prendono destinazioni inattese… In questa girandola di vite create, rovesciate, interrotte, si procede in un viaggio pieno di colpi di scena, scoperte, amori, avventure. Errore 404 è il disperato tentativo di un personaggio alla ricerca dell’unica, decisiva traiettoria per intonare la migliore vita per sé e per i suoi cari. Come cerchiamo di fare tutti.

 Recensione di Silvana Meloni

“La verità è che siamo tutti assassini. Ogni minima scelta produce un mondo nuovo; ne decapita mille. Oppure viviamo come strade abbandonate. Tracce morte che qualcun altro ha percorso per un po’ lasciandoci qui, a razzolare come cani scheletrici nel lerciume. Quello che potevamo essere e non saremo mai. Il pacco che un giorno ricevi da te stesso, con dentro i tuoi sogni infranti.”

In questo paragrafo, che troviamo all’ultimo capitolo, è il tema del romanzo. 

Durante tutta la lettura mi sono chiesta dove Naspini volesse arrivare. Ha snocciolato l’intera esistenza di torti subiti, di insicurezze, di derive psicologiche e realtà ai margini, di Andrea Arcadi; ma anche il solo incrollabile faro del protagonista: l’amore per Sara.

Mi aspettavo un thriller psicologico (sullo stile del meraviglioso Ossigeno, dello stesso autore, che lessi anni fa), e invece mi sono trovata davanti un racconto fantastico (fantascientifico, distopico?) di un uomo che, nel tentativo di accomodarsi la miglior esistenza possibile, dopo aver scoperto il suo superpotere di modificare il passato e dunque il presente, perde uno dopo l’altro i pezzi della sua stessa vita, fino a non riuscire (o forse sì?) a recuperarne i capi sciolti.

In questo marasma, io, da lettrice, mi sono sentita persa. Persa in questo continuo riallinearsi della vita del protagonista, e dunque del racconto, nel suo andare al passato e tornare a un presente sempre diverso, senza mai chiudere alcuna parentesi precedentemente aperta.

Riflettendo a lungo sul romanzo, la chiave di lettura che ho trovato è stata guardare alla storia narrata partendo dal tema: trovare un senso alle nostre scelte, opzioni che, seppur da noi ritenute di scarsa importanza al momento in cui ci siamo trovati a farle, hanno determinato la strada che ha preso la nostra vita. Potevamo percorrere molti altri itinerari, eppure, guardandoci indietro, ne abbiamo percorso uno, uccidendo tutte le altre nostre vite possibili.

Che poi, il tema delle scelte dirimenti per le nostre esistenze è stato a lungo esplorato dalla letteratura e dal cinema. Mi viene in mente, forse perché ha un posto speciale nel mio cuore, Sliding Doors (1998); laddove però la storia ci mostrava solo due strade possibili e, a ben vedere, dava un peso importante al caso, oltre che alla scelta della protagonista.

Invece, nel romanzo di Naspini il destino non trova alcuno spazio; solo le opzioni di Andrea, anche se marginali o riguardanti aspetti apparentemente non connessi con gli accadimenti futuri (come la possibile morte della madre, invece che del padre, onde evitare la malattia del figlio Michele), sono idonee a determinare il corso della sua vita.

Con questa riflessione, mi pare di intravedere anche la visione del mondo dell’autore, che attribuisce solo alla volontarietà umana la attuale scellerata china che va a travolgere il nostro mondo. Naturalmente è una interpretazione personalissima del pensiero di un uomo che non conosco.

Infine, ragionando sulla domanda drammatica, la lettura ci invita a chiederci quale è stato l’impulso, il moto dell’anima, che ha guidato le piccole e grandi scelte della nostra vita.

Sacha Naspini ha permesso al suo personaggio di trovare una risposta, e noi, al posto di Andrea, sapremmo farlo?

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Sacha Naspini


Con tanti romanzi all’attivo (Villa del seminario, Le Case del malcontento, Nives, Ossigeno e altri ancora), Sacha Naspini (Grosseto, 1976) è ormai considerato uno degli autori italiani più originali e più letterariamente dotati della sua generazione. Tradotto in ventisei paesi, vincitore di numerosi premi, Naspini è uno scrittore poliedrico, che eccelle nella creazione di bellissime storie legate al territorio della Maremma così come nell’invenzione di mondi distopici e sorprendenti. Il suo stile di scrittura è unico: immaginifico e preciso al tempo stesso, inventivo, efficace.

A cura di Silvana Meloni

Instagram/silvana.meloni