Fashion Mafia




Recensione di Sabrina De Bastiani


Autore: Timothy Casanova

Editore: Fanucci Editore

Collana: Nero italiano

Genere: Noir

Pagine: 208 p.

Anno di pubblicazione: 2018

Sinossi. Affiliato quasi per caso a una potente cosca palermitana, Timothy Casanova è quanto di più lontano si possa immaginare da un mafioso: un dongiovanni fashion, di nobili origini, amante dei bei vestiti e del lusso sfrenato, mosso più dalla brama di divertimenti ed eccessi che non da quella di potere. Eppure, suo malgrado, si ritrova a rivestire i panni dell’uomo di fiducia del boss Vito Sapienza, dal quale è incaricato di svolgere un compito assai delicato: rintracciare nel capoluogo lombardo suo fratello Riccardo, rapito da un pericoloso cartello della droga colombiano. Una volta giunto a Milano, però, Timothy pensa principalmente a spassarsela tra night e avventure, raccogliendo in modo piuttosto estemporaneo e rocambolesco le informazioni chieste da Vito. Finché la situazione non si complica e, in un vorticoso susseguirsi di imprevisti e colpi di scena, Timothy scopre di essere invischiato in una ragnatela di trame complesse e intricate, e quando infine capirà di esserne addirittura il centro, non gli resterà che agire di conseguenza.

Recensione

Mi sento al centro di un disegno grande. Ma non ho la minima idea di come sia fatto.

Avvicinarsi alla lettura di Fashion Mafia con altissime aspettative non è un azzardo, in quanto questo romanzo pulp-itante le mantiene e le centra tutte.

L’alba a Milano è una battaglia privata tra la luce e il traffico. Chi vince la annuncia.

Timothy Casanova, Autore e ibidem protagonista nominale, ordisce in queste pagine un perfetto one-man-show, tendendo la mano al lettore per farlo salire su un treno in corsa lanciato a rotta di collo verso il bordo del precipizio.

Con stile moderno, in presa diretta, in soggettiva, Casanova confeziona un noir satirico e iconoclasta, colmo di intelligente e dissacrante ironia, ma capace di sorprendere dietro gli angoli, con punte di lirismo e profondità di sentimento

Il cervello razionalizza, ma i sentimenti ci metteranno mesi per tornare al proprio posto, senza mai più riuscirci del tutto.

Impastate in un’etica forse “addomesticata” dalla filosofia di vita certamente sopra le righe del protagonista, ma non per questo meno pregnante e carica di significato.

Dalla prima riga, dunque, partecipiamo alle vicende di tal Timothy Casanova, para-mafioso e parecchio paraculo, che per una serie di eventi a catena si ritrova al centro di una guerra tra capi clan o forse cartelli, e soprattutto se ne ritrova, dapprima inconsapevole ma via via sempre più conscio, bersaglio.

Come in un videogame, le sue giornate diventano rocambolesche fughe da pestaggi, rapimenti e prigionie

Ho più lividi di una squadra di rugby e più ferite ed escoriazioni di un lapidato a morte, ma le parti vitali come occhi, fegato e palle sono messe decentemente.

Dove chi lo salva da un pericolo diventa poco dopo carnefice, dove appare a un certo punto impossibile capire di chi fidarsi e, se nemmeno della propria madre lo si può fare, sono davvero guai grossi.

In queste montagne russe, dalle quali Casanova scampa sempre per il rotto della cuffia, solo per finire in un guaio ancora più grande, a sorpresa la figura più impensata diventa l’alleato fondamentale e la spalla degna di tal superlativo e funambolico protagonista: il commissario Stuperi, la cui faccia è sempre uguale, le emozioni traspaiono raramente, a volte si potrebbe pensare che sia un tipo piatto e tranquillo. Invece nel suo cervello i neuroni non stanno mai fermi.

Due poker face, lui e Casanova, che speriamo di ritrovare ancora in prossimi sviluppi, che si annusano dapprima a distanza poi da vicino, fino a imbastire quanto di più prossimo a un rapporto di fiducia si possa, nelle circostanze, ottenere.

Determinante allora l’apporto di Stuperi nel non fermarsi alle apparenze e scagionare Casanova dall’ennesimo tranello, consentendogli di prendere in mano la situazione e di passare da burattino a burattinaio

Se ho ragione, tutta la giostra, veramente enorme, che mi sta girando intorno si svelerà alla luce. E se così è, allora tutto cambia e d’ora in poi comincio a giocare a modo mio. Mio.

In un finale incandescente dove tutto si fa chiaro, dove i colpevoli non pagano il conto, ma allo stesso tempo non restano impuniti.

Mi bevo un lungo sorso di Spritz, assaporo il dolce-amaro e penso al fatto che anche la vita ha lo stesso gusto.

Anche Fashion Mafia, come la vita, ha questo gusto, l’intelligenza sta nel trovare la migliore e più equilibrata combinazione delle parti, cosa che all’Autore, brillantemente, è riuscita.

Cin cin, dunque, Timothy Casanova, alla prossima, presto…

Timothy Casanova


Autore di Fashion Mafia.