FIORI SOPRA L’INFERNO




I CASI DI TERESA BATTAGLIA


A cura di Cinzia Passaro


È una serie televisiva italiana ispirata al libro del 2018 di Ilaria Tuti Fiori sopra l’inferno, edito da Longanesi, trasmessa su Rai 1. È creata da  diretta da Carlo Carlei che ha anche firmato la sceneggiatura insieme a Donatella Diamanti, Valerio D’Annunzio e Mario Cristiani, prodotta da Rai Fiction e Publispei in collaborazione con Friuli Venezia Giulia Film Commission.

 

Trama

Travenì è un piccolo paese che si trova nel cuore delle Alpi. Neve, montagna, silenzio fino a quando una serie di delitti, inspiegabili all’apparenza, porta Teresa Battaglia, profiler della Polizia di Udine, a mettersi sulle tracce dell’assassino insieme alla sua squadra, composta da Marini e Parisi. Nel contempo, Teresa Battaglia nasconde alla sua famiglia e a tutti di lottare contro una malattia che ha scoperto da poco, l’Alzheimer. I delitti che sconvolgono il borgo sono difficili da risolvere anche per Teresa e, intanto, sembrano srtringersi attorno a quattro ragazzini, Mathias, Oliver, Diego e Lucia. Il Fantasma, questo il nome della misteriosa ombra che si aggira nel borgo, potrebbe essere proprio il killer. Teresa finirà per identificarsi con lui, comprendere le ragioni per fermarlo e arrivare faccia a faccia per affrontarlo.

Episodi

StagioneEpisodiPrima TV
Prima Stagione 62023

Personaggi e interpreti 

  • Teresa Battaglia, interpretata da Elena Sofia Ricci.
  • Massimo Marini, interpretato da Giuseppe Spata.
  • Giacomo Parisi, interpretato da Gianluca Gobbi.
  • Hans Knauss, interpretato da Massimo Rigo.
  • Dottor Ian, interpretato da Urs Remond, doppiato da Massimo Popolizio.
  • Mathias, interpretato da Lorenzo McGovern Zaini.
  • Diego, interpretato da Vittorio Garofalo.
  • Oliver, interpretato da Ruben Santiago Vecchi.
  • Lucia, interpretata da Tosca Forestieri.
  • Andreas, interpretato da Mario Ermito.
  • Giulio Nistri, interpretato da Luigi Petrucci.
  • Gaetano Brughi, interpretato da Christian Burruano.
  • Melania Kravina, interpretata da Leda Kreider.
  • Vittoria, interpretata da Maria Sole Mansutti.
  • Lucas Ebran, interpretato da Riccardo Cicogna.
  • David Knauss, interpretato da Enea Barozzi.
  • Questore Ambrosini, interpretato da Lorenzo Acquaviva.
  • Marta Valenti, interpretata da Lorena Cacciatore.
  • Sara, interpretata da Emma Benini.
  • Antonio Parri, interpretato da Ettore Belmondo.
  • Christian Lusar, interpretato da Luca Filippi.
  • Carmen Mura, interpretata da Cristina Moglia.
  • Suor Anna, interpretata da Laura Mazzi.
  • Madre di Lucas, interpretata da Paola Sambo.

Recensione

Tre prime serate su Rai Uno che trasportano gli spettatori in un piccolo paese Travenì, nel cuore delle Dolomiti, in un incantevole paesaggio montano, che nasconde inconfessabili segreti. Tratta dal romanzo d’esordio di Ilaria Tuti, la storia ci fa conoscere Teresa Battaglia, un esperta profiler di quasi sessant’anni, arrivata dalla città di Udine per indagare su una serie di omicidi la cui scia di sangue sembra seguire l’ipotesi di un assassino che difende un gruppo di bambini  maltrattati,  a ognuno della vittima viene strappato qualcosa: gli occhi, la pelle, il naso, un orecchio corrispondenti a vista, tatto, olfatto e udito, un disegno che sembra seguire un rituale cruento del killer e a cui la poliziotta deve dare una spiegazione.

Teresa Battaglia è un personaggio difficile e complesso, che oscilla tra forza e fragilità; in pubblico determinata tanto quanto insicura in privato, segnata da un dramma privato, un aborto causato da    violenza domestica, dall’affacciarsi di una malattia subdola come l’Alzheimer, e qui la prima contraddizione, presente anche nel romanzo, la memoria di ferro della profiler nonostante la malattia, e dal diabete non proprio correttamente gestito e che non tiene conto che oggi esistono strumenti tecnologici in grado di contrastare il disagio e la pericolosità di una malattia che io conosco bene, dispiace invece che allo spettatore sia stato mostrato il lato invalidante e basta, se poi il rifiuto della tecnologia era voluto sarebbe stato meglio spiegarlo.

Rispetto alla Teresa Battaglia di Ilaria Tuti, quella dell’attrice Elena Sofia Ricci pur risultando poco empatica è meno spigolosa, pur assumendo atteggiamenti odiosi nella fiction viene apprezzata anche per questo, ma nonostante la bravura dell’attrice, la storia sembra non decollare in particolare nella prima puntata di due episodi.

Mi sono vista, mio malgrado, fare uno sforzo per riuscire a seguire gli altri episodi. 

Come il romanzo non è un vero giallo anche la fiction mostra i suoi limiti. In particolare a disturbare i molti cliché e idee furbe:

L’ispettore Massimo Marini è un personaggio stereotipato con l’intenzione di attrarre lo spettatore, belloccio, intelligente, sensibile e gentile.

Giuseppe Parisi, l’ispettore che accompagna la Battaglia da più di vent’anni, la conosce e comprende meglio di tutti, rappresenta l’amico/collega fedele.

Il gruppo di bambini, strizzando un occhio a Stan by me di Stephen King, che ci ricorda la sacralità dei fanciulli ma che spesso sono vittime di soprusi da parte di chi dovrebbe amarli e proteggerli. E pur vero che nella trasposizione televisiva, per ovvi motivi, si è andati con la mano leggera, mentre le vicende nel romanzo che coinvolgono quei bambini sono un pugno nello stomaco.

La grettezza del piccolo paese di provincia in cui si nascondono brutture, incubi e situazioni paradossali che spingono a credere che il responsabile sia lo “strano” del villaggio, vittima dei pregiudizi.

Una scena degna di nota e quella della sera di San Nicola ricca di folclore e suggestione in cui tutti si preparano alla discesa dei Krampus i diavoli, improvvisamente le luci si spengono tra lo stupore e la rabbia di Teresa che aveva vietato che il paese fosse al buio. I diavoli si mescolano alle persone e in quella bolgia si nasconde anche l’assassino.

La risoluzione di tutto viene dato dalle  rivelazioni dei bambini, che di notte s’improvvisano provetti detectives, e con la scoperta della casa del fantasma imprimono una svolta a capire perché il killer uccide, creando empatia verso l’assassino, il quale in fondo mostra un animo innocente. Non manca il colpo di scena finale piuttosto prevedibile.

Una fiction senza lode e senza infamia che vedrà sicuramente un seguito, considerando che ci sono ben altri quattro romanzi che hanno come protagonista Teresa Battaglia e che ha avuto un discreto gradimento da parte del pubblico.