Fondata sul lavoro




FONDATA SUL LAVORO 


Autore: Alfonso Celotto

Editore: Mondadori

Genere: Narrativa

Pagine: 180

Anno di pubblicazione: 2022

 

 

 

 

 

 

Sinossi. Febbraio 1947. Alla fine della Seconda guerra mondiale, Carmela viene mandata dalle campagne a servizio a Roma. Ha ventidue anni: quasi analfabeta, molto procace, sveglia. Trova lavoro presso la casa del Dottore, brillante giurista e politico rampante, deputato in Assemblea costituente. I lavori dell’Assemblea proseguono a fatica: Democrazia cristiana, liberali e comunisti non riescono a trovare un accordo. Tutto doveva essere pronto per la fine del 1946 e invece è pronto soltanto il progetto. L’articolo 1 della nuova Carta recita: “L’Italia è una repubblica democratica”. Senza aggettivi, senza specificazioni. E qui si apre il vero conflitto. Va scritto un preambolo della Costituzione, ma soprattutto va scelto il fondamento della Repubblica. Le influenze si intrecciano e si sommano, e il Dottore diventa il perno della trattativa, per la sua abilità giuridica e diplomatica. Lavora molto. Di giorno sempre in giro per riunioni, la notte alla scrivania, a casa. Carmela si incuriosisce: tutte le mattine trova la scrivania del Dottore ingombra di carte e foglietti. Rimettendola a posto, non può fare a meno di notare che tra gli appunti ci sono pezzi di articoli della nuova costituzione. Articoli che suscitano l’attenzione di Marcello, il suo fidanzato: dirimpettaio, aspirante magistrato, appassionato di politica. Le cose, intanto, si complicano, e aumentano le pressioni di americani e russi. E se fosse possibile accontentare tutti? Forse il testo dell’articolo 1 potrebbe essere il vero compromesso. E forse sulla scrivania del Dottore c’è una traccia. Confusa fra i foglietti copiati da Carmela e riscritti da Marcello, che forse non è soltanto un bravo ragazzo che studia per fare il magistrato.

 

 Recensione di Laura Bambini

 

Fondata sul lavoro” è un titolo che mi ha incuriosita subito.

Il mio amore per il diritto è sbocciato presto e diritto costituzionale rimane una delle mie materie preferite. Non mi stanco mai di leggere qualcosa che riguarda la Costituzione.

In questo romanzo, la Carta si muove tra le voci di quattro protagonisti di finzione che ne assistono alla nascita, unendovi le proprie esistenze: matrimoni, fidanzamenti, tradimenti e segreti da nascondere.

 

Carmela, innanzitutto, ha ventidue anni e viene dalla campagna di Salerno. Al paese non ci vuole tornare per nessun motivo, ché a Roma la vezzeggiano perché maggiorata e perché fa gli occhi dolci a un ragazzo che pare essere la peggiore spia del nuovo Stato nascente.

Fa da domestica per la famiglia del Dottore, politico dell’Assemblea Costituente, sempre imbronciato e disordinato, che ogni due per te guarda la scollatura a Carmela e litiga con la moglie, la Signora.

Quest’ultima è originaria di Salerno pure lei, sa perfettamente che il marito la tradisce e quindi sbraita. Tant’è.

Infine abbiamo Marcello, che dal palazzo di fronte al Dottore studia per diventare magistrato e fa gli occhi dolci a Carmela.

Mentre la Costituzione è ancora un embrione formato solo da “L’Italia è una Repubblica democratica” – che fatica leggere gli articoli originari quando il tuo cervello li completa in automatico dopo anni di studio, comunque – la madre di Carmela vuol farla sposare al paese, Carmela non vuole, la Signora le dice che la protegge ma poi sbotta con il marito, e così via, nella tipica commedia italiana che, per quanto alcuni si ostinano a voler evitare perché cliché, è la pura realtà.

La Costituzione, piano piano, prende vita, diventando affare degli Americani e dei Russi, più che dell’Italia (o almeno così ci viene raccontato nel romanzo). Spunta un personaggio ostacolo e la storia dei personaggi prende un’altra piega.

Lo stile è “fanciullesco”, con l’asciuttezza tipica del giurista.

Di nuovo mi sono commossa quando è stata proclamata la Costituzione, ma questa non è una novità.

Comunque, parere personale mio, una sbroccatina finale della Signora ci stava tutta, come il liquore a fine pasto.

 

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Alfonso Celotto


Alfonso Celotto vive e lavora a Roma, dove insegna Diritto costituzionale e Diritto pubblico comparato nell’Università degli Studi Roma 3. È visiting professor della U.B.A. – Universidad de Buenos Aires; della Università di Varsavia; della UNSW – New South Wales University (Sydney) e della McGill University di Montréal. Esperto di istituzioni e burocrazia collabora con giornali e trasmissioni televisive e radiofoniche. Tra i suoi libri: Il dott. Ciro Amendola, direttore della Gazzetta Ufficiale (Mondadori, 2015), La Corte costituzionale. Quando il diritto giudica la politica (il Mulino, 2018), Costituzione annotata della Repubblica italiana (Zanichelli, 2018) e È nato prima l’uomo o la carta bollata? Storie incredibili (ma vere) di una Repubblica fondata sulla burocrazia (RaiLibri, 2020).

 

A cura di Laura Bambini

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