Giallo Solidago




Recensione di Denise Antonietti


Autore: Simone Censi

Editore: 0111 Edizioni

Genere: Giallo

Pagine: 217

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. Ambientato nell’entroterra marchigiano, nel piccolo paesino di Borgo Alba dove la gente non ha altro da fare che annoiarsi e di noia morire, avviene un duplice omicidio alla stazione ferroviaria. Per un caso del genere serve un Commissario che sovverta l’ordine costituito: proviamo a rovesciare la partita, prendiamo il Commissario Morelli, un incapace, un vero inetto tanto che senza il suo aiutante Segapeli sarebbe perduto. Rispetto a tutti gli altri suoi colleghi che si fermano a mangiare nei retrobottega dei ristoranti bevendo ottimi vini, lui mangia cibo cinese d’asporto che gli viene recapitato da un corriere con gli occhi a mandorla che non perde occasione di insultarlo, beve birra in lattina ed è fedele e innamorato della moglie che lo ricambia con profondo odio a causa del trasferimento in un commissariato sperduto e comunica con lei attraverso post it gialli appesi al frigo sempre vuoto. Senza metodo, maldestro, guascone, scorretto, sarà lui a risolvere il caso o forse sarà il caso a risolvere lui?

Recensione

Il Commissario Morelli ha un sacco di problemi: il suo pessimo carattere gli è costato un trasferimento da scontare a Borgo Alba, ha una moglie che si rifiuta di rivolgergli la parola e comunica con lui attraverso dei post-it sul frigo, e un cinese di nome Yè con cui è costretto a scendere a compromessi perché rappresenta la sua unica risorsa alimentare.

E poi due cadaveri alla stazione e un vagabondo che si fa chiamare Rogna chee non si decide a collaborare, benché sia sospettato di omicidio.

Per fortuna Segapeli, insostituibile braccio destro (e spesso anche sinistro) di Morelli convince Rogna a parlare, e la storia che il vagabondo racconta ha dell’incredibile: una banda di assassini ha commesso una serie di delitti rimasti irrisolti lungo tutta la linea ferroviaria che va dalla Liguria fino alla Campania. Le vittime sono sempre le stesse: reietti, senza tetto, scampoli di umanità che non riescono a incasellarsi nella vita di società, e finiscono dimenticati. Persino dalla giustizia, persino quando vengono uccisi.

All’improvviso, attraverso la ferrovia e un vagabondo in fuga, Borgo Alba, paesino sperduto tra le colline marchigiane, si scopre collegato al resto del mondo.

Toccherà a Morelli – ma soprattutto a Segapeli – sbrogliare la matassa del caso più intricato che abbia mai coinvolto il piccolo borgo di provincia, districandosi tra questori arrivisti e false piste, fino ad arrivare alla conclusione.

Simone Censi racconta questa storia coinvolgendo il lettore nel gioco metanarrativo dello scrittore, con paragrafi di dialogo tra una caricatura di sé stesso e una proiezione della sua coscienza, che viaggia in treno e si interroga su come scrivere un giallo che si distingua dal resto del panorama italiano. Un giallo che non sia limone, canarino, né oro, ma solidago, il fiore selvatico che cresce tra i binari su cui corre questa vicenda.

Il romanzo è ricco di spunti sul mondo del freight travelling, e apre una finestra sull’universo sconosciuto dei viaggiatori per vocazione, un battaglione invisibile di senza fissa dimora che si spostano per il mondo incrociando solo di sfuggita la strada delle persone normali, nel bagno di un convoglio o sotto la pensilina di una stazione.

La narrazione viene portata avanti con tono ironico, dissacrante, mettendo in scena un commissario inetto ma profondamente umano nei suoi vizi e la sua sciatteria.

I nomi sono parlanti, e identificano i personaggi meglio di un codice fiscale. Così il medico legale dall’animo insensibile si chiama Passacantando, il meccanico Scannadinari, lo sfasciacarrozze Fattapposta, e il flemmatico usciere del commissariato Passolento.

A mio avviso, l’unica pecca è nello scioglimento del caso: avrei voluto saperne di più su questa misteriosa banda di assassini ferroviari.

A cura di Denise Antonietti

https://deniseantonietti.wordpress.com

Simone Censi


Marito e padre. Nato a Fabriano (AN) il 26/02/1978. Laureato in Scienze Politiche e Giurisprudenza. Impiegato. Ha pubblicato il romanzo “Amico, Nemico” (Montag – 2015), il romanzo “Il Garzone del Boia” (Elison Publishing – 2018) e il romanzo “Giallo Solidago” (0111 Edizioni – 2020).

 

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