Gli svizzeri muoiono felici




Recensione di Patrizia Argenziano


Autore: Andrea Fazioli

Editore: Guanda

Genere: noir

Pagine: 282

Anno di pubblicazione: 2018

Sinossi. L’investigatore privato Elia Contini è chiamato a occuparsi di un delicatissimo caso di scomparsa. Nel 1998 Eugenio Torres, noto medico, amante del trekking, fondatore di scuole in Niger, all’improvviso sparisce dalla faccia della terra. Vent’anni dopo, alla morte della moglie, i figli assumono Contini per tentare di capire che cosa sia accaduto al padre. Secondo alcune voci, il medico era fuggito in mezzo ai suoi protetti nel Sahara nigerino. E proprio dalla vastità del deserto, un giorno arriva in Svizzera un giovane migrante. Moussa ag Ibrahim appartiene al popolo tuareg e dichiara di avere prove che Torres è vivo e che ha bisogno di aiuto. L’investigatore e l’uomo del deserto formano così una coppia improbabile, che indagando nel passato scoprirà, dietro la scomparsa di Torres, un segreto pericoloso.

Recensione

Un libro scritto in punta di penna, silenzioso, quasi surreale perché l’atmosfera che si crea attorno a un paesaggio alpino è colma di silenzi infiniti frutto di una sorta di pace interiore e di isolamento volontario da una realtà chiassosa e frenetica. Eppure questa volta è un silenzio apparente perché i protagonisti di questo noir hanno un martello pneumatico in testa che picchia senza sosta minando ogni proprietà benefica della montagna.

Picchia con delicatezza ma con estrema precisione nella testa dell’investigatore privato Elia Contini alla ricerca di spiegazioni plausibili per la scomparsa di Eugenio Torres e per i successivi segnali di vita. Picchia rimbombando nella testa di Carlo Farinelli rendendogli la vita difficile, infestata di fantasmi e sensi di colpa. Picchia come un tarlo nella testa di Enea e Annika, figli dello scomparso Eugenio, che cercano una via per ritrovare il padre o un luogo in cui piangerlo. Picchia con decisione nella testa di Moussa ag Ibrahim che, approfittando dell’importante compito affidatogli, vuole iniziare una nuova vita.

In uno scenario mozzafiato in cui la natura, descritta con delicate pennellate, parla da sola senza bisogno di grandi presentazioni, Contini si appresta a risolvere un caso che riporta tutti indietro negli anni perché il passato riaffiora sempre, chiede il conto e grida giustizia e vendetta. E il lettore questo passato lo conosce, lo conosce prima di Contini, perché il romanzo si apre con lo sguardo su quel lontano 1998, dove tutto ha inizio. Un inizio che ha il sapore di una fine.

Questo è un libro che accentua i desideri di ogni viaggiatore, promuove l’incrocio di culture diverse, lo scambio di “pezzetti di vita”, descrive il piacere della scoperta, la paura dell’ignoto e del diverso, raccoglie la rabbia e medita vendetta.

Il noir è accattivante, il dubbio si insinua in ogni pagina, la curiosità cresce pian piano, stimolata da una verità, apparentemente già nota, che vacilla riga dopo riga, segnale dopo segnale. Il fulcro del romanzo però, per me, rimane la scoperta di due mondi così distanti per condizioni climatiche, per cultura e tradizione che a piccoli passi si incontrano, si affrontano, si conoscono e quasi si sovrappongono. In ogni montagna c’è un po’ di deserto e in ogni deserto un po’ di montagna, questo sembrano dire le parole, a volte poetiche, del tuareg Moussa ag Ibrahim e rappresentano la speranza ma soprattutto la certezza che siamo tutti cittadini di uno stesso mondo.

Lo stesso Contini, con la pacatezza, la sobrietà, la tranquillità e la generosità che lo contraddistinguono, si fonde con il paesaggio, abbraccia le diverse culture, senza pregiudizi e con umiltà affronta l’indagine. Un investigatore “gentile” mai sopra le righe, una persona semplice che rispecchia i luoghi in cui vive.

Un noir che raccoglie misteri e crude verità e che guarda con occhi finalmente nuovi il fenomeno immigrazione.

Andrea Fazioli


Andrea Fazioli vive a Bellinzona nella Svizzera italiana. Per l’editore Guanda ha pubblicato i romanzi “Gli Svizzeri muoiono felici” (settembre 2018), “L’arte del fallimento” (2016, premio La Fenice Europa, premio Anfiteatro d’Argento), “Il giudice e la rondine” (2014), “Uno splendido inganno” (2013), “La sparizione” (2010, premio La Fenice Europa), “Come rapinare una banca svizzera” (2009), “L’uomo senza casa” (2008, premio Stresa, premio Selezione Comisso). Per l’editore Casagrande ha pubblicato la raccolta di racconti “Succede sempre qualcosa” (2018). Per l’editore Dadò il suo primo romanzo “Chi muore si rivede” (2005). Per le edizioni San Paolo il romanzo “La beata analfabeta” (2016). In edizione tascabile, alcuni suoi romanzi sono offerti dall’editore TEA. Le sue opere sono tradotte in varie lingue. Per esempio, l’editore germanico BTB Verlag (Randomhouse) ha pubblicato nel 2009 “Am Grund des Sees” (L’uomo senza casa), nel 2011 “Die letzte Nacht” (Come rapinare una banca svizzera) e nel 2012 “Das Verschwinden” (La sparizione); in francese le edizioni Plaisir du Lire hanno pubblicato nel 2014 “Vengeance d’orfèvre” (Chi muore si rivede); in russo nel 2013 per le edizioni Текст è apparso “Как ограбить швейцарский банк” (Come rapinare una banca svizzera). Suoi racconti sono usciti in numerose antologie, giornali e riviste di vari paesi. Nel 2015 ha scritto l’opera teatrale “Teoria e pratica della rapina in banca”, per la regia di Miguel Angel Cienfuegos, messa in scena dalla Compagnia Teatro Paravento. Nel 2013 ha sceneggiato insieme a Marco Pagani la web serie “Notte noir”, diretta da Fabio Pellegrinelli, prodotta nel 2014 dalla casa di produzione REC e vincitrice di numerosi premi, fra cui il Roma Web Fest 2015 e l’Efebo d’Oro di Palermo. Nel 2017 il presidente della Repubblica italiana gli ha conferito, per la sua opera letteraria, l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine della Stella d’Italia.
 Ai suoi esordi, nel 1998, ha vinto il Premio internazionale Chiara giovani. Negli ultimi anni ha avuto l’occasione di tenere conferenze sulla lettura, sulla scrittura e sulla genesi dei suoi testi in vari paesi europei ed extraeuropei. Nel 2004 si è laureato in Lingua e letteratura italiana e francese all’Università di Zurigo. La sua tesi su Mario Luzi, in particolare sull’opera poetica “Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini”, ha ricevuto il premio Pro Ticino 2005. Ha presentato laboratori di scrittura creativa in diversi ambiti pubblici, privati e universitari; inoltre ha fondato il laboratorio Scuola Yanez, che opera in Italia e in Svizzera. È docente di scrittura creativa per la scuola Flannery O’ Connor di Milano. Ha lavorato come giornalista per la carta stampata, come giornalista e presentatore per la radio e per la tivù; è stato assistente di letteratura francese all’università e insegnante di italiano alle scuole medie e al liceo.

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