I bambini del bosco




Recensione di Sara Zanferrari


Autore: Romina Casagrande

Editore: Garzanti

Genere: letteratura italiana

Pagine: 352

Anno di pubblicazione: 2021

Sinossi. Su ogni sentiero riconosco il soffio del vento.

Ma solo uno è quello giusto per me.

Il sentiero ripido e impervio si snoda tra rocce e crepacci fino alla Cima delle Anime. Unisce due terre di confine, e a tracciarlo sono stati i passi di chi notte dopo notte lo percorre cercando un varco sui crinali. Da sempre protegge il cammino delle contrabbandiere che di nascosto lo solcano quando le primule e gli anemoni richiudono le loro corolle alla luna. Donne per le quali una scelta così difficile è l’unica possibilità di indipendenza. Anche se è pericolosa. Molto pericolosa. Quando Luce scopre la loro esistenza, i suoi desideri prendono finalmente corpo. Suo padre e suo fratello le hanno insegnato che quelle montagne non sono adatte a una ragazza. Che il suo compito è aspettare a casa il loro ritorno. Ma ora è pronta a sfidare quel divieto. A darle forza è Thomas, un ragazzo senza un passato né un luogo a cui tornare, che ha imparato sulla propria pelle che la natura può elargire doni inaspettati, crudele quanto accogliente. Luce sente che con lui esiste un legame speciale, profondo come le radici di un albero. Quello che però non può sapere è che Thomas custodisce un segreto che proietta un’ombra cupa sulla sua vita. Un segreto che appartiene al passato ma che anni dopo, su quello stesso misterioso sentiero, intreccerà la vicenda di Luce e Thomas con quella di un bambino scomparso e di un uomo pronto a tutto per ritrovarlo. In una ricerca nella quale ogni passo, ogni pendio superato è un viaggio dentro sé stessi alla scoperta delle proprie origini e della propria identità.

Romina Casagrande torna a fare luce su una pagina della nostra storia rimasta nell’ombra. E lo fa dando voce a donne di cui si è perduto persino il nome e alle loro conquiste. Il suo racconto prende per mano il lettore e lo immerge nella magia delle montagne, che sono maestre di vita generose ma esigenti, che possono dare molto ma molto chiedono in cambio.

Un romanzo che ci parla di libertà, di coraggio, di riscatto.

Recensione

Siamo vicini al confine tra Italia e Austria. Siamo nel bosco. O nella foresta. Dipende se vuoi considerarla femmina o maschio. In alto tutto sovrasta lei, Cima delle Anime, questo è il nome della montagna delle Alpi Retiche, il cui confine i protagonisti del passato devono riuscire ad oltrepassare, sperando sempre di riuscire poi a tornare indietro.

Come ne “I bambini di Svevia”, Casagrande parte da fatti storici reali, storie di persone che hanno vissuto, sofferto, desiderato, temuto, scelto, subìto, salvato, ucciso, in un passato relativamente vicino ma poco conosciuto, per costruire una storia che parla al profondo dei lettori. In questo nuovo romanzo, però, si spinge ancora più lontano: il romanzo è estremamente appassionante, la storia è così avvincente che non riuscirete a lasciare (e scoprire) l’intricata trama fino a che non avrete annodato anche l’ultimo filo, letta l’ultima pagina.

Capitolo dopo capitolo, in una danza delicata fra passato (fine anni ’70) e presente, Luce, Orecchia di Lepre, Jan, e tutti gli altri personaggi attorno a loro, entreranno dentro di voi senza che ve rendiate conto. E non potrete più lasciarli.

Luce, giovane ragazza che si sta trasformando in donna suo malgrado, che vive nel bosco assieme al padre e al fratello, dei quali invidia la libertà e coi quali desidera solcare quei sentieri pericolosi che erano le strade battute dalle donne contrabbandiere negli anni 70, quelle a cui appunto Casagrande si è ispirata per questo suo nuovo romanzo. Luce è una donna, e pertanto il suo destino è già segnato, o almeno così vogliono farle credere, ma lei non si arrende e fa di tutto per non farsi mettere in un angolo, anche se le sue scelte possono costare molto care a lei e a chi ama.

Anche Orecchia di Lepre è un personaggio caparbio e testardo, che lotta per la sua libertà e la sua stessa vita. Anche lui adolescente, vive nel bosco completamente solo, se non per la compagnia del suo Cane mezzo lupo, senza sostentamento, riesce a sopravvivere per lunghissimo tempo fino a che la fame non lo spinge a trovare la casa dei contrabbandieri e legare la propria vita a doppio filo con loro. Ma chi è questo ragazzo? Da dove viene, da cosa scappa?

E poi c’è Jan, il protagonista della storia dei giorni nostri, impegnato in quella che sembra più una sfida con sé stesso nel tentare il tutto per tutto pur di ritrovare un bambino che si è perso sulla montagna, sfida per la quale è disposto a rischiare la sua stessa vita.

E infine c’è il vero personaggio principale, che non è una persona: è il bosco/foresta, nelle diverse declinazioni che gli/le danno i vari personaggi. Madre, padre, rifugio, pericolo, ricercato, rifuggito, ma in ogni caso vivo, pieno, imprescindibile.

La scrittura di Romina Casagrande non è spedita, non è “mordi e fuggi”, tocca soffermarsi sulle pagine, sui capitoli, tocca restare ben desti per non perdersi nulla di un ordito che non è affatto quello che vuole far credere. Come lei stessa ci dice fin dalle prime pagine: “Se giri l’ordito, il disegno si rovescia e sbucano i fili recisi e gli sfilacci dei nodi”. Bisogna leggere bene la storia senza perderne nulla.

Non voglio di proposito svelare altro della trama, perché va davvero scoperta da sé nel corso della lettura. Tanti i segreti e i colpi di scena disseminati qua e là, che ne fanno quasi un giallo, se non fosse per quella speciale vena storico narrativa a cui Casagrande ci sta piacevolmente facendo affezionare, unita a una sapiente conoscenza delle profondità, degli abissi insondabili che ciascuno porta dentro di sé, che nelle sue storie però non diventano distruzione, quanto piuttosto spinta alla ricerca della propria verità, della felicità, della libertà, del coraggio.

A cura di Sara Zanferrari

 poesiedisaraz.wordpress

 

Romina Casagrande


Romina Casagrande, nata nel 1977 a Merano, laurea in Lettere con indirizzo classico, è insegnante di scuola secondaria. Ha collaborato con diversi musei, tra cui il Museo del Turismo-Touriseum di Merano e il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Bolzano-Museion, occupandosi di didattica museale. Appassionata di leggende e folklore, è autrice di racconti fantasy ispirati ai miti e alle tradizioni della sua regione, tra i quali “Appuntamento con demone”, contenuto nell’antologia “Urban Gods” e selezionato dall’omonimo concorso. Ha esordito con Amailija (Anguana Edizioni, 2011), nel 2012 ha pubblicato “Dreamland Forest” e “Falling Down” (entrambi per Nulla Die), cui seguono nel 2013 “Morning Star”, libro conclusivo della saga dedicata ai luoghi misteriosi dell’Alto Adige, e “Scenderà un’altra notte” (2015), romanzo distopico, in cui mescola leggende e tinte gotiche. Per Arkadia Editore ha pubblicato “La Medusa” (2014), romanzo storico incentrato sulla figura del pittore Théodore Géricault, “Lontano da te” (2017), ispirato al celebre quadro di John Everett Millais, “Ophelia e nel 2018 infine “Le ragazze con le calze grigie”. Nel 2019 è uscito per Garzanti il suo grande successo “I bambini di Svevia”.

 

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