I chiostri di New York




Sinossi. Tra relazioni tossiche, arcani maggiori e codici miniati, Katy Hays mette in moto un meccanismo letterario spietato; un esordio brillante che racconta il lato oscuro della nostra fame di conoscenza, in una New York sospesa tra modernità e occulto. Per Ann Stilwell passare l’estate a lavorare per il Metropolitan Museum of Art di New York è un sogno che si avvera. Ma il destino scompagina i suoi piani quando per un disguido si vede assegnata a una sede distaccata del Met: il Cloisters, una serie labirintica di chiostri spagnoli ricostruiti lungo le rive dell’Hudson, rinomato per la sua collezione di arte medievale e per un giardino ricco di piante medicinali. La giovane studentessa trova ad accoglierla Patrick Roland, l’eccentrico direttore del museo, e Rachel Mondray, la sua magnetica e ricchissima assistente. Da subito i due la coinvolgono nelle loro ricerche sulla storia della divinazione, e Ann sembra disposta a tutto pur di entrare nelle loro grazie. Ma tra gli incunaboli della biblioteca, mentre la curiosità accademica muta pian piano in ossessione, Ann scoprirà qualcosa capace di incrinare gli equilibri: un mazzo di tarocchi italiani risalente al Quattrocento, da secoli ritenuto perduto, in grado, secondo Patrick, di aprire una visione sul futuro a chi sa leggerlo. Mentre segreti e mire personali trascinano i tre studiosi in un gioco mortale di seduzioni e prevaricazione, Ann dovrà fare una scelta: credere in un destino già scritto o diventarne l’unica artefice.

 I CHIOSTRI DI NEW YORK

di Katy Hays 

Rizzoli 2023

Paola Moretti  ( Traduttore )

Thriller, pag.290

 Recensione di Samanta Sitta

I chiostri di New York” racconta dell’avventura di Ann Stillwell con il programma per laureati, dopo una laurea in storia dell’arte. Viene accolta dai Cloisters per un caso bizzarro. I chiostri sono una struttura legata al Met, ma indipendente, formata da chiostri spagnoli spettacolari, che ospitano un’importante collezione di arte medievale.

Patrick e Rachel si occupano della struttura e sono due persone fuori dagli schemi. Tutto in loro affascina Ann: la loro erudizione, i loro titoli, la spontaneità con cui la coinvolgono nelle loro ricerche, il modo in cui sembrano perfetti in ogni occasione e una spanna sopra gli altri.

Niente a che vedere con il modo in cui Ann percepisce se stessa, insomma: la protagonista de “I chiostri di New York” è orfana di padre e ha un rapporto difficile con la madre, della quale odia le idiosincrasie e tutte le limitazioni che impone alla propria vita. Limiti che cerca ovviamente di applicare alla vita di Ann, già abbastanza castigata dal lutto.

Lei viene tratteggiata come un personaggio ambiguo. Da una parte sembra voler essere spregiudicata a ogni costo, dall’altro ha momenti che sembrano quasi infantili, come quando intuisce che Patrick e Rachel non si occupino soltanto di ridare vita al passato insieme. Non mi ha convinta del tutto il suo altalenare, ma è efficace per coinvolgere il lettore.

E nessuno meglio di questi due, così proiettati nel comprendere il passato e nel tentare di pianificare il proprio futuro, può rendere Ann parte di una ricerca estremamente peculiare: i tarocchi.

Le carte oggi sono celeberrimi strumenti di divinazione, ma la loro storia ha origine nel Rinascimento come innocuo gioco di carte. Patrick è convinto che non fossero soltanto questo, nemmeno all’inizio, ed è deciso a dimostrarlo. Rachel ed Ann devono aiutarlo a vagliare tutto il materiale necessario a trovare indizi che confermino o smentiscano questa ipotesi.

Abbiamo da subito l’impressione di un classico triangolo amoroso, su cui le carte potrebbero magari illuminarci, ma presto arriva il sospetto che sia invece un quadrato: il bel Leo, ribelle e appassionato di botanica, potrebbe avere un ruolo importante nel definire il ruolo di Ann ai Cloisters e forse anche per se stessa.

Il rapporto con Rachel è così ambiguo da dare più di un brivido. È veramente un’amicizia genuina la loro, o c’è una più sottile manipolazione nel loro legame, meno evidente ma ben percepibile? E se è così, chi manipola chi? La tossicità di questa amicizia diventa sempre più evidente con il passare delle pagine ed è inevitabile temere per il futuro di queste due donne.

Tra sedute di cartomanzia e antiquari al limite della legge, Katy Hays sembra voler suggerire l’idea che il destino non è forgiato da noi e dalle nostre scelte, ma da qualcos’altro. Forse i tarocchi, una volta consultati, anticipano e determinano il futuro del consultante? Potrebbero aiutare a gettare luce sulle ombre del suo passato?

Se è così, i nostri protagonisti di “I chiostri di New York” corrono un bel rischio: tutti loro nascondono tragedie incredibili nella loro vita, tragedie sulle quali bisogna fare chiarezza. Quello che è certo è che è impossibile sfuggire al peso del passato e questo può davvero definire il nostro futuro. Che attingiamo ai momenti felici o a quelli tristi, la sua influenza sarà sempre ben distinguibile e i nostri protagonisti dovranno fare i conti con questa verità, fino alle conseguenze più estreme.

Non sono del tutto convinta di come la Hays ha sviluppato questo tema: sembra risentire un po’ dell’approccio volitivo che associo da sempre agli Stati Uniti e questo ridimensiona un po’ la critica al libero arbitrio di cui vorrebbe farsi portatrice. Può offrire comunque spunti di riflessione interessanti a chi cerca una dimensione più profonda, rispetto a quelle offerte dal classico thriller, e citazioni piuttosto puntuali di capolavori dell’arte rinascimentale, piccole perle che vale la pena di conoscere. Il piacere campanalistico con cui ho letto le parti dedicate all’arte italiana, dagli affreschi di Palazzo Schifanoia a tante altre delizie, basterebbe per consigliare il romanzo.

Un thriller insolito capace di suscitare dubbi sul nostro modo di interpretare il mondo e di renderlo inquieto con un pizzico di occulto: io l’ho trovata molto scorrevole e adatta a chi ama questo genere, ma anche a chi apprezza la storia e la storia dell’arte.

«Il Cloisters si sforza di rendere giustizia a opere d’arte come questa. Al Met vengono esposti solo quadri e artisti importanti. Ma lavorare nell’anonimato e produrre qualcosa di così raro» chiuse gli occhi per un istante, «è vera arte.»

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Katy Hays


Katy Hays vive in California, dove insegna storia dell’arte nelle comunità di Truckee e Tecopa. Ha conseguito il dottorato a Berkeley e ha lavorato per il MoMA. I chiostri di New York, il suo primo romanzo, è in corso di pubblicazione in dodici paesi.

A cura di Samanta Sitta

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