I cieli di Philadelphia




Recensione di Francesca Marchesani


Autore: Liz Moore

Traduzione: Ada Arduini

Editore: NN editore

Genere: Thriller

Pagine: 464

Anno di pubblicazione: Maggio 2020

Sinossi. Michaela Fitzpatrick è un’agente di polizia. Vive da sola e tra mille difficoltà si prende cura del figlio Thomas, un bambino dolce e intelligente. Pattuglia le strade di Kensington, il quartiere di Philadelphia dove è cresciuta e dove l’eroina segna il destino di molti, perché vuole tenere d’occhio l’amata sorella Kacey, che vive per strada e si prostituisce per una dose. Un giorno, Kacey scompare da Kensington, proprio nel momento in cui qualcuno comincia a uccidere le prostitute del quartiere. Michaela teme che sua sorella possa essere la prossima vittima e con l’aiuto del suo ex partner, Truman, inizierà a cercarla con fiera ostinazione, mettendo in pericolo le persone più care, e rivelando una verità che lei stessa prova a negare con tutte le sue forze.

Recensione


Kacey e Michaela sono sorelle ma non potrebbero essere più diverse. Da piccole vengono affidate alla nonna dopo la morte per overdose della madre e il crollo nell’eroina del padre.

La nonna invece che salvarle, farle sentire accudite e amate, le tratta come se avessero scelto loro di venire abbandonate.

Le due ragazze già da subito prendono direzioni opposte. Kacey è più spigliata e ribelle mentre Micky è riflessiva e attenta a non mettersi nei guai. Infatti, da grande deciderà di fare la poliziotta, mentre Kacey cadrà nella stessa schiavitù che ha ucciso sua madre e vivrà in strada per comprarsi le dosi.

Fra le due, dopo diversi avvenimenti, scorrono fiumi di ghiaccio, qualche volta Micky è costretta anche ad arrestarla. Non sa più come fare con lei. È a un passo dalla rassegnazione.

Quando uno dei quartieri malfamati di Philadelphia comincia a essere teatro di efferati omicidi seriali con prostitute come vittime. Micky comincia a preoccuparsi seriamente e metterà in gioco tutto pur di ritrovare sua sorella, che sembra essere scomparsa nel nulla.

La prosa della Moore, nonostante le vicende di un certo spessore, è delicata e sottile, si sofferma su alcuni dettagli disegnando le scene come fosse una pittrice. Vorrebbe che la sua protagonista fosse, scusate il gioco di parole, un’eroina, ma Michaela non lo è.

È fragile, è debole, è completamente sola. Avere una pistola dietro non la rende automaticamente invincibile e soprattutto non la può salvare dall’inevitabile catena di disgrazie che sembra essere la sua vita.

Un romanzo a tinte scure che però non perde la sua sensibilità.

 

 

Liz Moore


Liz Moore nasce nel 1983, dopo un breve periodo come musicista nel 2007 decide di scrivere il suo primo romanzo The words of every song. Nel 2012 pubblica Heft e nel 2016 The unseen world. Nel 2014 vince il Rome prize in letteratura dell’accademia americana a Roma. Ora insegna scrittura creativa alla Temple University. Vive a Philadelphia con il marito e la figlia

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