I cospiratori di Venezia




Recensione di Mara Cioffi


Autore: Alex Connor

Traduttore: Tessa Bernardi

Genere: thriller storico

Pagine: 352

Editore: Newton Compton

Anno edizione: 2020

Sinossi. Venezia, XVI secolo. Marco Giannetti, l’assistente di bottega del celebre Tintoretto, deve fare i conti con le conseguenze delle proprie azioni. Corrotto dallo scrittore Pietro Aretino, al cui ricatto ha piegato il suo volere, è ormai odiato dagli ebrei del ghetto, che lo incolpano di un crimine atroce. Più passa il tempo e più Giannetti si convince che il denaro sia un subdolo alleato: invece di proteggerlo, ha messo in pericolo la sua vita. Ma mentre si appresta a fare i conti con la propria coscienza, una serie di brutali delitti sconvolge la città. Una delle vittime è la figlia dello speziale olandese Nathaniel der Witt, che non riesce a darsi pace per la sua morte e decide così di indagare per scoprire la verità. La sua indagine lo metterà sulle tracce di personaggi come Tintoretto; ma anche Adamo Baptista, una spia; la cortigiana Tita Boldini; il mercante francese Lauret e la donna più desiderata di Venezia, Caterina Zucca. I Lupi di Venezia sono di nuovo a caccia…

Recensione

Come da trama, veniamo catapultati nella Venezia del XVI secolo, tra bottegai, prostitute, ebrei e soprattutto artisti.

Se nel primo libro della serie, I Lupi di Venezia, vediamo Marco Gianetti, assistente di Tintoretto confrontarsi con Ira Tabat, un mercante ebreo, a tal punto che i loro destini risultano inequivocabilmente uniti, in questo secondo thriller è evidente come le personalità corrotte della laguna la fanno da padrone: Pietro Aretino, che ha corrotto Gianetti, la spia Adamo Baptista, la cortigiana Tita Boldini, il mercante francese Lauret e la donna più desiderata di Venezia, Caterina Zucca.

Lazione, però, si concentra in buona parte sul personaggio di Nathaniel der Witt, uno speziale olandese che non riesce a darsi pace per la morte della figlia ed è deciso a indagare per scoprire la verità e smascherare i Lupi di Venezia.

I romanzi ambientati nella famosa città lagunare hanno il loro fascino, inutile negarlo, soprattutto per le atmosfere rarefatte e nebbiose e se poi il tutto viene trasposto nel XVI secolo, ecco che il gioco è fatto!

Il romanzo scorre in maniera decisa e mai noiosa, visto che entriamo subito nel merito dellazione e si rivela molto chiaro anche per chi non ha letto il primo della serie.

I personaggi sono molto ben delineati stilisticamente, nel senso che è molto semplice riconoscerli soprattutto per lo stile comunicativo (e qui sicuramente un grande plauso va anche alla traduttrice), ma dal punto di vista della caratterizzazione risultano deboli e un poraffazzonati.

É difficile affezionarsi davvero a uno di essi e si fa il tifo sì per la giustizia, ma non per quella di qualcuno in particolare.

La mia paura era che si arrivasse a una risoluzione frettolosa nelle ultime pagine, perché nelle prime 200 pagine non si fa nessun passo avanti nella risoluzione del mistero e non sembra esserci una fine concreta.

In merito alla ricostruzione del periodo, non sono una storica e non me la sento di esprimermi a riguardo, ma sono riuscita a respirare lessenza di una Venezia un poantica e misteriosa e tanto basta per farmi assegnare un punto di merito allautrice.

Se avete già iniziato la serie e siete curiosi di sapere come procede, allora leggetelo, vi farà trascorrere qualche ora nella bellissima laguna; se il primo libro non vi è piaciuto, lasciate perdere, troverete sicuramente tutte le conferme al vostro disappunto. 

 

Alex Connor


Alexandra Connor è nata e cresciuta in Inghilterra. Ha intrapreso diverse carriere, come quella di modella e di assistente personale di un chirurgo cardiaco. Ha anche lavorato in una galleria d’arte e ora si dedica alla pittura e alla scrittura. Il suo genere preferito è il thriller cospirativo, specialmente se ambientato nel mondo dell’arte.

 

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