I fuoriposto




Sinossi. Santa Maria al Bagno, Puglia, 1946. Il mare brilla trasparente sotto sole, ma tutt’intorno è miseria nera, ereditata da generazioni e ingigantita dalla guerra. Tommaso, Umberto, Marcello e Giovanni sono quattro tredicenni, e della loro terra conoscono solo la campagna arsa, i rovi e le pinete tra cui scorrazzano per isolarsi dai grandi, luoghi in cui si rifugiano per fingere che la miseria e la fatica siano lontane come l’orizzonte che precipita nel mare. Ma quando Marcello trova, seminascosto nella boscaglia, il cadavere di un uomo, i quattro amici entrano in contatto con un mondo a loro ignoto, che li conduce proprio in riva al mare, dove gli inglesi hanno allestito un campo profughi per i sopravvissuti alla Shoah. Paradossalmente, ai ragazzi il campo sembra il paese di Bengodi, perché non solo il cibo non scarseggia, ma c’è persino un’infermeria. E Tommaso ha una sorella che sta morendo di tifo. Insieme, i ragazzi organizzano un piano per introdursi nel campo e rubare le medicine. Non sanno a che cosa vanno incontro, sanno solo che chiedere non serve a nulla perché a loro nulla è dovuto, tanto meno da questi estranei che si sono insediati nella loro terra, e che li trattano da pezzenti quali sono. Dalla loro, però, hanno la capacità di sognare di tutti i ragazzi, la fiducia incrollabile nella propria forza, la fedeltà assoluta che li lega l’uno all’altro. E la realtà scabra dei fatti si mescola ai loro progetti fantastici, trascinandoci in una lettura appassionante che ci commuove e ci fa sorridere insieme.

 I FUORIPOSTO

di Cosimo Buccarella

Corbaccio 2023

narrativa contemporanea, pag.360


I fuoriposto

A cura di Marina Toniolo


 Recensione di Marina Toniolo

I romanzi di formazione, se scritti a modo e con una storia gustosa di fondo, sono sempre apprezzabili e degni di essere scoperti. E’ il caso de ‘I fuoriposto’ di Buccarella che unisce sapientemente diversi elementi storici, geografici e sociali sfornando un romanzo che racconta una parte d’Italia appena uscita dalla Seconda Guerra Mondiale dove la fame e la miseria ancora sono padrone della vita delle persone.

Imparai così che c’era un codice cavalleresco che anche nella più sporca delle guerre permetteva di stabilire una tregua dai combattimenti per soccorrere i feriti; e che una qualsiasi delle parti in campo poteva sentirsi libera in qualsiasi momento di romperla in maniera molto poco cavalleresca’.

Quattro tredicenni, Tommaso – voce narrante – Umberto, Marcello e Giovanni, sporchi, laceri e perennemente affamati trascorrono le giornate vagabondando nei campi arsi dal sole e battagliando contro i Malota, banda avversaria. Il ritrovamento di un cadavere li porterà a entrare nel campo rifugiati predisposto dagli inglesi e a cercare un modo per salvare la sorella di Tommaso, ammalata seriamente di febbre tifoidea.

La scrittura fluida e, a tratti, umoristica, rendono assoluto il piacere della lettura. Pur nella tragicità della situazione i ragazzi non si perdono mai d’animo e, uniti dal motto universale del ‘tutti per uno uno per tutti’, danno vita a situazioni rocambolesche e non esitano a coinvolgere padri e nonni, a loro tempo amici.

Tutti dediti, chi per mestiere, chi per caso, al baratto forzato: chi prende ciò che serve è consapevole che qualcos’altro sarebbe stato sottratto da qualcun altro ogniqualvolta ne avesse avuto bisogno. Questo è il lascito della guerra.

L’incontro con la realtà del DP Camp numero 34 stravolge la visuale ristretta dei ragazzi: cibo in abbondanza, medicine, grandi ville e ettari di parco costituiscono quest’isola recintata in cui vengono ospitati i sopravvissuti ebrei dei campi di concentramento, nell’attesa di essere imbarcati per la Palestina. Campo storico, il maggiore costruito in Italia e di cui non sapevo nulla: è quindi sempre un’ottima idea affrontare la lettura di questa tipologia di romanzi poiché aprono gli occhi su realtà semisconosciute a chi non è degli stessi luoghi.

Un inno alla diversità e alla capacità di adattamento propria dei ragazzi:

Tutti siamo strani, Marce’! non l’hai ancora capito? Ognuno a modo suo, tutti siamo strani”.

Gradevole l’inframezzo di termini dialettali che danno colore e rotondità alla vicenda. Riusciranno i nostri eroi a salvare Romilda e a sfuggire indenni dai Malota, dagli inglesi e dagli ebrei rifugiati?

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Cosimo Buccarella


Cosimo Buccarella è nato e vive in Salento, dove ambienta la maggior parte delle sue storie. Suoi racconti sono apparsi in raccolte e riviste. È stato vincitore del Festival Dieci Lune. Con  ‘Brave persone’ è arrivato in finale al torneo letterario gratuito IoScrittore, promosso dal Gruppo GeMS. L’autore esordisce nel 2009 con il racconto ‘La torre dell’orologio’ e nel 2012 vince il Premio Olivieri con ‘La mossa più lunga’

A cura di Marina Toniolo 

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