I peccati del padre




Recensione di Laura Salvadori


Autore: Jeffrey Archer

Traduzione: Seba Pezzani

Editore: HarperCollins

Genere: narrativa

Pagine: 315

Anno di pubblicazione: 2018

Sinossi.  New York 1939. Appena sbarcato in America, Tom Bradshaw viene arrestato per omicidio di primo grado. Così, quando Sefton Jelks, un affermato avvocato di Manhattan, gli offre gratuitamente i propri servigi e gli garantisce che riuscirà a fargli avere uno sconto sulla pena, lo squattrinato giovane non può fare altro che accettare. Le cose però non vanno affatto come sperava: all’indomani del processo, in cui viene dichiarato colpevole e condannato a sei anni di galera, l’avvocato sparisce e Tom si rende conto che l’unico modo per provare la propria innocenza è rivelare chi è davvero, anche se per proteggere la donna che ama ha giurato che non lo avrebbe mai fatto. Nel frattempo Emma Barrington arriva a New York, decisa a tutto pur di ritrovare l’uomo che avrebbe dovuto sposare benché le abbiano detto che è morto in mare. L’unica prova su cui si fondano le sue certezze è una lettera. Una lettera spedita più di un anno prima, che è rimasta dimenticata sulla mensola di un caminetto a Bristol…Tra oscuri segreti, scandali, drammi familiari e avventure emozionanti,il secondo volume della Saga dei Clifton si sposta dai sobborghi di Bristol ai grattacieli di New York e ai campi di battaglia della Seconda guerra mondiale, in un crescendo di tensione e colpi di scena.

Recensione


Con grande piacere e curiosità ho ripreso in mano il destino dei Barrington e dei Clifton, in una cornice che si è fatta ancora più intrigante e che ha varcato, in questo secondo capitolo, anche l’Oceano Atlantico per giungere in America!

Facciamo un passo indietro. Nel primo capitolo di questa saga familiare abbiamo fatto la conoscenza di due famiglie, l’una (i Barrington) ricca, altolocata, potente e che come spesso accade, ha al suo interno una mela marcia, un personaggio infido e malvagio, che è causa e conseguenza dell’intreccio che costituisce il nucleo di tutta la saga; l’altra (i Clifton) di origine proletaria, ma determinata ad emergere e consapevole delle sue potenzialità. Le due famiglie sono destinate a scontrarsi a causa di un fatale e casuale incontro amoroso fra Hugo Barrington, calcolatore e spietato e Maisie Clifton, bella, sensuale, dotata di grande senso pratico e desiderosa di emergere nella società. Harry Clifton, pargolo dalla grande intelligenza, figlio di Maisie, potrebbe essere stato concepito proprio durante il fortuito incontro.

Il dubbio, di non poco conto se consideriamo che potrebbe stravolgere l’asse ereditario dei Barrington, è il fulcro della storia. Un dubbio che è destinato a non sciogliersi, che è causa di infinite dispute e anche motivo del naufragio della brama matrimoniale dello stesso Harry nei confronti di Emma Barrington che potrebbe essere sua sorella! Il primo capitolo lascia il lettore in un tremendo stato di sospensione: Harry è figlio di Hugo? Potrà quindi coronare il suo sogno d’amore con Emma?

In questo secondo capitolo buona parte della storia si sposta in America, dove Emma sta cercando Harry, dato per morto durante un naufragio. Harry in realtà è in carcere, sotto falso nome. In Inghilterra invece assistiamo al declino dei Barrington, che dopo la morte di Sir Walter sono guidati da uno scellerato Hugo, sempre più meschino e miserabile.

Ancora una volta sono le figure femminili a far vibrare il romanzo: la volitiva Emma, giovane donna emancipata, scaltra e intelligente, che solca l’oceano pur di ritrovare Harry; e la mia beniamina, Maisie, che nasconde, sotto le sue intriganti sottane, lo spirito battagliero e lungimirante di una donna d’affari, che pur senza saper leggere e scrivere dimostra e mostra il fatto suo. Senza queste donne tutta la storia vacillerebbe, riducendosi ad un romanzo sui dubbi di una paternità e sulle sue conseguenze.

Naturalmente un posto d’onore va all’ambientazione storica, suggestiva, fedele, evocativa. Il romanzo è denso di atmosfere molto particolari; si può davvero volare con la fantasia e immaginare luoghi, arredi, abiti, acconciature e modi di fare tipici di un’epoca affascinante.

Ultimo, ma non certo per importanza, un plauso va all’autore che scrive con grande scioltezza, con la semplicità di chi sa di saper scrivere, senza la ricerca di frasi affettate o di dispersive elucubrazioni mentali. Di Jeffrey Archer ammiro l’uso di una sottile ironia, di una prosa frizzante, che vuole e sa strappare un sorriso, che è capace di caratterizzare i suoi personaggi rendendoli unici, accattivanti, vivi e reali. Leggere è un divertimento, sia per l’immedesimazione che induce nel lettore, sia per l’empatia che scaturisce dai personaggi, dotati di una vitale e istintiva simpatia.

Rinnovo il mio giudizio positivo su questa saga. Pur nella semplicità della sua costruzione, la trama è meritevole e il continuo cambio di scena e di punto di vista la rende vivace, gradevole e mai stancante.

I capitoli infatti continuano ad essere dedicati ai vari personaggi, che in modo alterno si raccontano, con un continuo cambiamento che stimola il lettore e lo stuzzica, allo stesso modo di un antipasto fatto di molteplici assaggi di un cibo ogni volta delizioso e sorprendente, che prende per la gola il commensale nell’attesa del piatto principale.

Jeffrey Archer


Jeffrey Archer (Londra, 1940) è uno dei massimi scrittori di crime fiction inglesi. Tra i suoi grandi successi Non un soldo di più non un soldo di meno, Quarto potere, Figli del destino. Rappresentante in carica della House of Lords, nominato Barone dall’allora primo ministro John Major, è stato candidato conservatore alla carica di sindaco di Londra nel 2000.

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