Identità bruciate



identità bruciate di daniela rispoli

(Recensione di Laura Piva)


Autore: Daniela Rispoli
Editore: Giraldi editore
Genere: noir
Pagine: 194
Anno pubblicazione: 2017

 
Una serie di delitti efferati scuote Bologna. Tutto fa pensare che un serial killer si stia aggirando per la città. La sua firma è inconfondibile: tortura e sfigura le vittime con un cannello. La prima vittima carbonizzata trovata in un appartamento del centro è Giulia, sorella gemella della poliziotta Elena Rossi. Elena, nonostante il dolore, porterà avanti un’indagine non ufficiale per scoprire l’autore del delitto. Verranno a galla dolorosi brandelli di passato ed un presente dove nulla è come sembra.

Un romanzo spiazzante, questo di Daniela Rispoli. Innanzi tutto per il linguaggio crudo, fatto di frasi brevi e sincopate, condito da espressioni tipicamente dialettali o ascrivibili allo slang bolognese, e poi, anche e soprattutto, per l’uso di tecniche narrative che scombinano il piano temporale della narrazione e fanno variare continuamente la soggettiva, alternando la prospettiva dei diversi personaggi coinvolti.

I capitoli, che portano il nome del personaggio che racconta in prima persona la sua versione della storia, si alternano senza seguire un filo cronologico e disorientano continuamente il lettore. In questo continuo rimescolare le carte, emergono i lati oscuri dei diversi personaggi, tutti potenzialmente colpevoli agli occhi di chi legge.

Verità e menzogna si confondono, così come i ruoli di vittima e carnefice. I colpi di scena sono moltissimi: suspense e tensione sono mantenuti magistralmente fino alla fine del romanzo.

La città di Bologna cessa di essere solo uno sfondo statico e sembra prendere vita, diventando essa stessa – nella sua accezione più noir- un personaggio della storia, che ricopre l’importante compito di accompagnare la deriva psicologica dei protagonisti.

La verità è che questa città mi sta incarnando in sé, mi ha reso parte del suo tessuto. Un tessuto formato da fili di seta lisci e morbidi, ma anche da fili di ferro spinato che pungono e fanno male e fanno sanguinare. E’ una città che mi sta risucchiando in un vortice trascinandomi a fondo, ma in questo fondo, in questa melma, io ci sto bene”.

La psicologia gioca un ruolo fondamentale nella vicenda, che ricorda vagamente gli schemi narrativi usati in alcuni thriller psicologici di autori tedeschi come Wulf Dorn e Sebastian Fitzek e che, come tale, pecca un po’ di avere scarsa aderenza con la realtà.

Merita una menzione particolare la meravigliosa prefazione dello scrittore bolognese Roberto Carboni, piccolo capolavoro di stile e contenuti.

Daniela Rispoli vive e lavora a Bologna, dove ha studiato cinema al DAMS che l’ha profondamente in-fluenzata nella sua attività di scrittrice. Tiene una rubrica continuativa sulla rivista di cinema fantastico internazionale Weirdmovies. Appassionata di cinema e lettrice di romanzi gialli, horror, polizieschi e noir, da cui deriva la sua penna thriller-chic, scrive in solitaria e per progetti editoriali di gruppo.
Ha pubblicato diversi romanzi tra cui Dipinta di rosso, e Delitto in nero. E ha curato e partecipato un progetto editoriale di scrittura collettiva che ha dato via al romanzo Fuga dal paradiso. Ha pubblicato tre racconti in antologie con autori vari.
 

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