Il bambino e le isole




 IL BAMBINO E LE ISOLE

di Marino Magliani

66thand2nd 2023

narrativa, pag.192

Sinossi. Un uomo mite, verso la fine della sua breve esistenza, giunge a Sanremo. Si chiama Walter Benjamin e ha con sé pochi bagagli, tra cui una valigia di libri illustrati. Nella città delle palme incontra un ragazzino curioso di nome Italo Calvino. I due si rivedranno tre o quattro volte e parleranno soprattutto di ciò che Walter vorrebbe fargli scrivere: la storia di un bambino e del suo pallone che si perde nei vicoli e oltrepassa i binari della ferrovia. Il bambino non ci sta a lasciare là quel bene così prezioso, e allo stesso tempo non può disubbidire all’ordine della madre: i binari non si attraversano. Che fare? Presto Walter e Italo si saluteranno e non si rivedranno mai più, ignorando che quel bambino, quel doppio evocato dalla fantasia, è diventato reale. E ha un solo modo per recuperare il pallone: seguire i binari, seguire il corso delle storie, cercarne la fine, a costo di metterci tutta una vita e anche di più. Un romanzo evocativo e struggente, un omaggio a quel sogno a occhi aperti che è la letteratura.

 Recensione di Laura Bambini

Un uomo scende dalla stazione a Sanremo con una valigia carica di libri per ragazzi. Conosce due ragazzini, Duilio e Italo, che poi sarà il Calvino che conosciamo oggi.
A Italo, l’uomo racconta della ricerca della lucertola ocellata e della storia di un bambino che, per non disubbidire all’ordine della madre di non attraversare i binari, si mette a camminare alla ricerca della loro fine.

L’uomo riparte e da quel momento la narrazione si sdoppia: da un lato vari accenni alla vita di Calvino, dall’altro la storia del bambino che insegue i binari, storia che a quanto pare Calvino voleva scrivere e non ha mai compiuto.

La vicenda del bambino, che poi diventerà adolescente e adulto, è caratterizzata molto bene e si lega con diversi escamotage alla vicenda reale di Calvino.

Tuttavia, non posso fare a meno di notare che la parte del testo in cui si parla di Calvino risulta fumosa e poco chiara. Ho dovuto rileggere diverse volte gli stessi paragrafi per capire dove fossimo e quali fossero i personaggi sulla scena. Le descrizioni spezzano di continuo la tensione e la scena, con il risultato che la narrazione diventa lenta e il lettore si perde.

Inoltre, molte notizie sullo scrittore vengono rivelate di passaggio, senza un minimo di approfondimento, neanche psicologico; spesso, sembra che siano comparse servili all’altra parte della storia, anche se da lato appaiono slegate.

Molto toccante la scena finale.

Ho apprezzato molto l’idea di dar vita a una storia mai scritta e di legarla alla realtà, tuttavia avrei preferito anche un approfondimento dello scrittore che lasciasse meno cose per scontato.

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Marino Magliani


Marino Magliani è nato in una valle ligure e ha trascorso gran parte della vita fuori dall’Italia. Oggi vive tra la sua Liguria e la costa olandese, dove scrive e traduce. È autore di numerosi libri, tra cui Il cannocchiale del tenente Dumont (L’orma, 2021) candidato al premio Strega.

A cura di Laura Bambini

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