Il banditore di Walràs 




Il banditore di Walràs 

di Christian Floris

Scatole Parlanti 2023

Nome Cognome (Traduttore)

Narrativa, pag.116

Sinossi. Cagliari, luglio 2012. Dopo la fine della relazione con Lidia, il giovane Giulio Cois trascorre le sue giornate in modo anonimo, noleggiando i film della sua videoteca e nel ricordo del padre e della madre, ormai defunti da tempo. Un giorno riceve un telegramma da un notaio e organizza un viaggio per prendere possesso di un’inaspettata eredità. Ma un grave evento scombussolerà tutti i suoi piani. L’incontro con un uomo bizzarro e l’inizio di un’indagine imprevista e sconvolgente segneranno per sempre la sua vita, facendogli scoprire il senso profondo dell’amicizia e del perdono.


Recensione Luisa Ferrero


Siamo nel 2012. Giulio Cois, un giovane ventottenne cagliaritano, è in una fase piuttosto “down” in quanto sta ricucendo i cocci della propria vita. La morte dei genitori e la fine del rapporto con Lidia, infatti, sono ferite ancora troppo aperte. Le sue giornate trascorrono apatiche tra il lavoro di noleggio video, le giocate al lotto, una pizza dall’amico Paride e i ricordi del passato. E così, poco incline a uscir fuori dalla sua “comfort zone”, esprime l’avventuriero che è in lui solo fantasticando in “mondi paralleli” dove a fianco degli amori della sua vita troviamo personaggi di film cult quali Misery non deve morire, Wall Street e tanti altri.

Un giorno, un imprevisto rivoluzionerà la sua vita: uno zio architetto, non ricco ma benestante, gli lascia in eredità una villa a Genova. Inizia così il viaggio di Giulio che lo porterà da Cagliari a Genova.  Giunto nel capoluogo ligure, subirà un’aggressione, ma questo fatto increscioso gli permetterà di incontrare il bizzarro, ma anche colto e saggio Venanzio Sartori, professore di economia…

«Ci sono strade che abbracciamo, così come si presentano, così come sono tracciate. In una sospensione indefinita. Ci sono strade che percorriamo, mentre inciampiamo e rotoliamo nella polvere. Mentre la realtà si svela, graduale e imponente.»

In questa riflessione profonda fatta da Giulio Cois durante l’aggressione fisica che ha messo a repentaglio la sua vita, io ci ho visto il messaggio trasversale che Floris ne Il banditore di Walràs ha voluto trasmetterci.

In questo romanzo un po’ mistery, un po’ noir e un po’ psicologico, l’autore si è dimostrato, a mio avviso, un gran narratore di “mondi” che catturano il lettore per originalità, ma che poi lo portano a riflettere sul vero senso della vita.

Straordinario il personaggio di Cois, ma anche quello di Sartori e di Paride e anche se ognuno parla un proprio “linguaggio” e sembrano così diversi tra loro, a unirli è il rispetto per l’amicizia, per la gratitudine e per l’apertura disinteressata verso l’altro.

Il banditore di Walràs è un viaggio vero e proprio, sia fisico (perché Giulio si sposta da Cagliari a Genova, poi a Dublino per poi ritornare a Genova e infine alla sua “Itaca cagliaritana”), sia interiore perché il Giulio che ritorna è molto diverso da quello che era partito qualche mese prima. Ora, sembra intenzionato a vivere la vita appieno, a non farsi più scivolare addosso gli avvenimenti, consapevole che a ogni sbaglio si può rimediare perdonandosi per perdonare.

Scrittura davvero piacevole e intrigante che alterna guizzi di ironia a riflessioni profonde.

In conclusione, non posso che augurare a Il banditore di Walràs la stessa fortuna di chi realizza una cinquina secca al lotto.

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Christian Floris


È nato a Cagliari nel 1975. Attualmente esercita la professione di dottore commercialista. Ha pubblicato Gli inseparabili (Cusl, 2007), In fondo alla strada (Cusl, 2009; finalista premio letterario “Alziator” 2008) e Canzoni d’inverno (Cuec, 2016). Con i racconti A ogni donna il suo gradino e La festa degli sposi è stato finalista rispettivamente al “Corenno in giallo” 2022 e terzo classificato al concorso “Musikè” (Giacovelli Editore). Dal 2021 è tra gli ideatori e i promotori del sodalizio degli Autori Solidali.

A cura di Luisa Ferrero

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