Il cacciatore di ossa




Recensione di Loredana Cescutti


Autore: Stuart MacBride

Editore: Newton Compton

Traduzione: Claudia Businaro

Serie: Logan McRae #2

Genere: Thriller

Pagine: 408 p., R

Anno di pubblicazione: 2010

Sinossi. Le due del mattino. Tutto ha inizio quando viene rinvenuto il corpo martoriato di Rosie Williams, una prostituta del quartiere a luci rosse di Aberdeen, Scozia. Sulla scena del delitto viene chiamato il sergente Logan McRae, sotto inchiesta per il grave ferimento di un suo agente. Dopo quella tragica sparatoria la sua carriera sembra compromessa: caduto dal podio di eroe che aveva conquistato per aver risolto il difficile caso del “Collezionista di bambini”, rimosso dalla squadra dell’Ispettore Insch con il quale collaborava da anni, Logan viene sbattuto in mezzo al gruppo di agenti falliti comandato dall’ispettrice Steel, con la quale si instaura immediatamente un rapporto conflittuale. Intanto, sullo sfondo della stessa notte che accoglie il cadavere di Rosie, divampa un orribile incendio: alcune persone sono intrappolate in un palazzo da un perverso omicida che, nascosto, ascolta estasiato le grida delle vittime. Per Logan l’unica possibilità di riscatto è nella veloce risoluzione di uno dei casi. In un crescendo di tensione e brutalità, Stuart MacBride svela una trama fatta di corruzione politica, prostituzione minorile e droga. Protagonista assoluta è una vivida e quasi scientifica violenza, alleggerita dal dissacrante senso dell’umorismo dell’autore, che fluttua costante fra le righe del romanzo.

Recensione

Diciamocelo con onestà, questa volta sotto il sedere di Logan McRae ci sarà da subito un braciere ardente colmo fino all’orlo e lui, rischierà veramente di “marchiare” il suo fondoschiena, a volersi esprimere con un po’ più di eleganza rispetto ai termini comunemente utilizzati dall’ispettrice Roberta Steel.

Fra indagini della disciplinare sul suo comportamento in servizio, tra la “Squadra Coglioni” in cui è stato spedito in punizione che è diretta appunto dalla molto sgradevole Steel, fra il suo capo che lo rivorrebbe con sé e lo sfrutta a suo piacimento, si ritroverà per le mani quattro indagini complicatissime che potrebbero, a seconda degli esiti, fargli risalire la china oppure farlo sprofondare in un pozzo ancora più profondo,  perché l’opinione pubblica da un po’ è spietata con la polizia e di conseguenza, la polizia ce l’ha con lui che è sotto i riflettori per un’irruzione mal riuscita di sei mesi prima con tanto di collega ferito.

Insomma, dire che Logan si ritroverà nell’occhio del ciclone sarà solo un eufemismo e credetemi, ne vedrete delle belle.

Il sergente McRae non si può proprio dire che se la stia passando bene e anzi, fra una mazzata e l’altra, lavorare affiancato all’ispettrice Steel si rivelerà arduo al limite dell’impossibile, sia per le indagini in corso che per la persona stessa, quale è Roberta Steel.

Quarantenne, con una compagna che in questo romanzo si conosce solo per le furiose litigate di cui Roberta ci metterà a parte durante le sue telefonate, finendo per urlare talmente forte da farci averel’impressione che la voce sia avvertibile anche da noi attraverso le pagine. Come non bastasse, è una fumatrice accanita, non cura molto la sua persona, non si preoccupa degli spazi altrui e uno scaricatore di porto, al suo cospetto, potrebbe essere scambiato per una candida educanda.

Si può dire, per concludere, che la sua sgradevolezza rasenta l’incredibile.

A mio avviso l’autore ha personificato in questa donna una persona a lui decisamente “antipatica”, altrimenti non sarebbe mai riuscito nell’intento di produrre un tal prurito fastidioso in chi legge, ogni qualvolta lei entrerà in scena nell’arco di tutto il romanzo.

Dopo aver fatto tutti questi complimenti all’ispettrice, va detto comunque che anche lei in tutta la sua “imponenza”, forniscequel tocco di colore e di ritmo in più alla storia. Gli scambi fra lei e il sergente mi hanno fatta sbellicare dalle risate e trovarsi una Steel che incarna l’imperfezione assoluta, associata ad un Logan che come suo solito, si presenterà impacciato e goffo, ma al contempo attento e perspicace quando si tratta di mettere assieme i pezzi del puzzle beh signori e signore, lasciatemelo dire, troverete un miscuglio azzeccatissimo, un cocktail esplosivo. Potrei perfino arrivare ad azzardare che un panetto di C-4 non avrebbe lo stesso effetto.

In tutta questa storia, l’ironia nell’ironia sarà però che se da un lato finalmente Logan sembra aver trovato una compagna di polso che gli quella regolarità di cui aveva bisogno nel quotidiano, che si cura di lui e alla sua vita una parvenza di normalità, allo stesso modo per contro, si ritroverà in mezzo ad un vero e proprio fuoco incrociato. Steel da una parte e il nuovo amore dall’altro e lui, praticamente finito/sfinito nel mezzo, ma non mollerà fino a che ogni caso non avrà la parola fine scritta nel rapporto d’indagine.

Il sarcasmo di MacBride ancora una volta farà da traino con energia e scoppiettante brutalità a questa storia, che nella sua fredda e spietata durezza, si farà leggere velocemente con un patema crescente e una crudeltà che non risparmierà nulla al lettore o quasi, ma fra queste pagine, oltre agli aspetti più thriller dell’opera si potrà vivere anche dei momenti tendenti molto di più al giallo. Il sergente McCrae, con la perspicacia che ormai lo contraddistingue, riuscirà a mettere assieme i pezzi necessari alle soluzioni dei casi e sarà lui a riconoscere segnali e prove, ad unire ogni singolo fatto necessario per ricomporre gli avvenimenti delittuosi compiuti in una Aberdeen sferzata dal vento e dalla pioggia costante, fredda e glaciale come appunto i reati da cui sarà marchiata.

La capacità descrittiva di persone, luoghi e sensazioni di cui è capace MacBride, per me rimane qualcosa di fantastico, un’abilità che l’autore, per lo meno con me, ha già ampiamente dimostrato con il primo libro e che, proprio grazie a questo, ti da l’impressione di vivere la storia più da vicino, come se tu ad Aberdeen fossi di casa.

L’unica cosa di questo libro che non mi ha convinta, come già mi è capitato con altri libri di questa casa editrice, è la traduzione dall’inglese del titolo ovvero “Dying light” che si trasforma in “Il cacciatore di ossa”, soprattutto perché pensando alla storia in sé, il concetto di “luce morente” a mio avviso era molto più fedele alla trama.

Buona lettura!

 

Stuart MacBride


è lo scrittore scozzese numero 1 nel Regno Unito ed è tradotto in tutto il mondo. La Newton Compton ha pubblicato i thriller Il collezionista di bambini (Premio Barry come miglior romanzo d’esordio), Il cacciatore di ossa, La porta dell’inferno, La casa delle anime morte, Il collezionista di occhi, Sangue nero, La stanza delle torture, Vicino al cadavere, Scomparso e Il cadavere nel bosco, con protagonista Logan McRae; Cartoline dall’inferno e Omicidi quasi perfetti, che seguono le indagini del detective Ash Henderson; Apparenti suicidi; Il ponte dei cadaveri. MacBride ha ricevuto il prestigioso premio CWA Dagger in the Library e l’ITV Crime Thriller come rivelazione dell’anno.

 

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