Il caso kellan




Recensione di Katia Fortunato


Autore: Franco Vanni

Editore: Baldini e Castoldi

Pagine: 323

Genere: Giallo

Anno di Pubblicazione: 2018

Milano, oggi.

Steno Molteni, giornalista di ventisei anni, scrive per il settimanale di cronaca nera «La Notte». Vive nella stanza 301 dell’Albergo Villa Garibaldi, dove la sera lavora come barman. Guida una Maserati Ghibli del ’70. L’amico Scimmia, poliziotto alla Squadra Mobile, gli fa sapere che Kellan Armstrong, figlio diciannovenne del console americano, è stato ucciso in circostanze misteriose.

La scena del delitto è quella dell’ambiente gay. Steno indaga e si mette sulle tracce degli Spazzini, banda di giovani omofobici che «vogliono fare pulizia» aggredendo gli omosessuali sorpresi nei luoghi deputati agli incontri casuali.

Chi ha ucciso Kellan?

Perché intorno alla sua morte si accumula un ingombrante silenzio?

Steno e Scimmia si muovono parallelamente al padre di Kellan e all’amico Han, un cuoco vietnamita che lavora per la Cia: due piste, due bisogni di verità. Sullo sfondo, una città invernale, e una grande nevicata che sembra coprire tutto: prove, percorsi, pensieri.

C’è anche la Milano dei salotti, del benessere e delle apparenze da salvare. Nella sua ricerca, Steno vive il dramma di ogni giornalista: la differenza fra la verità dei fatti, che spesso si riesce solo a intuire, e la verità che invece si è in grado di raccontare.

Ho letto un bel libro, conosciuto un nuovo scrittore, ho apprezzato una storia semplice,  ma d’effetto e mi sono decisamente innamorata di Steno (ok, devo smetterla di leggere perché il mio cuore ha un limite).

Interessante e coinvolgente la storia, anche se non ho gradito molto la conclusione di Steno nella stesura dell’articolo, pur capendola.

Non conosco il mondo dell’editoria, del giornalismo, ma suppongo che, come in quasi tutti i settori, a volte bisogna scendere a compromessi. La figura del giornalista mi ha sempre affascinato, quindi capite bene che non posso non apprezzare questo libro. Chiariamoci, non è che il libro mi piace solo per il protagonista eh!

Vanni ha fatto un gran bel lavoro. La storia è scritta bene, fluida e semplice, con protagonisti ben delineati e situazioni e intrecci ben calibrati; luoghi descritti con dovizia tanto che ti sembra di essere lì, e vuoi mettere che ha un gusto impeccabile in fatto di macchine? Anche se preferisco la Shelby alla Ghibli, ma son gusti…

Un giallo in piena regola!

Franco Vanni


Franco Vanni (Milano, 1982), cronista al quotidiano «la Repubblica», ha seguito centinaia di casi di cronaca nera e giudiziaria. È docente al master in Giornalismo dell’Università Cattolica. Insegna all’Accademia del giallo. Con tre amici cura il blog di pesca anonimacucchiaino. it. Nel 2015 ha pubblicato Il clima ideale, suo primo romanzo, premiato come migliore esordio italiano alla trentesima edizione del Festival du Premier Roman de Chambéry. Nel 2017, con Andrea Greco, ha scritto il saggio d’inchiesta Banche impopolari. Nel 2018 ha pubblicato per Baldini+Castoldi il giallo Il caso Kellan, in cui compare per la prima volta come protagonista il giornalista-investigatore Steno Molteni.

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