Il centenario




Il centenario che voleva salvare il mondo

Recensione di Loredana Cescutti


Autore: Jonas Jonasson

Traduzione: Margherita Podestà Heir

Editore: La nave di Teseo

Serie: Allan Karlsson #2

Genere: Narrativa

Pagine: 508 p. R.

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Tutto comincia al largo di Bali, con una mongolfiera e quattro bottiglie di champagne. Allan Karlsson si appresta a festeggiare il suo centunesimo compleanno con il fidato complice Julius, quando è costretto a un ammaraggio d’emergenza nel mezzo dell’oceano. Salvati da una nave nordcoreana che trasporta clandestinamente uranio per conto di Kim Jong-Un, i due vengono fermati con l’accusa di spionaggio. Dopo lo sbarco, Allan si finge uno specialista di tecnologia nucleare per riuscire a fuggire con una valigetta dal contenuto esplosivo. Allan e Julius si ritrovano così al centro di una vertiginosa crisi diplomatica tra Manhattan, l’Europa e la savana africana. Sul loro cammino incontrano Angela Merkel e Donald Trump, stringono amicizia con un truffatore indiano e un taxista masai, entrano in società con una venditrice di bare che inganna un feroce neonazista, frequentano una spia con la passione per gli asparagi. Torna in una nuova esilarante avventura il protagonista del best seller mondiale Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve. A 101 anni, Allan Karlsson ha deciso di tornare in servizio per una missione da nulla: salvare il mondo. Il centenario ha un anno in più, e ancora molti assi nella manica.

Recensione

“Sono qui,” mi ha risposto. “Che cosa ti sta a cuore dopo tutto questo tempo?”

“Ho bisogno di te,” gli ho detto.

“Per quale motivo?”

“Per raccontare le cose come stanno, e indirettamente come dovrebbero essere.”

“Tutto?”

“Più o meno.”

“Jonasson si rende conto che tanto non servirà a nulla, vero?”

“Sì.”

“Bene. Allora ci sto,” ha concluso il centenario”

Allan Emmanuel Karlsson è tornato, più in forma che mai, con una gran voglia di vivere, con un anno in più e con un’altra storia incredibile da raccontare.

Io ho avuto la fortuna di conoscerlo proprio due anni fa in questo periodo, in un momento, per me, di assoluta necessità di tornare a vedere positivo e ancora oggi, ricordo il piacere provato mentre leggevo delle sue avventure. Ogni pagina erano lacrime dovute alle risate che questo simpatico e intraprendente ed irriverente vecchietto riusciva a strapparmi.

Oggi, come allora, questo arzillo nonnetto si è insediato in casa mia senza tanti complimenti, per mangiare a sbafo e trastullarsi sul divano, magari con un buon liquore da sorseggiare e soprattutto, con la sua nuova scoperta, una tavoletta nera che gliha permesso di rimanere connesso con tutto il mondo, con tanta voglia di raccontare le sue nuove avventure dal tono scherzoso ma con un retrogusto amarissimo, dati i tempi in cui stiamo vivendo,

La sua filosofia di vita così pratica e semplice, la sua mancanza di cattiveria, la sua apparente ingenuità, la sua disarmante schiettezza e sincerità, per me ancora una volta si sono dimostrati necessari e terapeutici e mi hanno aiutata a dare alla vita la giusta dimensione, filtrando tra ciò che è veramente importante e ciò che non lo è.

Ovunque ti giri c’è Allan: è così che vivo e penso quando ho un libro che racconta del signor Karlsson. È stato così durante la lettura di “Un centenario che saltò dalla finestra e scomparve” ed è stato ancora così leggendo questo nuovissimo romanzo.

Come con il precedente, ho avvertito la necessità di leggerne un po’ al giorno per assaporarlo al meglio e, per regalarmi quello spazio di buon umore che ti permette di affrontare la giornata con la giusta partenza, in modo sereno e rilassato.

Una storia irriverente senza però risultare irrispettosa, semplicemente un raccontare l’attualità come già noi le conosciamo attraverso i telegiornali, ma in modo più semplice con lo sguardo di un cento unenne che ormai non ha più nulla da perdere e ben poco da guadagnare, ma che attraverso i suoi occhi ha già visto più volte commettere gli stessi errori da persone potenti, segnale questo che la storia non ci ha insegnato nulla, o meglio, che noi non abbiamo voluto imparare da essa. Sarà proprio la sua lingua incontrollabile, che ci porterà a riflettere su dove sta andando a finire questa nostra società.

Un’avventura rocambolesca iniziata assieme a Julius, storico ladro e diventato suo amico l’anno prima durante la fuga dalla casa di riposo e che, partendo da un viaggio in mongolfiera, si trasformerà ben presto in una delicatissima operazione diplomatica per evitare la distruzione del mondo. Ma il signor Karlsson, per chi lo conosce, ha già abituato i suoi fan a situazioni del genere e come già sappiamo, quest’omino attempato, incredibilmente ogni volta riesce a sorprenderci con le sue abilità svelando a noi lettori sempre qualcosa di nuovo.

Allan, questo arzillo centenario, ci insegna ad affrontare la vita con “signorilità”, senza cattiverie e senza farci troppo problemi.

Il messaggio di fondo che arriva prepotente da questa storia è che la vita è una e va goduta in modo completo e appagante per quanto ci sarà possibile, perché non si torna indietro, non si può riavvolgere il nastro come in una vecchia cassetta e, quando la vecchiaia incombe ormai sarà troppo tardi per pentirsi e rammaricarsi per gli sbagli, il non detto e il non fatto. Cogliamo l’attimo e viviamo qui e ora.

Anche lui, ad un certo punto si renderà conto che forse, le vere amicizie non possono essere contenute in un rettangolo di plastica dotato di schede e chip, ma che in realtà la vita è fuori da quello schermo.

Allan leggeva che chi trascorreva troppo tempo con la propria tavoletta nera, perdeva la capacità di prendere parte a una conversazione. In effetti il tablet aveva la capacità di parlare più al proprietario che con lui.”

A mio avviso ci dovrebbe essere un pizzico di Allan in ognuno di noi. In questo modo riusciremmo a vivere sicuramente meglio e il nostro grado di stress si ridurrebbe drasticamente in men che non si dica, migliorando di sicuro la nostra vita e quella di chi ci sta accanto.

A questo punto, non mi resta che dire: “Tanti auguri Allan!”.

Buona lettura!

 

Jonas Jonasson


Jonas Jonasson, nato in Svezia nel 1961, ha iniziato la sua carriera come giornalista per il quotidiano svedese “Expressen”. All’indomani del crollo dell’URSS, in qualità di consulente per i media, ha lavorato con i giornalisti del blocco orientale per aiutare la difficile transizione democratica. In seguito, ha fondato una società che ha realizzato programmi sportivi per la televisione svedese. A oltre 50 anni Jonasson vende la sua azienda, si trasferisce in Svizzera e inizia a scrivere il suo primo romanzo, Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve (2011). Diventato un fenomeno letterario mondiale, venduto in oltre trenta paesi, è stato “miglior libro dell’anno 2009” in Svezia, premiato dai librai svedesi con lo stesso riconoscimento che fu di Stieg Larsson. Nel 2013 ne è stato tratto un film con un cast internazionale. Il successo ha accompagnato anche i successivi libri di Jonasson: L’analfabeta che sapeva contare (2013) e L’assassino, il prete, il portiere (2015).