Il club dei delitti





Recensione di Loredana Cescutti


Autore: Richard Osman

Traduzione: Roberta Corradin

Editore: Sem

Genere: Giallo

Pagine: 384 p., R

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. Kent, Gran Bretagna. In una tranquilla e lussuosa casa di riposo quattro improbabili amici si incontrano una volta alla settimana per indagare sui casi di omicidi irrisolti. Elizabeth, Joyce, Ibrahim e Ron, tra calici di vino e torte alla vodka, studiano i fascicoli della polizia segretamente acquisiti dalla leader indiscussa del gruppo, Elizabeth. Ma quando un brutale omicidio ha luogo proprio sulla loro soglia di casa, “Il club dei delitti del giovedì” si ritrova nel bel mezzo del primo caso in diretta. I quattro protagonisti saranno pure degli ottantenni, tuttavia hanno ancora qualche asso nella manica. Sono persone vivaci, straordinariamente agili ed energiche, decise a esercitare la loro notevole elasticità mentale nella ricerca di un assassino a piede libero. Per trovarlo si immedesimeranno nel personaggio dell’anziano curioso e vagamente ingenuo, così da raccogliere informazioni e inserirsi nelle indagini ufficiali con stratagemmi sorprendenti, che superano spesso il confine della legalità.

Uccidere qualcuno è semplice. È quando si tratta di occultare la salma che viene il difficile. Ècosì che finisci per farti beccare. Ma se incappi nel posto giusto, puoi tirare il fiato. È fatta.

Io ho avuto la fortuna di trovare quel posto.”

Recensione


Cooper Chase, luogo di pace, di tranquillità, di armonia, di agiatezze e di omicidi.

Il luogo, dove prima o poi, se proprio dovessi, non mi dispiacerebbe andare a finire i miei giorni.

Nell’approcciarvi a questo libro, non aspettatevi di trovare arzilli vecchietti noiosi, che dopo anni di attività normali sono stati costretti ad andare in un ospizio, sarebbe l’errore più grave e pericoloso che potreste commettere.

I protagonisti di questa storia saranno sì anziani, ma vi stupiranno veramente in ogni modo e la lezione più importante che potreste ricavare dalla lettura di questo romanzo, sarà proprio che non bisogna mai giudicare il libro dalla copertina.

Il club dei delitti del giovedì, che si riunisce appunto ogni giovedì sera in questa residenza, quando la sala Puzzle è libera, si occupa di Cold Case, di reati veramente commessi ma rimasti insoluti.

A capo di tutti Elizabeth, la misteriosa, enigmatica signora dal passato alquanto oscuro, che stupisce ma alla quale da subito si impara a non fare domande, perché lei, tanto, non vi risponde.

Della partita fanno parte anche Ibrahim, un attempato psichiatra che di tanto in tanto si occupa ancora dei suoi vecchi pazienti e che nel club risulta molto utile come criminologo e non da ultimi Ron, che ci mette la sua testardaggine e il suo pensare fuori dagli schemi e poi Joice, un’infermiera in pensione che fa delle ottime torte imbevute di alcool.

Un buon vino e un delitto. Molto vino e un bel delitto. Molto social, e anche molto truce. Un gran divertimento.

Figuratevi l’emozione, per questi signori, nel momento in cui si ritroveranno, volutamente coinvolti, nelle indagini su un vero caso di omicidio, appena verificatosi, piuttosto che a un vecchiocold case. Beh…

In perfetto stile giallo inglese, una storia che vi farà trascorrere delle ore liete, avvolte dal mistero e dalle risate che di tanto in tanto potrebbero salirvi spontaneamente dalla pancia. Fra un cocktail e l’altro, delle torte al limone o alle noci farcite di vodka, tra battute ambigue, e qualche esca lanciata ad arte.

Ho avvertito la potente sensazione di serie televisiva, dove tu, già leggendo te ne senti protagonista perché, semplicemente, assimili le parole e ti immagini lì, grazie alle descrizioni dei luoghi, alle conversazioni che ti fanno venire alla mente voci, interpreti come se tu stessi osservando e, allo stesso modo, percependo tutto come si fa abitualmente seguendo la televisione.

Il club dei delitti del giovedì” è indubbiamente un libro divertente, che rimescola le carte e ci mostra un’alternativa, magari qui un tantino più pericolosa di quanto si potrebbe pensare, di come essere anziani non significhi essere rimbambiti e soprattutto, di come non bisogna mai lasciarsi abbattere e invece, cercare di mantenersi attivi, operativi, e perché no, concedersi un po’ di pepe nella vita.

Una scrittura scorrevole che incuriosisce, con quell’atmosfera di ambiguità frizzantina, che fino alla fine ti fa rimanere in standby, perché non sai di chi poterti fidare e quando giungi al termine le domande ti avvolgono, perché mai avresti pensato ad una conclusione del genere e perché, ormai, potresti chiederti, cosa potrebbe cambiare alla fine di tutto.

Ma non scordiamoci del prima, l’elisir di lunga vita che regalerà nuovi spunti e nuovi stimoli a questi attempati personaggi nel fisico, ma sicuramente non nello spirito.

“C’è il sole, il cielo è blu, e un delitto nell’aria.”

Ecco, una vecchiaia di questo tipo, per me sarebbe auspicabile sicuramente, più dell’ozio forzato in una casa di riposo. Un po’ di sana avventura, un pizzico di brio e tanto, tanto divertimento.

E voi, che vecchietti correste essere?

Buona lettura! 

 

 

Richard Osman


(1970) è un presentatore televisivo, produttore, regista e scrittore inglese.

 

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