Il club dei perdenti




Recensione di Gabriele Loddo


Autore: Giulia Rossi

Editore: Nord

Genere: Narrativa contemporanea

Pagine: 328

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Può un romanzo riscattare gli sbagli compiuti nella vita? Può la vita essere all’altezza di un romanzo? È una gelida notte d’inverno. In una cittadina di provincia, un senzatetto dorme al riparo d’un porticato, quando un gruppo di ragazzi si avvicina e gli dà fuoco. Salvato per miracolo, il barbone viene ricoverato in terapia intensiva, ma la sua identità rimane un mistero: non ha con sé documenti e nessuno va a chiedere di lui all’ospedale. Una delle poche cose salvate dal fuoco è il suo zainetto, dove c’è una copia del romanzo del giovane scrittore Lorenzo Fabbri. Lorenzo apprende la notizia casualmente, dal telegiornale, mentre cena. Non dà importanza al ritrovamento del suo libro: il successo è stato tale da giustificare la sua presenza nello zaino di qualsiasi sconosciuto. In seguito, però, emergono altri particolari e in lui si insinua il dubbio: quel senzatetto è davvero un estraneo o la storia raccontata nel romanzo li lega a doppio filo? Una storia ispirata all’estate di vent’anni prima, quando, per vincere la noia delle vacanze in città, Lorenzo aveva fondato il Club dei perdenti insieme con altri tre ragazzini come lui: Sara, Giacomo e soprattutto Ema, il suo migliore amico dalla vita sghemba, l’unico ad avere il coraggio di fronteggiare i bulli della scuola e dotato di un talento straordinario per il disegno. Nel corso di quell’estate, Lorenzo aveva scoperto il valore dell’amicizia e la passione bruciante per le parole. Ma poi era successo qualcosa, qualcosa che aveva cambiato tutto… Per Lorenzo, il presente diventa allora l’occasione per sbrogliare una volta per tutte il passato, riportando alla luce volti, storie e sentimenti ormai sopiti. Ma può un romanzo riscattare gli sbagli compiuti nella vita vera? E può la vita essere all’altezza di un romanzo?

Recensione

Lorenzo Fabbri è un perdente, è considerato uno sfigato e viene estromesso da ogni attività dai suoi compagni. Non gode della stima del padre, che a dodici anni lo vorrebbe maturo e razionale nelle scelte, mentre lui, dentro di sé, cova unambizione: Lorenzo vorrebbe diventare uno scrittore.

Anche Emanuele è un perdente. Il padre è alcolizzato e violento, mentre la madre è costretta a turni massacranti per raggranellare un misero stipendio. L’adolescente viene seguito dai servizi sociali edato in affido, temporaneo, a una giovane coppia, finché una adozione definitiva non lo vedrà sistemato in una nuova famiglia per il suo bene.

Sara, perdente. I genitori si sono separati da poco perché il padre ha un amore omosessuale e ha lasciato la madre.

Infine c’è Giacomo, e anche lui è un perdente. La sua famiglia è altoborghese ma lo reclude in una gabbia d’oro. Amici e parenti lo chiamano avvocato da quando aveva tre anni e già lo vedono portare avanti l’attività del genitore. Lui vorrebbe essere una qualsiasi altra persona, un architetto, un impiegato, preferirebbe perfino essere un drogato. Vorrebbe liberarsi dai fardelli e dalleresponsabilità che gli altri hanno scelto per lui.

Uniti sentono di potersi sostenere, di potersi aiutare per realizzare sogni e desideri, proprio come gli hanno insegnato i ragazzini del Club dei perdenti del romanzo “IT” di Stephen King.

Uniti sconfiggeranno i mostri che da sempre albergano al loro interno, abbatteranno le insicurezze e le avversità che la vita gli ha contrapposto. E anche se quell’amicizia avrà durerà una sola estate, anche se un improvviso imprevisto separerà i quattro adolescenti, vent’anni dopo, sapranno rincontrarsi. Saranno in grado, grazie alla maturità acquisita, di dimenticare l’errore, di perdonare lo sbaglio che uno di loro ha commesso quando avevano solo dodici anni e che ha determinato il loro allontanamento.

Non puoi cambiare il passato. Non puoi cambiare un millesimo di secondo del passato. Ti guarda granitico, impassibile, quasi a sfidarti. Puoi cambiare il tuo sguardo verso di lui, certo, puoi cambiare tu in base a quello che è stato, ma lui, il passato intendo, di per sé ti guarda lapidario nella sua immutabilità.”

La scrittura è fluida e piacevole. L’autrice centellina, di volta in volta, una serie di particolari che ammaliano e coinvolgono il lettore in una suspense degna di un romanzo thriller, pur essendoquesta unopera di narrativa contemporanea. È adatto a tutte le età, è formativo e ha una sua moraleche tutti abbiamo vissuto sulla nostra pelle.

 

 

 

Giulia Rossi


Giulia Rossi, laureata in Filosofia, si occupa di comunicazione e formazione in ambito digitale. Il club dei perdenti è il suo secondo romanzo, dopo il fortunato esordio È così che si fa.

 

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