Il coraggio





DETTAGLI:

Editore: Neos Edizioni

Genere: Narrativa

Pagine: 212

Anno edizione: 2024

Sinossi.
Un romanzo storico in cui la finzione si intreccia con la realtà della lotta di Liberazione a Savona.

Savona, 10 maggio del 1945. Nei vicoli della città vecchia tre spari uccidono un uomo soprannominato il “Biondo”. È una di quelle uccisioni denominate “pistola silenziosa”, esecuzioni sommarie di fascisti, collaborazionisti o spie avvenute mesi successivi alla fine della guerra. 
Così inizia il romanzo storico che Fiorenza Pistocchi ha ambientato negli anni della Resistenza a Savona.  Anna, Beppe, Gigi, Carlo e Giorgio sono giovani ragazzi che giorno dopo giorno vedono la loro quotidianità e il futuro diventare ostaggio di una guerra sanguinosa e di un regime spietato. È tempo di fare qualcosa, la cosa giusta, e il coraggio per farla viene da solo. Così si occupano della diffusione di informazioni utili ai partigiani, di consegnare armi alle squadre nascoste in montagna e di spiare i movimenti dei nazifascisti, interrogandosi sull’efficacia, i limiti e la moralità di ciò che possono fare. Non sono incoscienti, hanno paura, vivono con ansia ogni decisione, però agiscono e coinvolgono le loro famiglie, pronte ad aiutarli nonostante i rischi.  

 Recensione di Sabrina De Bastiani

“Il coraggio è una cosa semplice” di Fiorenza Pistocchi è un romanzo che non era affatto semplice scrivere, per tutta una serie di motivi.

Perché affronta una parte della nostra Storia che ancora pulsa nelle nostre coscienze e nel nostro cuore, pur se la maggior parte di noi non l’ha vissuta in presenza. 

Ci è stata tramandata, attraverso racconti o anche per mezzo di  silenzi e  sguardi nei quali ci si affondava, che senza dire, dicevano tutto.

Perché è una storia che trae materia umana e trama dal vissuto di persone, da gesti, azioni, sacrifici che riverberano fino a oggi, su ciascuno di noi.

Perché per essere raccontata necessita di un profondo rigore storico e di gestire un carico emotivo che rischia di travolgere a ogni passaggio.

Fiorenza Pistocchi riesce a raccontarla questa storia di coraggio, con equità e rispetto.

E’ coraggiosa lei stessa a farlo, scavando per prima nel vissuto dei suoi cari e condividendolo con i lettori in queste pagine.

La racconta e ce la restituisce, questa storia di coraggio, dunque,  consegnando alle stampe quello che, a oggi, tra tutti i suoi romanzi divorati avidamente, mi sono resa conto una volta terminata la lettura, è quello che più mi ha impattato, che più mi ha dato, che più mi ha restituito, smosso, toccato.

La storia individuale dei vari personaggi, indimenticabili, Anna, Beppe, Cerruti, Teresa, Nina, il Biondo, sviluppata in modo magistrale, i fatti storici a puntellare ciascuna vicenda ben chiari e rigorosamente verificati, l’emozione presente, partecipe, contenuta perché l’intento era di accompagnare i protagonisti, stare loro accanto, dare loro corpo sulla carta. 

E un impegno così importante e di coscienza prevede che la propria voce imploda mentre la  penna esplode al servizio di quelle voci che quella Storia l’hanno fatta, rendendoci possibile vivere la nostra.

Una scrittura forte, incisiva, pregnante, agile, sicura, incalzante.

Un libro che leggere oggi, 25 Aprile, è senz’altro particolarmente evocativo e significativo.

Un libro che leggere sempre è un regalo da fare a noi stessi.

Un libro per il quale essere grati sia stato scritto. 

E scritto così.

Ricordare è necessario.

Mi fanno molta pena le persone che con il passare del tempo perdono se stessi perché smarriscono i propri ricordi. Una di queste era mia madre, una donna coraggiosa, che ha compiuto imprese eccezionali durante la Resistenza. Dopo pochi anni non se ne ricordava più, era uscita dalla sua stessa vita, persa in una vaghezza labirintica, senza il conforto di sapere quanto erano state importanti le sue azioni, privata della coscienza del proprio valore.

Anche per lei vorrei poter raccontare a qualcuno ciò che ho vissuto e ciò che lei ha fatto. 

Ieri si è seduto accanto al mio letto un ragazzo.

Non lo conosco, ma mi ha guardato intensamente e mi ha parlato.

Ha detto che vuole scrivere la mia storia e la storia di quelli come me.

Dice che faccio parte di quei pochi ancora vivi, dice che quando anch’io morirò non ci saranno più persone alle quali chiedere una testimonianza su ciò che è stato. Dice che bisogna raccontare ai giovani, con una voce vera, che narri la vita, che renda più vicino quello che riportano i libri di testo, che faccia comprendere quella parte di storia dell’Italia che io ho vissuto.

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Fiorenza Pistocchi


è nata a Savona e vive a Pioltello, nel milanese. Collabora con Neos edizioni fin dal suo primo libro Il destino disegna paesaggi di mare (2014), capofila di una fortunata serie di gialli ambientati a Noli, con protagonista Vincenzo Russo, giovane vigile urbano, poi detective di polizia, geniale quanto misterioso risolutore di casi criminosi: Appuntamento a San Paragorio (2015); Il tesoro del Transylvania (2016); Le perle portano lacrime (2017); La madre nell’ombra (2019); Ossa sotto il castello (2020). Una nuova serie gialla è ambientata nei quartieri est di Milano fra Lambrate e Ortica: Il tocco del piccolo angelo (2021) e Angeli su fondo nero (2022), dove il commissario Perego indaga aiutato dalle visioni della bella creola Linette. Nel 2018 è uscito il suo romanzo a sfondo storico Il cuore tenace della lavanda, ambientato a cavallo della prima guerra mondiale, seguito nel 2019 da I colori del buio, ambientato a Pioltello nel periodo della deportazione. Sempre per Neos edizioni è stata curatrice delle sei edizioni di Natale a Milano, a partire dal 2016, e di MILANOè. Libro Rosa (2023).