Il custode




Recensione di Cristina Bruno


Autore: Elisa Cassinari

Editore: Le Mezzelane

Genere: giallo

Pagine: 162

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. Due misteriose società si contendono il segreto contenuto nella celebre opera del Guercino “Et in Arcadia ego”. Isabella Morgan è lo strumento mediante il quale cercano di entrarne in possesso. Tra luoghi misteriosi e personaggi insoliti, con l’aiuto dell’affascinante Samuele, la ragazza giungerà a scoprire la sconvolgente verità nascosta nel dipinto.

Recensione

L’ordine dei Rosacroce custodisce un segreto millenario e un custode designato lo protegge. Nel 1619 il custode prescelto è il pittore Francesco Barbieri, detto il Guercino. La sua morte improvvisa rende però impossibile tramandare direttamente il segreto e solo attraverso un suo misterioso testamento se ne potranno ritrovare le tracce.

E così giungiamo al 2015 quando un docente di storia del Cristianesimo di Roma, sentendosi in pericolo dopo essere riuscito a decifrare l’enigma, affida a una sua studentessa, Isabella Morgan, un libro che le fornirà la traccia per scoprire la verità. Inizia allora un tortuoso viaggio attraverso l’Italia e le sue opere d’arte volto a svelare il mistero del segreto dei Rosacroce.

Non ci troviamo propriamente di fronte a un giallo, la dimensione e l’atmosfera è infatti più consona alla fiaba. In primo piano abbiamo il classico eroe, Isabella, alle prese con un’impresa da portare a termine con il provvidenziale intervento dell’aiutante magico che le fornisce un orologio fermo, uno specchio e una torcia che le saranno utili nel corso dell’avventura.

E tutto il racconto gioca su un piano fantastico che vede protagonisti e antagonisti tra loro Massoni e Rosacroce in lotta per una grande rivelazione che può cambiare le sorti del mondo. L’arte, come spesso anche nei libri di Dan Brown, diviene veicolo di messaggi esoterici che conducono a scoperte sensazionali chi le sappia interpretare correttamente.

Le città sullo sfondo, Roma, Lucca, Bologna e Torino sono appena accennate e risultano una cornice strettamente funzionale alla narrazione.

Anche il linguaggio, come nelle fiabe, è strutturato in modo molto semplice e la lettura risulta rapida.

INTERVISTA


Com’è nata l’idea di scrivere il libro?

L’idea è nata dopo aver letto un romanzo di alcuni scrittori inglesi, Henry Lincoln e Michael Baigent, intitolato “The Holy blood and the Holy grail”. Nel loro romanzo, gli autori indagano circa la possibile spiegazione da attribuire all’arricchimento improvviso di un curato di campagna, vissuto tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento, in un piccolo paesino della Francia chiamato Renne le Chateu; il suo nome era Bérenger Saunière. La loro conclusione porta a pensare che il motivo della fortuna dell’abate sia da attribuire al fatto che egli abbia trovato, durante il restauro della sua chiesa intitolata alla Maddalena, una specie di tesoro, o comunque un segreto. Ciò che mi ha colpito è stata la notizia che durante uno dei suoi viaggi in Francia, Bérenger Saunière acquistò una copia di un dipinto di un pittore francese del seicento, Nicolas Puoussin, intitolato “I pastori di Arcadia”. Gli studiosi hanno quindi ipotizzato che questa opera fosse in qualche modo legata al segreto scoperto da Sauniere e, visto che il dipinto di Poussin non è che una riproduzione dell’opera antecendente del Guercino “Et in Arcadia Ego”, ho pensato che se in tale composizione fosse davvero celato un messaggio occulto, esso dovette essere già presente nell’opera del Guercino.

Massoni, Rosacroce, segreti racchiusi in un quadro… ricordano le tematiche dei libri di Dan Brown. Lo ritieni un modello?

Assolutamente no. Sicuramente ci accumuna la passione per lo stesso genere letterario, ma scavando in profondità si può dedurre che, nonostante l’idea del mio romanzo e quella del Codice Da Vinci siano partite dallo stesso libro, quello di Lincoln e Baigent, in essi abbiamo sviluppato due teorie totalmente opposte.

Il movimento dei Rosacroce è stato brillantemente studiato da Francis Amelia Yates in uno celebre saggio. Cosa ne pensi?

Francis Amelia Yates nella sua opera intitolata “L’illuminismo dei Rosa-Croce” ha studiato il pensiero «rosacrociano» da un punto di vista puramente storico,  situandolo a metà fra il Rinascimento e la prima fase secentesca della rivoluzione francese. Ha voluto definire quindi storicamente un’area in cui fino ad allora avevano predominato studi «occulti». Credo pertanto che la sua opera sia tutt’ora di grande aiuto per gli storici. Per quel che concerne invece la possibile esistenza di una società segreta denominata “Rosa -roce” fondata da Christian Rosenkreuz, bè, questa credo sia un’altra storia.

Arte e letteratura sono indubbiamente tue grandi passioni. Qual è al primo posto?

Difficile dirlo. La passione per l’arte è nata solo durante gli anni universitari, mentre quella per la letteratura risale ai primi anni delle scuole superiori, subito dopo aver conosciuto gli scrittori del primo novecento.

Hai in mente un prossimo romanzo?

Ho già terminato un secondo romanzo di diverso genere, si tratta infatti di un thriller che verrà pubblicato nel 2021 nella collana Ira di Bertoni editore.

Inoltre, ho già pianificato la scrittura di altri due romanzi, uno dei quali sarà la continuazione de “Il custode”.

A cura di Cristina Bruno

fabulaeintreccio.blogspot.com

 

Elisa Cassinari


Elisa Cassinari nasce a Piacenza in uno dei giorni più freddi dell’anno.
Poco più che trentenne, mamma di Samuele e impiegata nel back office commerciale di una multinazionale, scrive per passione. Laureata in Lettere e beni culturali presso l’università degli studi di Pavia e da sempre appassionata di storia e di arte, ha lavorato come pubblicista per il quotidiano “Libertà” di Piacenza. “Il custode”, edito da La Mezzelane Casa Editrice, è il suo primo romanzo.

 

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