Il femminicidio in Italia




Sinossi. La morte di una donna per femminicidio è l’epilogo di una storia di violenze, che sconvolge una comunità, segna in modo indelebile la vita di più famiglie, lascia bambini orfani, trasmette alle generazioni future un senso di insicurezza. È una tragedia che interroga le coscienze e costringe a ripensare il rapporto uomo donna. Ma cosa si intende per femminicidio? E perché si viene uccise? Perché si muore? E dei bambini e delle bambine loro figli/e chi si occupa? Il libro cerca di dare risposte a queste domande attraverso la trama che unisce le storie di donne vittime di femminicidio e pone la necessità di prevedere nell’ordinamento penale il reato di femminicidio. L’opera si completa con i dati di una ricerca sui casi di femminicidio avvenuti in Italia tra il 2018 ed il 2022, confrontati con i dati forniti da Istat, Eures, Servizio Analisi Criminali del Ministero dell’Interno. Ne risulta un quadro aggiornato della diffusione e dell’andamento del fenomeno in Italia e nelle diverse regioni italiane.

 Cinque anni all’Inferno

di Antonio Gioiello

Armando Editore 2023

Saggio, pag.160

 Recensione di Laura Bambini

È solo di qualche giorno fa la notizia del femminicidio di Giulia Cecchettin. Prima e dopo di lei, tante altre.

Ho scelto di leggere questo saggio per due motivi: non se ne parla abbastanza; potevo essere una di loro, e oggi lo dico con molta più serenità di quanto accadeva anni fa.

Non se ne parla abbastanza, in quanto se ne parla spesso, ma male e diversi titoli di testate famose lo dimostrano.

Antonio Gioiello porta avanti un’analisi critica e metodologica del fenomeno del femminicidio, partendo proprio dall’assunto che, a oggi, non esiste una metodologia univoca per studiarlo.

Tenta di dare una definizione universale al termine, partendo dall’assunto che esiste il femminicidio e il femmicidio, che sono declinati con significati diversi nelle varie lingue e tra agenzie di analisi dati.

Quest’ultime, inoltre, prendono in considerazione parametri per l’analisi non univoche, ma spesso arbitrarie, in cui è difficile rinvenire una radice comune.

Ciò che salta agli occhi, sia nei dati che nello studio di Gioiello, è ciò che ci aspettiamo: veniamo uccise in quanto femmine e in quanto tale il nostro è un omicidio di serie B, sminuito, quando non proprio giustificato e quindi assolto, come avallano testi letterari datati e riportati nel testo.

Gioiello suddivide i femminicidi in base alle caratteristiche del delitto, al movente e all’assassino. Colpisce che la maggior parte delle fattispecie portate a titolo di esempio siano state qualificate dalla giurisprudenza con delitti minoritari rispetto all’omicidio, conclamando la tendenza della giustizia nostrana a considerare l’omicidio di una donna per motivi di genere un reato meno grave dell’omicidio di un uomo.

Un dato interessante è aver inserito nel campo della ricerca anche le donne malate uccise dai propri familiari per compassione, che spesso si accompagna al suicidio.

Un altro dato che ci si aspettava è, invece, che statisticamente gli assassini siano per lo più mariti o comunque partner/ex partner e che il delitto si compia nelle mura domestiche e non fuori, il che conferma la concezione sociale.

Un ottimo testo, soprattutto per il tentativo metodologico che ha cercato di rendere univoco il tutto.

Da leggere.

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Antonio Gioiello


Antonio Gioiello, nato a Corigliano Calabro nel 1960, è psicologo-psicoterapeuta con esperienza nel settore delle dipendenze patologiche, della salute mentale e dei disturbi da abusi e maltrattamenti. Lavora all’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza presso il Centro di Salute Mentale di Corigliano Calabro. È presidente dell’associazione Mondiversi ets che gestisce il Centro Antiviolenza Fabiana e due Case Rifugio per donne vittime di violenza. È componente dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere della Calabria. 

A cura di Laura Bambini

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