Il fiore di Farahnaz




Sinossi. Siamo alla fine degli anni Settanta e la Turchia attraversa un periodo di instabilità politica ed economica, ma a Kilic, zona residenziale, dove vivono ingegneri e medici in servizio nel complesso minerario adiacente alla città di Zonguldak sulla costa del Mar Nero, la vita scorre tranquilla e spensierata, tra serate al cinema, partite a canasta, balli e cene. La piccola comunità di funzionari è infatti molto unita e i rapporti di vicinato sono improntati alla massima solidarietà fino a quando la moglie del direttore degli impianti minerari non viene trovata morta. Questo non sarà che il primo di una serie di eventi inquietanti che culminerà con un altro atroce omicidio. La polizia indaga, ed è pronta ad attribuire i crimini a uno sbandato del posto, ma Yildiz, moglie di uno degli ingegneri, divoratrice di gialli e sarta per passione, non si accontenta. Da acuta osservatrice, accumula indizi che la portano a conclusioni ben diverse.

 IL FIORE DI FARAHNAZ

di Yaprak Öz

Edizioni Le Assassine 2024

Nicola Verderame ( Traduttore )

Giallo, pag.344

 Recensione di Ilaria Bagnati

Siamo alla fine degli anni Settanta, in Turchia, precisamente a Kilic. Il paese è abitato perlopiù da ingegneri e dottori che lavorano presso il complesso minerario vicino alla città di Zonguldak.
A Kilic tutti si conoscono, si rispettano, partecipano a cene, viaggi, partite a canasta, gli uomini lavorano insieme, le donne fanno la spesa insieme, organizzano feste, lavorano, crescono i figli. Tra loro c’è Yildiz una sarta che ama i gialli e il Tenente Colombo.

Quando l’amica di Yildiz e moglie del direttore degli impianti minerari viene uccisa, tutti sono convinti che sia stato il pazzo del paese fuggito di prigione.

Ma Yildiz con il tempo fatica a credere a questa versione dei fatti, piano piano accumula indizi, fa ipotesi, ha dubbi su chi crede di conoscere molto bene.

Quando accade un altro omicidio Yildiz con un aiuto inaspettato ha tutte le prove che le servono… chi è l’assassino?

Yildiz può davvero definirsi una detective con i fiocchi?

Il fiore di Farahnaz è un giallo che parte lentamente, nella prima parte l’autrice ci racconta la vita di Kilic, dei suoi personaggi descrivendoli uno per uno, le donne però hanno un posto di rilievo.
C’è chi vuole tanto un bambino e non riesce ad averlo, chi ha una figlia e una nipote, chi una figlia deceduta e una non vedente, chi non si è mai sentita amata.

La seconda parte ha tutte le caratteristiche del giallo, omicidi e detective all’opera. Una descrizione dei personaggi è senz’altro necessaria ma ho trovato la prima parte un po’ troppo incentrata sui personaggi e poco sulle indagini.

Il fiore di Farahnaz è comunque un buon giallo che dà la possibilità di conoscere la Turchia di fine anni Settanta caratterizzata da instabilità politica.

Ho apprezzato il glossario alla fine del libro che permette di conoscere il significato di alcuni termini turchi.

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è nata nel 1973. Ha frequentato il Collegio TED di Zonguldak Koleji e la facoltà di Cultura e Letteratura Americana presso l’Università di Istanbul. Ha pubblicato poesie, racconti e saggi su numerose riviste e antologie in Turchia e all’estero. Le sue poesie sono state tradotte in numerose lingue, tra cui inglese, greco e svedese. Fa parte dell’Unione degli Scrittori di Poliziesco di Turchia e del PEN International. Ha pubblicato cinque raccolte di poesia e otto romanzi, quattro dei quali hanno per protagonista Yıldız Alatan. Nel 2019 Il fiore di Farahnaz è stato insignito del premio “Manette di cristallo” per il migliore romanzo giallo turco dell’anno.

A cura di Ilaria Bagnati

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